Toscano, nato a Sesto Fiorentino nel 1927, Tosi approda a Roma giovanissimo, chiamato da un conterraneo che crede in lui come Franco Zeffirelli e che lo presenta alla corte del “granduca” Luchino Visconti. In realtà, fa le sue prime prove a Firenze come costumista teatrale nel ’47 per “Il candeliere” diretto da Franco Enriquez, ma già due anni dopo Visconti lo chiama per il suo “Troilo e Cressida” allestito al Giardino di Boboli. I due si intendono immediatamente sul filo del gusto raffinato, della solida formazione del costumista diplomato all’Accademia fiorentina di Belle Arti, dell’idea del costume come forma espressiva del personaggio. E non sarà un caso che proprio Visconti inizia Tosi al cinema nel 1953 con “Bellissima” in cui è chiamato a trasfondere il realismo d’ambiente e l’immagine di Anna Magnani in una creazione tanto naturalista quanto immediatamente riconoscibile. Da lì parte un sodalizio umano e artistico che vedrà Piero Tosi protagonista in ben 12 capolavori viscontiani (praticamente tutti fino a “L’innocente”), ma anche in teatro (memorabile la loro “Locandiera”) e nell’opera lirica da “Macbeth” a “La sonnambula”.
Tre David di Donatello, 8 Nastri d’Argento, due Bafta Awards(gli Oscar inglesi), un premio a lui intestato (al Bi&Fest di Bari dal 2009) scandiscono la sua carriera a fianco delle 5 nomination all’Oscar prima della statuetta onoraria decisa nel 2013. Tra il 2014 e l’anno seguente Palazzo Pitti (dove era nato artisticamente) gli ha dedicato una mostra permanente dei costumi più belli, a cominciare dal vestito di Angelica per “Il Gattopardo”. Con Piero Tosi, si potrebbe dire, scompare la memoria vivente di un’idea del bello che affonda le sue radici nell’armonia rinascimentale e conquista la modernità nel segno della tradizione. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Addio-al-costumista-premio-Oscar-Piero-Tosi-lavoro-con-Visconti-e-Zeffirelli-0de241e7-15c7-4d0c-b1e5-070814e41bdb.html