Corte conti punta il dito contro strutture di Regioni e Comuni

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La crisi pesa sui conti pubblici e ora che è arrivato il momento di tirare la cinghia i sacrifici vanno bene, anche se purtroppo riguardano i piu’ deboli, ma basta con gli sprechi di denaro pubblico. A partire dalle autonomie territoriali che hanno strutture ”pletoriche” e costano, come nel caso delle Province, fino a 43 euro a testa (con punte fino agli 83 euro della Calabria). E’ il messaggio lanciato oggi dalla Corte dei Conti in occasione del giudizio di parificazione sul rendiconto dello Stato per il 2009 (rendiconto che ha ricevuto l’ok della magistratura contabile con alcune eccezioni). Il link è:
http://www.corteconti.it/in_vetrina/dettaglio.html?resourceType=/_documenti/in_vetrina/elem_0013.html
Messaggio che suscita commenti riflessioni da parte degli amministratori.
“Se e’ necessario chiedere sacrifici a molte categorie di cittadini, tra le quali purtroppo anche quelle piu’ deboli, – dice il procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia – appare ancor piu’ necessario affrontare con decisione e concretezza i problemi della cattiva amministrazione e dello spreco di pubblico denaro”. E parlando di denaro pubblico, proprio nel giorno in cui le frizioni tra amministrazioni locali e governo sulla manovra diventano ‘roventi, la magistratura contabile boccia la struttura ”pletorica” di Regioni ed enti locali ”ripartita in numerosissimi e spesso inutili centri di spesa” che ”richiedono soprattutto erogazione di stipendi, gettoni ed emolumenti vari per una moltitudine di amministratori, manager pubblici, consiglieri e consulenti”. E ancora peggio hanno ”un elenco di attività utili sovente a procurare unicamente opportunita’ di una comoda collocazione a soggetti collegati con gli ambienti della politica”. Insomma ”un sistema parcellizzato che rimane perennemente in attesa di un vero piano riformatore e che sopravvive grazie anche ai corposi trasferimenti agli enti locali, di cui all’apposito capitolo di spesa presso il Ministero dell’Interno (annualmente tra i 15 e i 20 miliardi) e che inevitabilmente alimentano anche un insieme di finalita’ ed interessi particolari, spesso mal controllati o controllabili”. Una struttura decentrata divisa spesso in numerosissimi ”centri, autorita’, enti, agenzie, commissioni, comunita’, societa’ miste, istituti, scuole ecc.”.
Dure le repliche dei Comuni e dei Presidenti di Regione. L’Anci parla di “ingenerose affermazioni” e di ”profonda mancata conoscenza dei servizi che i comuni erogano ai cittadini”. Dai Presidenti analoghe critiche, a partire dal presidente della Calabria chiamato direttamente in causa come esempio negativo: ”sin dalla prima seduta del Consiglio regionale – dice il Presidente Giuseppe Scopelliti – abbiamo tagliato del 25% le indennita’ accessorie dei consiglieri regionali e del 10% i fondi ai gruppi”. E il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani ricorda come le Regioni abbiano gia’ chiesto l’istituzione immediata di una Commissione straordinaria Governo-Regioni per valutare le spese di funzionamento, i costi gestionali e gli sprechi. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nota invece come attualmente ci sia una fase nella quale tutte le spese delle Regioni sono messe all’indice: non dico che non si possa ridurre la spesa ma non si deve esagerare”. Per il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo ”c’e’ un accanimento assurdo e si dicono cose spesso sbagliate: la mia Regione, per esempio, non ha nessuna sede all’estero”. La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, si dice invece ”sorpresa” dall’approssimazione del giudizio soprattutto per quanto riguarda l’inclusione delle scuole mentre secondo il coordinatore degli assessori al Bilancio della Conferenza delle Regioni, Romano Colozzi, ”c’e’ una lacuna vistosissima: le sanzioni sono solo a carico delle autonomie mentre gli sprechi piu’ consistenti si annidano nelle maglie dell’amministrazione centrale”. Infine il Presidente della Puglia, Nichi Vendola: ”gli sprechi, che riguardano Regioni, Province, Comuni e Ministeri, devono essere colpiti con forza ma la manovra di Tremonti non li sfiora nemmeno”.

Fonte: www.regioni.it