Fino al 20 dicembre a Bari presso l’IRCCS Istituto Tumori Bari Giovanni Paolo II la mostra sull’immunoterapia oncologica che nei prossimi mesi attraverserà l’Italia facendo tappa in diverse città. La mostra “Immunoterapia oncologica: tra visione, realtà e prospettive future”, promossa da Roche in collaborazione con IED – Istituto Europeo di Design e WALCE Onlus e realizzata grazie alla consulenza scientifica di alcuni dei massimi esperti in materia, ripercorre attraverso il linguaggio della scienza e dell’arte, la storia di una visione che si fonda su un concetto tanto semplice quanto affascinante: potenziare l’attività del sistema immunitario per identificare il tumore e contrastarne l’avanzata dall’interno. Se oggi i farmaci immunoterapici sono entrati nella pratica clinica cambiando la storia naturale di alcuni tumori il merito è da ricercare nella caparbietà di alcuni scienziati che in oltre 100 anni di ricerca hanno creduto nelle potenzialità dell’immunologia per sconfiggere i tumori. È proprio l’idea alla base di questa straordinaria intuizione e l’impatto dell’immunoterapia sulla vita di milioni di pazienti ad aver ispirato il lavoro di alcuni giovani alumni dell’Istituto Europeo di Design che hanno dato vita ad una serie di fotografie e illustrazioni che compongono la mostra, da oggi aperta al pubblico di Bari.
“Il nostro Istituto è da sempre impegnato a garantire l’accesso per i pazienti ai migliori trattamenti disponibili e per questo abbiamo tempestivamente immesso nei protocolli terapeutici l’immunoterapia validandone nella pratica clinica i risultati positivi. Siamo quindi lieti di ospitare da oggi, all’interno della nostra struttura, questa mostra interamente dedicata all’immunoterapia oncologica che, grazie all’efficace connubio tra arte e scienza, siamo convinti contribuirà a promuovere una maggiore conoscenza e comprensione di questa nuova frontiera della medicina” ha affermato Antonio Delvino, Direttore Generale Istituto Tumori Giovanni Paolo II, Bari.
Secondo dati recenti dell’ultimo censimento ufficiale, sono 371 mila i nuovi casi di tumore maligno stimati nel 2019 e quasi 3,5 milioni di italiani vivono dopo la diagnosi di cancro cifra in costante crescita grazie ad armi sempre più efficaci e alla maggiore adesione ai programmi di screening. Il tumore alla mammella resta la neoplasia più frequente mentre il cancro ai polmoni rappresenta ancora la principale causa di morte per tumori. In particolare, la Puglia, come buona parte delle regioni del Sud, ha fatto registrare un minor numero di casi di tumore rispetto alle regioni del Nord e un’incidenza stabile rispetto allo scorso anno, ma resta ancora indietro per quanto riguarda la prevenzione e la capacità di sopravvivere alla malattia entro i cinque anni dalla diagnosi.
Se oggi la diagnosi di cancro fa un po’ meno paura è anche grazie ai progressi registrati negli ultimi anni dalla ricerca scientifica nel campo dell’immunoterapia oncologica. “Il primo banco di prova di questa innovativa metodica per la cura dei tumori è stato il melanoma, un tumore che solo poco più di dieci anni fa era considerato tra i più temibili perché privo di cure efficaci. Oggi grazie all’immunoterapia, disponibile sia come terapia precauzionale che per la malattia avanzata, le prospettive di vita dei pazienti sono state completamente ribaltate tanto da poter definire il melanoma una malattie curabile e che si può cronicizzare per lungo tempo” – afferma Michele Guida, Dirigente responsabile U.O.S. Tumori Rari e Melanoma, Istituto Tumori Giovanni Paolo II, Bari.
Dopo aver cambiato la storia naturale del melanoma, l’immunoterapia sta rivoluzionando oggi la terapia del tumore del polmone, considerato uno dei più letali e ancora oggi primo responsabile delle morti per cancro. “Proprio su questa neoplasia, particolarmente difficile da trattare, ed in particolare nella forma non a piccole cellule, che ne rappresenta la tipologia più comune con circa l’85% dei casi, l’immunoterapia si è dimostrata particolarmente efficace migliorando significativamente la sopravvivenza dei pazienti trattati – ha spiegato Domenico Galetta,Responsabile della SSD Oncologia Medica Toracica e coordinatore del Team di Oncologia Pleuropolmonare dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II”, Bari. – Sono sempre più numerosi gli immunoterapici che si sono dimostrati efficaci nei pazienti con malattia in fase avanzata e con tumore non a piccole cellule e, fra essi, i risultati raggiunti con l’immunoterapico atezolizumab sono stati particolarmente significativi e sembrano promettenti anche in fase più precoce di malattia. L’ultima novità è un altro farmaco immunoterapico che si è dimostrato efficace nel microcitoma, che rappresenta il restante 15% di malattia, un tumore subdolo, spesso diagnosticato in una fase già avanzata di malattia, e per questo a prognosi spesso infausta”.
Se oggi l’immunoterapia è entrata a pieno titolo nella pratica clinica per il trattamento di melanoma, tumore del polmone, carcinoma renale e linfoma di Hodgkin, risultati incoraggianti si osservano anche in altre neoplasie. È il caso del carcinoma della mammella triplo negativo metastatico (mTNBC). “Poter contare su nuove armi terapeutiche per combattere la forma più aggressiva del tumore della mammella, quella triplo negativa in cui, a differenza delle forme con recettori ormonali, manca un bersaglio specifico per la cura della malattia, apre nuove incoraggianti prospettive di cura. Ci auguriamo quindi che questi trattamenti innovativi possano presto entrare nella pratica clinica per essere a disposizione di medici e pazienti” – commenta Francesco Giotta, Oncologo Medico e coordinatore team multidisciplinare ’Breast Care’ dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II, Bari.
“Sebbene i risultati siano già straordinari, la rivoluzione introdotta dall’immunoterapia è probabilmente solo agli albori. Terapie innovative e prevenzione, che resta comunque un’arma essenziale nella lotta al cancro, devono andare di pari passo con un impegno verso l’umanizzazione delle cure, un processo in cui il paziente è al centro di un percorso assistenziale orientato al rispetto della sua integrità morale, psicologica e sociale” afferma Gennaro Palmiotti, Oncologo e Direttore Reparto Don Tonino Bello.
È proprio questo lo spirito che ha guidato Roche, IED e Walce Onlus in questa progettuallità. “L’innovazione terapeutica non può prescindere da una corretta informazione e sensibilizzazione del pubblico e dei pazienti – ha affermato Annamaria Catino, Oncologo toracico, Presidente WALCE Onlus Puglia – Siamo lieti che la mostra sull’immunoterapia oncologica sia arrivata da oggi anche a Bari, consapevoli del valore che iniziative come queste hanno per i pazienti oncologici e per i loro cari. Il paradigma del rapporto medico-paziente sta cambiando notevolmente. I pazienti sono sempre di più protagonisti del loro percorso di cura. Una corretta informazione scientifica è dunque una leva fondamentale del percorso di empowerment dei pazienti e del miglioramento della comunicazione con la classe medica”.
È proprio l’impatto sui pazienti e le speranze offerte da questi nuovi trattamenti in patologie a cattiva prognosi come il tumore del polmone e il carcinoma mammario triplo negativo a guidare l’impegno continuo di Roche nella ricerca scientifica in queste e in altre tipologie di tumori.
Ufficio stampa APCO Worldwide Valeria Manduchi, Valentina Del Prete