“Garantire l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali a un maggior numero di lavoratrici e lavoratori”. Così il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail, Giovanni Luciano, nell’intervista rilasciata ieri pomeriggio a Radio Anmil, network dell’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro. Nella diretta web, Luciano ha anche parlato della circolare Inail n. 13 del 3 aprile, che inquadra come infortunio sul lavoro l’infezione da nuovo Coronavirus avvenuta in occasione di lavoro.
Tre milioni e mezzo i non assicurati: tra loro anche i medici di base. “Sono tre milioni e mezzo i lavoratori senza la tutela assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali – ha osservato il presidente del Civ – Si tratta di varie categorie, tra cui vigili del fuoco, partite Iva, ma anche i medici di base, la cui attività, proprio nell’attuale emergenza sanitaria, si sta mostrando essenziale”.
“Necessario estendere la platea degli assicurati”. “Il mondo del lavoro e l’organizzazione produttiva sono cambiati – ha aggiunto Luciano – Il Testo unico del 1965, che individua le categorie destinatarie di assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, ormai non è più attuale. È un tema che abbiamo sollevato da tempo. Oggi dobbiamo garantire la tutela assicurativa Inail a un maggior numero di lavoratori e lavoratrici”.
“L’Istituto non può essere solo un veicolo per accumulare avanzo di bilancio”. Un obiettivo già raggiunto con i rider: dal primo febbraio scorso anche quelli con contratto di lavoro autonomo devono essere assicurati con l’Inail. “Un passo importante, a cui dovranno seguirne altri – ha osservato Luciano – L’emergenza sanitaria in corso, un vero e proprio tsunami che ci ha colpito, mostrerà il ruolo strategico per il Paese dell’Inail, un ente che non può essere solo un veicolo per accumulare avanzo di bilancio”.
Il contagio da Covid-19 inquadrato come infortunio sul lavoro. Il presidente del Civ, sottolineando il ruolo dell’Istituto in risposta alle conseguenze della pandemia che ha colpito l’Italia tra i primi Paesi al mondo, ha poi illustrato alcuni aspetti della circolare Inail n. 13 del 3 aprile. “La tutela dell’Istituto è garantita a chi ha contratto il Covid-19 sia in occasione di lavoro sia in itinere, cioè nel tragitto casa-luogo di lavoro-casa. La stessa tutela, inoltre, si estende anche al periodo di quarantena nei casi in cui il tampone effettuato risulti positivo per il contagio da nuovo Coronavirus”.