Nell’ambito dell’attività investigativa volta al contrasto della pedopornografia, delicate e complesse indagini hanno portato, oggi, alla esecuzione di tre misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Firenze su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze ed eseguite dalla Polizia di Stato: due misure cautelari sono state emesse a carico di due donne e madri e una a carico di un uomo.
A due indagati (un uomo di 40 anni di Grosseto e una donna di Terni che hanno una relazione sentimentale)sono stati contestati i reati di pornografia minorile(previsto e punito dagli art. 600 ter co.3 c.p.), per averdivulgato notizie e informazioni finalizzate allo sfruttamento sessuale dei minori di anni 18, prodotto (previsto e punito dall’art. 600 ter c. 1) materiale pornografico realizzato con minori di anni 18, nonché di violenza sessuale nei confronti di minori (di cui agli artt. 609 bis e 609 ter co. 1 n.1 e 5 e co.) per aver costretto una persona minore a subire rapporti sessuali. I reati sono stati commessi dai genitori della persona offesa minore degli anni dieci.
All’uomo e alla seconda donna di Reggio Emilia, sono stati contestati i reati di violenza sessuale nei confronti di minore degli anni dieci (di cui all’art. 609 bis e 609 ter co. 1 n. 1 e 5 e co. 2 c.p.), per aver costretto lapersona minore a compiere o subire atti sessuali, reato contestato in concorso tra i due indagati, per la donna,con l’aggravante di aver abusato della qualità di madre, nonché
di produzione di materiale pornografico (e i delitti previsti e puniti dall’art. 600 ter).
Le indagini, volte a verificare la presenza sul territorioitaliano di alcuni utenti attivi all’interno di gruppi a “tema pedofilo”, presenti sul circuito di messaggistica istantanea Telegram, hanno portato, lo scorso agosto, alla esecuzione di una perquisizione a carico dell’uomo che è stato tratto in arresto per aver divulgato e detenuto un ingente quantitativo di materiale pedopornografico. Gli sviluppi investigativi hanno consentito di accertare l’esistenza sulle piattaforme di Whatsapp e Telegram,utilizzate dall’uomo, di gruppi “attivi” dediti alla condivisione di link mega.nz, tutti riconducibili a contenuti pedopornografici e immagini/video in chiaro di minori intenti al compimento di atti sessuali, oltre alle chat intercorse tra gli stessi utenti. L’attività investigativa sotto copertura, delegata dalla procura della Repubblica, ha successivamente consentito di individuare alcuni utenti stranieri. L’analisi forense dei contenuti dei supporti informatici sequestrati ha fatto emergere la condotta delle due donne italiane, oggi tratte in arresto. Entrambe in contatto con l’uomo, per suo conto e su sua istigazione, fino al momento del suo arresto, avevano partecipato con lui a pratiche pedofile e alla produzione di immagini pedopornografiche, abusando loro stesse sessualmente delle proprie figlie sin dalla tenera età.
Le due bambine sono state affidate ai servizi sociali e condotte in luoghi sicuri.