Comunitaria addio. Prove d’ascolto per la “legge europea”

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Nella audizione del ministro Ronchi in Senato richiamata l’attenzione sulla necessità di ridefinire struttura, tempi e contenuti
Il consolidamento storico dell’attuale iter procedurale della legge comunitaria che deborda oltre l’anno di riferimento e la natura che negli ultimi anni ha assunto, rappresentano le criticità sia di tecnica normativa che di contenuto. Per questi motivi nell’ audizione dinanzi alle Commissioni III e XIV del Senato, il ministro Ronchi ha richiamato di recente l’attenzione sulla necessità di dare attuazione al Trattato di Lisbona.
Il richiamo del ministro Ronchi
Maggiore efficienza e trasparenza, come espressioni di legittimità democratica, rappresentano, infatti, l’avvio della configurazione di una nuova Europa, in grado di tutelare più efficacemente gli interessi dei cittadini europei in una Unione a 27 e di far fronte alle sfide poste dalla globalizzazione.
La struttura dell’attuale legge comunitaria
Il responsabile del dicastero delle politiche comunitarie ha richiamato l’attenzione sulla necessità di ridefinire la legge comunitaria stigmatizzando la procedura che disciplina l’attuale testo normativo la cui caratterizzazione subisce “estenuanti navette tra i due rami del Parlamento, con il risultato che la sua approvazione definitiva (lo dimostra anche la vicenda di quella del 2009) difficilmente si ha prima della primavera dell’anno successivo a quello di riferimento”. Tali limiti sono sicuramente incompatibili con i richiami all’efficienza contenuti nel Trattato di Lisbona la cui entrata in vigore, dopo il superamento del lungo processo di integrazione che ha prodotto la modifica dei Trattati esistenti, impone all’Unione di dotarsi di procedure decisionali e metodi di lavoro più efficienti e trasparenti.
La proposta italiana: sdoppiare la legge comunitaria
La concretizzazione dell’intento programmatico italiano passa per la proposta di sdoppiamento della legge comunitaria. La nuova legge europea, che sostituirà la comunitaria, contiene tutti i contenuti tipici dell’attuale legge comunitaria e ad essa si accompagnerà una legge di delegazione europea, dedicata alle sole deleghe per il recepimento delle direttive, e una europea in cui andrebbero a confluire. Nella prospettiva del ministro Rochi la riforma “dovrebbe consentire di arrivare a una approvazione più rapida della prima delle due leggi europee, risolvendo così quanto meno il problema delle direttive”.
L’approvazione dell’attuale Comunitaria
Il 12 maggio scorso il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge (C2449 -C) recante Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee (legge comunitaria 2009). Il provvedimento, composto da 56 articoli, suddivisi in tre Capi, nonché degli allegati A e B, che elencano le direttive da recepire mediante decreti legislativi (10 direttive nell’Allegato A e 52 nell’Allegato B), ha subito ancora una volta un iter lungo e articolato: dopo la prima approvazione da parte della Camera, la modifica da parte del Senato e l’ultimo imprimatur da parte della Camera, è transitato nuovamente in Senato per la quarta lettura. Il testo definitivo licenziato da Palazzo Madama ha confermato, con 130 voti a favore (gli astenuti sono stati 108) gli emendamenti che aveva introdotto la Camera il 21 aprile in terza lettura.
Antonina Giordano
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/dal-mondo/articolo/comunitaria-addio-prove-dascolto-la-legge-europea