La questione è di quelle dibattute e controverse. Se l’utente con contratto prepagato esaurisce il proprio credito e non effettua una ricarica utile al rinnovo dell’offerta, gli operatori non bloccano più il traffico in uscita ma lo rendono disponibile pur in assenza di una volontà espressa dall’utente, addebitando però un costo aggiuntivo ai clienti che, anche inconsapevolmente o involontariamente, fruiscono dei servizi voce, Sms e dati.
Il costo del traffico erogato viene poi detratto dalla successiva ricarica.
L’Agcom ha censurato questa pratica utilizzata da parte di tre operatori di telefonia mobile.
Questo il contenuto della modifica contrattuale che il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha ritenuto in contrasto con la normativa di settore, comminando 696 mila euro di multa ciascuno alle società Tim, Vodafone e Wind Tre.