Aumento dell’età pensionabile

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La manovra 2010 prevede, tra gli altri provvedimenti, l’introduzione delle finestre “mobili” sia per pensioni ordinarie di vecchiaia che per pensioni di anzianità, con un slittamento di dodici mesi per i lavoratori dipendenti e di diciotto mesi per i lavoratori autonomi. Il provvedimento si applica a partire dal gennaio 2011 e sembra “strutturale”, nel senso che dovrebbe essere applicato a tutte le coorti di pensionati a partire da coloro che maturano i diritti nel 2011. In particolare il provvedimento uniforma il pensionamento ordinario di vecchiaia e il pensionamento anticipato per tutti e tre i regimi (retributivo, misto e contributivo).

Le donne e le nuove finestre:

Si tratta a tutti gli effetti di un aumento dell’età di pensionamento che avrà impatto soprattutto sulle donne. La normativa vigente prevedeva delle finestre di uscita “fisse”, quattro per vecchiaia e due per anzianità, a partire dalla data di maturazione del diritto. Ad esempio, un dipendente privato che avesse maturato il diritto alla vecchiaia nel gennaio 2011 sarebbe uscito nel luglio 2011, mentre ora deve aspettare il febbraio 2012; se avesse maturato il diritto nel febbraio 2011, deve aspettare il marzo 2012 invece del luglio 2011. Lo scorrimento della finestra comporta mesi di attesa aggiuntivi per vecchiaia, per i dipendenti, che variano dai sette ai nove mesi (per gli autonomi dai dieci ai dodici mesi). In media quindi ritardi di sei-sette mesi per i dipendenti, ritardi più lunghi per gli autonomi. Per quel che riguarda l’anzianità, gli effetti sono meno marcati in quanto l’attesa era comunque di circa sei mesi: un dipendente che avesse maturato il diritto tra il gennaio 2011 e il giugno 2011 poteva uscire solo nel gennaio 2012, mentre ora uscirà in uno dei mesi compresi tra il febbraio 2012 e il giugno 2012. L’attesa media è prolungata di circa tre mesi.
I risparmi sono stimati a circa un miliardo di euro per anno (1,2 miliardi di euro), di cui una buona parte è dovuto al posticipo delle pensioni di vecchiaia per i dipendenti privati. Èuna aumento dell’età di pensionamento che avrà impatto soprattutto sulle donne, perché in genere sono loro a uscire dal lavoro con trattamenti di vecchiaia. Infatti, per loro è più difficile aver completato l’anzianità contributiva necessaria a raggiungere i requisiti per anzianità. Da notare che anche coloro che potevano pensionarsi ad età inferiori a quelle della normativa grazie ai famosi 40 anni di contributi saranno ora costretti ad aspettare in media sei-sette mesi o anche un intero anno.

(di Agar Brugiavini da www.lavoce.info)