Un report dell’Istat rileva che in Italia i cittadini non comunitari continuano ad aumentare, anche se di poco: al 1 gennaio 2019 sono 3.717.406 (3.714.934 nel 2018), nonostante l’aumento dei flussi in ingresso, prosegue il calo delle collettività storiche provenienti da Marocco e Albania a seguito delle acquisizioni di cittadinanza.
Tra il 2018 e il 2019 i cittadini di Bangladesh, India e Pakistan sono cresciuti più del 4% da un anno all’altro.
Confrontando la graduatoria delle prime dieci cittadinanze del 2019 con quella del 2018, gli indiani superano i filippini, i cittadini del Bangladesh passano davanti quelli dell’Egitto e i pakistani lasciano indietro i cittadini della Moldova.
I cittadini stranieri che nel 2018 hanno acquisito la cittadinanza italiana sono 112.523, di cui 103.478 originari di un Paese non comunitario, rispetto al 2017, si è registrata una flessione del 23,8%, in controtendenza rispetto alla continua crescita degli ultimi anni, che ha riportato il valore su un livello vicino a quello del 2013.
Nel 2018 sono stati rilasciati 242.009 nuovi permessi di soggiorno, il 7,9% in meno rispetto all’anno precedente, la diminuzione è riconducibile al calo dei permessi per richiesta asilo che sono passati da 88 mila e 500 nel 2017 a 52 mila e 500 nel 2018 (-41,9%) ,crescono del 4% i permessi per motivi umanitari.
In aumento i permessi per lavoro (+19,7%), dopo anni di calo, si tratta di permessi di breve durata: il 27% ha una durata di sei mesi o inferiore; inoltre il 22% dei permessi per lavoro è stato rilasciato a cittadini statunitensi (in parte personale civile delle basi Nato).
Aumentano i permessi studio (+20%) dei quali il 21% è stato concesso a cittadini cinesi (oltre 4.500), e i permessi per famiglia che, in termini relativi, coprono oltre il 50% dei nuovi rilasci del 2018.
Cresce l’incidenza della componente femminile, che rappresenta oltre il 45% dei nuovi ingressi, contro il 39% del 2017; la quota donne è particolarmente elevata (oltre il 58%) per i permessi per motivo di famiglia.
I soggiornanti di lungo periodo sono il 62,3% dei regolarmente presenti, il 16,5% dei permessi sono stati concessi per motivi di famiglia e l’11,7% per motivi di lavoro, solo il 7,1% delle persone regolarmente soggiornanti in Italia ha un permesso per asilo o motivi umanitari.
Le donne sono poco più del 48% della popolazione non comunitaria, mentre i minori rappresentano il 21,8%, percentuale piuttosto elevata se si pensa che l’incidenza dei minori sulla popolazione italiana residente è del 15,6% e al netto delle acquisizioni di cittadinanza, potrebbe essere ancora più elevata.
A subire il calo più consistente sono state le acquisizioni per residenza e quelle per trasmissione dai genitori; diminuzione evidente sia in termini assoluti (-21 mila e -14 mila circa) che percentuali (-37,2% e -31,9%), il primato delle acquisizioni per residenza e trasmissione resta alle regioni del Nord.
Crescono i procedimenti per matrimonio (+2 mila, +8,8%, sono divenuti italiani per ius sanguinis (per discendenza), nati all’estero da padre o madre di origine italiana, nel 2016 erano 7 mila pari al 3,8% di tutte le acquisizioni di cittadini non comunitari, saliti a 8.211 nel 2017 (6,1% del totale) nel 2018 sfiorano le 9 mila unità (8,6%).
L’acquisizione per ius sanguinis è rilevante nelle regioni del Mezzogiorno che in passato hanno dato luogo a consistenti flussi di emigrazione verso l’estero.
I procedimenti per discendenza rappresentano la maggior parte delle acquisizioni in Calabria, Molise, Basilicata e Campania,per il Sud si registra una lieve variazione positiva rispetto al 2017.
Il calo delle acquisizioni per trasmissione dai genitori ed elezione al 18 anno di età ha comportato un calo nella classe d’età più giovane, che dal 2013 ha sempre avuto un peso relativo superiore al 40% mentre nel 2018 è inferiore al 36%.
Sono prevalentemente le donne ad aver acquisito la cittadinanza nel 2018 (53,6% del totale), in particolare, nel caso del matrimonio, su 100 acquisizioni 85 riguardano donne, le quali nel 38,4% dei casi divengono italiane con questa modalità, gli uomini ottengono invece la cittadinanza italiana principalmente per residenza (58%).
Alfredo Magnifico