Si è chiusa domenica 27 ottobre la settima edizione di Milano Design Film Festival, manifestazione che porta sul grande schermo il mondo del progetto. Non solo film, ma anche grande interesse dimostrato dal pubblico per i talk e i momenti di approfondimento grazie alle tante novità proposte quest’anno: la nuova sezione tematica “Bloom”, curata da Antonio Perazzi, dedicata al rapporto tra uomo e natura; la selezione di pellicole curata dalla critica del design Alice Rawsthorn, Guest Curator di MDFF 2019; il gemellaggio tra Milano e Shanghai e il palinsesto di film in concorso per la Prima Edizione di AFA – Architecture Film Award. Il Festival si è concluso con l’incontro con il regista Peter Greenaway e lo scrittore Gianluigi Ricuperati protagonisti di una conversazione attorno a “The Missing Nail. A vision by Peter Greenaway for Cassina on Leonardo da Vinci’s The Last Supper”. Il regista inglese, attraverso questo suo lavoro, conduce una ricerca sui codici costruttivi, sui simboli nascosti negli oggetti e nella musicalità incarnata nella gestualità dei discepoli. Una storia oltre la storia, potremmo dire, che ha affascinato gli spettatori in sala fornendogli una nuova lettura dell’opera. La conversazione ha poi toccato una riflessione a tutto tondo, con toni anche ironici da parte di Greenaway, sulla figura dell’architetto e sul valore dell’architettura nel tempo. Oggetto in diversi modi e misure dei suoi numerosi film. Ed è proprio la rilettura di storie e tendenze note ai più ad aver attratto il pubblico accorso nelle sale dell’Anteo Palazzo del Cinema e della Fondazione dell’Ordine degli Architetti – che quest’anno ha ospitato le proiezioni di gran parte dei 23 titoli di AFA – dimostrando come il cinema, con il suo linguaggio astratto, emozionale o documentaristico, possa intrattenere e approfondire allo stesso tempo. “The Women of the Bauhaus”, di Susanne Radelhof, per esempio, ha raccontato e presentato le protagoniste femminili di questa avanguardia, rendendo loro un omaggio troppo a lungo rimandato. “Corrado Levi Marrakech Theorie 2006-2019” di Alice Guareschi ha invece permesso di conversare – per interposta persona – con l’architetto, artista e collezionista torinese Corrado Levi, presente in sala, e di scoprire la sua casa-scultura in Marocco. Il cortometraggio “Rosanna, un ritratto” di Francesco Clerici ha portato in sala episodi professionali e biografici dell’architetto di interni Rosanna Monzini e Davide Rapp rivela nel suo “Peter Daler” che questo nome altro non è che la marca dei taccuini usati dall’architetto d’interni e docente alla Burg Giebichenstein Kunsthochschule di Halle, Axel Müller-Schöll. La selezione “Bloom” curata dal paesaggista e scrittore Antonio Perazzi, partendo da presupposti e storie apparentemente lontane tra loro, ha raccontato la potenza espressiva della natura, palcoscenico di rituali antichi ma anche strumento indispensabile nella ricerca di un ideale di pura bellezza. Se con “Great Gardens. Derek Jarman’s Prospect Cottage” il regista Howard Sooley MiCue Milano Design S.r.l. C.so Magenta, 76 Milano | T + 39 02 97384137 + 39 02 97384138 | www.micue.it | info@micue.it Partita Iva e C.F. n° 08184140963 racconta come un terreno sassoso, tra una centrale nucleare e il mare, possa diventare un “grande giardino” grazie alla capacità dell’uomo (in questo caso il pittore, regista, scenografo e autore Derek Jarman) di leggere il territorio, il cortometraggio di Davide Gambino e Gabriele Gismondi, “I Giardini del tè di Dazhangshan”, si inserisce all’interno del dibattito sull’importanza del paesaggio in senso culturale – non a caso vincitore del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2019 – troppo spesso sovrastato da quello urbano, e un richiamo a conservare la bellezza, nelle azioni, nell’ambiente e nello spirito. La selezione curata da Alice Rawsthorn, invece, ha riproposto una serie di titoli volti a rispondere alle domande che si è posta nel momento in cui le curatrici del festival, Antonella Dedini e Silvia Robertazzi, con Porzia Bergamasco, le hanno proposto la curatela. Avrebbe dovuto proporre una serie di storie legate al mondo del design e del progetto? O forse pellicole che, per come sono state girate, possono essere esse stesse considerate “di design”? La nota critica inglese ha risposto presentando una selezione in grado di soddisfare entrambe le condizioni proponendo film non documentaristici, come “L’année dernière à Marienbad” di Alain Resnais, regista noto per aver introdotto la narrazione frammentata del tempo e dello spazio, o come “Une ville à Chandigarh” di Alain Tanner, il celebre documentario sulla città di fondazione, Chandigarh, alle pendici dell’Himalaya, disegnata da Le Corbusier. Insieme ai registi sono stati diversi gli interventi di molti e amati architetti e docenti tra cui Giulio Ceppi, Michele Delucchi, Italo Rota, Umberto Zanetti, Cino Zucchi, che hanno introdotto film, temi e questioni legate al progetto, e di personaggi come Rolf Fehlbaum, fondatore e ora Presidente Emerito del Vitra Design Museum, che ha conversato con il presidente di Triennale Milano Stefano Boeri e ha risposto alle domande della Rawsthorn prima della proiezione di “Chair Times, A History of Seating” di Heinz Bütler, pellicola dedicata alla collezione di sedie, conservata al museo, protagonista dell’evoluzione del design del prodotto industriale. E, ancora, il Professore Shaonong Wei, preside della School of Design della ECNU East China Normal University di Shanghai, che in una Lecture ha ricostruito la storia della metropoli cinese. Momento particolarmente emozionante della settima edizione del Milano Design Film Festival è stata la proclamazione dei vincitori del primo ARCHITECTURE FILM AWARD, primo Premio Internazionale dedicato a Cinema e Architettura istituito da MDFF e dalla Fondazione degli Architetti, P.P.C della Provincia di Milano. Per la categoria Architecture’s Film, il premio è stato assegnato al documentario “Grandma and Le Corbusier” di Marjolaine Normier (Francia 2017, 58’), mentre, per la categoria Studio’s Film, al cortometraggio “Iris” di Lea Najjar e Manuel Rees (Libano 2017, 7’). Non previsto, la giuria – presieduta dal regista e docente Maurizio Nichetti e composta da Roberto Pisoni (Direttore Sky Arte HD), Davide Rapp (architetto, regista e rappresentante della Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano), Marco Della Torre (architetto e designer, coordinatore della Direzione dell’Accademia di architettura di Mendrisio – USI) e il regista Francesco Clerici – ha ritenuto di assegnare una Menzione Speciale al documentario “The Real Thing” di Benoit Felici (Francia 2018, 70’).
“Mario Botta. The Space Beyond” di Loretta Dalpozzo e Michèlè Volontè – presentato in sala dalle registe e dalla stesso architetto svizzero – è stato invece designato dal pubblico vincitore dell’Audience Prize dell’Architecture Film Award. MiCue Milano Design S.r.l. C.so Magenta, 76 Milano | T + 39 02 97384137 + 39 02 97384138 | www.micue.it | info@micue.it Partita Iva e C.F. n° 08184140963 Anche le aziende coinvolte (Cassina, Marazzi, Lualdi, Design Italy, Salone del Mobile.Milano) sono state promotrici di pellicole di grandissimo spessore generando un flusso di spettatori importante e altamente profilato. Il supporto di Coima Image ha permesso di ospitare gli ospiti più importanti del Festival nel distretto di Porta Nuova, offrendo loro la possibilità di godere del nuovo skyline milanese dall’alto della Torre Aria, progettata dallo Studio Arquitectonica di Miami. La media partnership con «The Good Life», Archiproducts, elledecor.it, PoliRadio, SkyArte, la collaborazione con il Politecnico di Milano – Scuola del Design, ProViaggi Architettura e la promozione attraverso gli impianti della Virginio Guastoni (VG Pubblicità), con We Are Live, hanno contribuito in modo determinante a coinvolgere appassionati, architetti e studenti. Così come il Consolato generale di Svizzera a Milano che ha permesso di ospitare registi e personalità della comunità elvetica oltre a offrire insieme a Bistrò 96 il light dinner in Triennale, insieme a Gigi Rosso e Voga, per la serata inaugurale. La partecipata ed entusiasta affluenza non fa che confermare il valore del palinsesto e la qualità culturale dell’appuntamento: Milano Design Film Festival non racconta solo l’architettura e il progetto attraverso il video ma indaga e mostra un nuovo modo di fare e guardare le opere di cinematografia.
Oggi il team di Milano Design Film Festival è di nuovo a lavoro con le tappe internazionali: Baku, Azerbaijan (30/10 – 1/11), Porto (7-10 novembre) e, in Cina. Un lungo tour che parte da Shanghai con un Workshop alla ECNU (19 e 20) e al Jing’an District Culture Center (insieme al Consolato e all’Istituto italiano di Cultura, 23 e 24), qui MDFF terrà una Masterclass, sulla relazione Milano-Shanghai (il 22 alle ore 14:30 Shanghai Exhibition Center), durante la quarta edizione del Salone del Mobile.Milano Shanghai, partner del Festival. Quindi sarà la volta di Chengdu (Chengdu Europe Culture Season, dal 27 al 29, Osgh Cinemas, Luxe Town) e Hong Kong (Business Design Week, 6-8 dicembre, K11 MUSEA in collaborazione con il Consolato generale d’Italia a Hong Kong, UA CineHub e il coordiname .
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