Salgono i morti sul lavoro nel 2018, 704 vittime più 4%

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FOTO DI REPERTORIO

Dal rapporto Inail 2018  merge che aumentano ancora i morti sul lavoro, in crescita del 6,1%, . Nel 2018 si sono contati 704 infortuni mortali, con un aumento del 4,5% rispetto al 2017, di cui 421, pari a circa il 60% del totale, avvenuti “in itinere”, cioè lungo in tragitto casa-lavoro e viceversa, a fronte di 1.218 denunce complessive.

Complessivamente, le denunce di infortunio mortale sono state 1.218 nel corso dell’anno, rispetto al 2017, le denunce di infortunio mortale sono risultati in crescita del 6,1%, infine, le malattie professionali sono state circa 59.500, il 2,6% in più rispetto all’anno precedente.

Ogni anno, dalle 400 alle 500 denunce di infortunio mortale, non vengono riconosciute come morti sul lavoro dall’INAIL, è evidente che una buona parte erano lavoratori non assicurati all’Inail.

Le denunce di infortunio mortale nei primi quattro mesi del 2019 sono state 303 con un aumento del 5,9% sullo stesso periodo del 2018.

L’Inail sottolinea inoltre che nell’anno sono arrivate 645.000 denunce di infortunio (-0,3%) ma gli incidenti riconosciuti per causa di lavoro sono stati poco più di 409.000, di cui circa il 19% fuori dall’azienda.

Le denunce di malattia professionale sono state circa 59.500 (+2,6% sul 2017). La causa professionale è stata riconosciuta al 37% del totale (il 3% è ancora in istruttoria).

Nel 2018 gli ispettori dell’Inail hanno regolarizzato 41.674 lavoratori, dei quali 3.336 totalmente “in nero”, richiedendo il pagamento di premi non versati dalle aziende per 76 milioni di euro. Complessivamente, sono state accertate retribuzioni imponibili non dichiarate per circa 3,5 miliardi di euro, mentre le aziende controllate sono state 15.828, il 5% in meno rispetto al 2017 e il 24% in meno rispetto al 2016.

La forza dei controlli si sta depauperando, a causa della riduzione della forza disponibile, nel 2018, infatti, l’Istituto ha potuto contare su 284 ispettori, a fronte dei 299 del 2017 e dei 350 del 2016.

L’Istituto di assicurazione ha chiuso con un attivo di 1,8 miliardi di euro, queste risorse dovrebbero essere impiegate per aumentare le prestazioni agli infortunati e per effettuare controlli più rigorosi.

I numeri tristi su infortuni e malattie negli ambienti di lavoro confermano che siamo in presenza di una vera e propria emergenza nazionale, occorre sollecitare il rispetto scrupoloso delle regole e delle norme da parte di lavoratori e datori di lavoro.

Non si può continuare a morire con questa facilità impressionante occorrono piani di prevenzione e di controllo, modalità e volontà attuative più efficaci, che possano sfruttare appieno l’innovazione delle tecnologie, occorre puntare ad una maggiore cultura della sicurezza sui posti di lavoro e a  più formazione per i dipendenti, è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica sul triste fenomeno delle cosiddette ‘morti bianche’ e dire basta a queste stragi silenziose. Qui il sindacato dovrebbe giocare un ruolo che non sempre gioca.

Alfredo Magnifico

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