Tomasini: “Con lo smart working l’Inail affronta i nuovi compiti dell’emergenza Coronavirus”

0
217

Le nuove modalità di lavoro agile, la capacità di adattamento del personale Inail alle attività svolte in remoto, ma anche l’opportunità di ripensare le amministrazioni pubbliche secondo modelli organizzativi più sinergici e condivisi. Stefano Tomasini, direttore centrale Organizzazione digitale dell’Inail, in una videointervista rilasciata al Forum PA si è soffermato sul momento che stiamo vivendo e sulla capacità dell’Istituto, grazie ai suoi dipendenti e alle piattaforme tecnologiche, di gestire questa complessa fase lavorativa. Grazie all’esperienza già maturata negli anni precedenti, l’Inail è riuscito a far scattare lo smart working per gran parte dei propri dipendenti già dagli inizi dell’emergenza Covid-19 ed è stato in grado di affrontare anche le nuove competenze e l’incremento delle attività collegate al contrasto alla pandemia, come la validazione straordinaria dei dispositivi di protezione individuale, i riconoscimenti di infortunio sul lavoro per contagio da Covid-19, il supporto alle attività del Comitato tecnico scientifico, le iniziative informative e di sostegno, in particolare per gli operatori sanitari, e l’analisi delle situazioni di rischio connesse alla gestione della fase 2 dell’emergenza.

“Il lavoro agile avviato nel 2018 con una sperimentazione che ha coinvolto 360 persone”. Il lavoro agile, che oggi coinvolge la maggior parte dei dipendenti, è stato attivato con rapidità anche grazie a una fase sperimentale avviata da tempo. “Sul tema dello smart working – ha spiegato Tomasini – abbiamo avuto la fortuna di partire nel 2018 con una sperimentazione rivolta a 360 persone, che ci ha permesso di mettere a punto le postazioni nel loro complesso. Oggi all’Inail siamo in 4.600 a utilizzare le potenzialità del nuovo digitalworkplace. Stiamo utilizzando moltissimo Teams e tutti gli strumenti di collaboration di Microsoft”.

È possibile operare anche attraverso postazioni virtualizzate. Il numero dei fruitori del lavoro agile è stato esteso al personale anche mediante la possibilità di utilizzare i propri dispositivi informatici. “Il nuovo digitalworkplace – come precisato dal direttore centrale della Dcod – ha abilitato l’utilizzo di tutti gli strumenti dell’Inail e delle applicazioni istituzionali dalla propria casa. Oltre ai 4.600 lavoratori abilitati con i primi segnali del Covid-19, abbiamo poi rapidamente incrementato il numero  di dipendenti abilitati a lavorare in remoto, sino a consentire a  tutti i dipendenti Inail di  accedere alle procedure istituzionali ed alle piattaforme di collaboration e comunication con i propri device personali, in modalità sicura attraverso la virtualizzazione del desktop aziendale”.

Il personale si è adattato a un modo diverso di lavorare. Tomasini ha sottolineato come il personale Inail si sia adeguato alle nuove modalità di lavoro agile in maniera abbastanza rapida e che, salvo alcune professionalità specifiche, la maggior parte dei dipendenti può operare in modalità agile. “Al di là delle funzioni svolte da medici, infermieri e personale amministrativo di supporto, che hanno la necessità di recarsi presso gli ambulatori per erogare i servizi per gli infortunati, tutti i dipendenti possono svolgere le proprie attività da remoto, in modalità agile”.

“È un’occasione per testare dal vivo la nostra capacità di adattamento”. A giudizio del direttore centrale della Dcod, la drammatica emergenza sanitaria che stiamo vivendo può rappresentare “un’occasione per testare, in tempo reale, la capacità di mettere a frutto e capitalizzare un diverso approccio al lavoro. Un’impostazione culturale capace di comprendere al proprio interno l’utilizzo di nuove piattaforme di comunicazione e un modo diverso di operare basato sugli obiettivi e sulla tracciabilità dei risultati raggiunti da ciascuna struttura”.

“Creata una dashboard con finalità conoscitive, non di controllo”. Tomasini si è soffermato anche sulla creazione di un sistema conoscitivo in grado di fornire utili indicazioni alla dirigenza. “In tempi molto brevi abbiamo messo in piedi una dashboard con un approccio essenzialmente conoscitivo, non con funzioni di controllo, offrendo alla dirigenza Inail la possibilità di percepire come le persone stanno lavorando all’interno dell’ecosistema digitale dell’Istituto”.

“Opportuno un ripensamento del modello organizzativo della PA”. L’approccio al lavoro, secondo modalità sempre più agili e digitali, si accompagna a un nuovo modo di intendere i rapporti tra le amministrazioni pubbliche. È opportuno – ha spiegato Tomasini a questo proposito – un ripensamento del modello organizzativo dell’amministrazione pubblica. In quest’ultimo anno l’Inail ha avviato collaborazioni importanti con altre amministrazioni, tra cui il Ministero della Salute, per il quale eroga servizi infrastrutturali. La nostra è una sinergia finalizzata a raggiungere percorsi di miglioramento e standardizzazione”.

“Occorre avviare un percorso di aggregazione e convergenza delle piattaforme e dei servizi digitali”. Secondo il direttore centrale della Dcod, è sempre più auspicabile una collaborazione tra le pubbliche amministrazioni in grado di favorire percorsi sinergici di concentrazione dei servizi e delle piattaforme. Nell’ambito dei processi lavorativi – ha aggiunto – è inimmaginabile che ogni amministrazione pubblica, su attività comuni, si organizzi in maniera differenziata, in quanto è opportuno convergere verso soluzioni standardizzate sotto il profilo organizzativo. Questo approccio potrà consentirci di ripensare il nostro modo di erogare i servizi. Se vogliamo stare al passo con i tempi e valorizzare le competenze, dobbiamo intraprendere un percorso di aggregazione e convergenza delle piattaforme e dei servizi digitali. Il cittadino-utente non è più in grado di comprendere le forti differenziazioni esistenti tra le varie PA” .

Tecnologia, organizzazione e percorsi di formazione. Indispensabile nel nuovo modo di pensare i modelli amministrativi appare il funzionamento del binomio tecnologia-organizzazione, accompagnato da adeguati strumenti di formazione. Ciò che la tecnologia abilita – ha precisato Tomasini – può essere messo in campo soltanto dall’organizzazione. Se queste due piste non viaggiano in maniera sinergica, le opportunità create dall’una non possono essere sfruttate dall’altra. Un altro elemento importante sono le persone. Nelle future selezioni, particolare attenzione andrà attribuita a quelle specializzazioni e professionalità che abilitano il percorso verso il digitale. In questa direzione vanno anche i percorsi di formazione per il personale già in servizio. In questi giorni stiamo mettendo a disposizione dei colleghi che lavorano da casa tutta una serie di corsi, webinar, finalizzati ad accompagnarli in questa fase. Finora da parte del personale c’è stata una buona accoglienza verso questi nuovi supporti formativi”.

“Dobbiamo cambiare il nostro modo di interagire”. Il direttore centrale della Dcod ha concluso sottolineando come la difficile esperienza di queste settimane possa offrire utili indicazioni per nuovi punti di partenza. “Stiamo cercando di dotarci di persone – ha detto – in grado di gestire i processi, governare le forniture, i gruppi di lavoro, i progetti, che sappiano svolgere il proprio ruolo attraverso l’utilizzo delle piattaforme, comunicando e interagendo in modo efficace. Il problema non è soltanto la gestione di questa fase di crisi, ma tutto quello che verrà dopo. Sarà opportuno fare memoria e tesoro dell’esperienza che stiamo vivendo al fine di cambiare il nostro modo di interagire e andare all’obiettivo in maniera sempre più digitale e al passo con i tempi”.