La Polizia di Stato, sotto il coordinamento di Europol e con la collaborazione di nove fornitori di servizi Internet (tra cui Telegram. Google, files.fm, twitter, instagram e dropbox) ha disarticolato i principali canali di diffusione sui Social Network della propaganda Jihadista a sostegno del terrorismo e dell’estremismo violento.
Nell’ambito dell’attività di prevenzione e contrasto alla diffusione online della propaganda jihadista, personale del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni ha partecipato agli “Action Day” che si sono svolti nei giorni scorsi presso la sede Europol a L’Aia e che ha coinvolto, oltre a tutte le Forze dell’Ordine degli Stati Membri, anche i rappresentanti dei maggiori Internet Service Provider.
Le mirate attività di monitoraggio del web e di attenta analisi dei contenuti pubblicati online all’interno di gruppi e canali riconducibili ad aree ideologiche affini alle posizioni jihadiste hanno permesso di accertare come l’IS abbia implementato, già dalla metà del 2018, una strategia di comunicazione principalmente basata sull’utilizzo di numerose piattaforme di messaggistica istantanea e social media per la diffusione dei propri messaggi e per la condivisione e archiviazione di file.
In tale contesto, dunque, le attività eseguite durante gli Action Day hanno permesso di ottenere un massiccio “take down” di migliaia di gruppi, canali e account (molti dei quali oggetto di un precedente accesso abusivo ed un successivo impiego come bots) che sono stati oggetto di preventiva segnalazione da parte delle forze dell’ordine, in quanto considerati responsabili della pubblicazione del settimanale di settore al-Naba (diffuso ogni giovedì sera).
L’esito positivo dei lavori è stato ottenuto soprattutto grazie alla collaborazione di 9 fornitori di servizi online, tra cui Telegram – che è stato il fornitore di servizi online che ha ricevuto la maggior parte delle richieste di referral e che ha allontanato dalla propria piattaforma una parte significativa degli attori chiave all’interno della rete di diffusione della propaganda IS – Google, Files.fm, Twitter, Instagram e Dropbox.
Nella medesima circostanza, inoltre, mediante un notevole lavoro di monitoraggio e Open Source Intelligence si è provveduto all’analisi delle prove di reazione da parte dei cyber mujahid, ed all’immediato contrasto dei tentativi di ricostruzione online della macchina di propaganda dell’IS.