La crisi causata dalla pandemia continua a farsi sentire forte nei mercati mondiali; a questa logica purtroppo non si sottrae la produzione enoica. In Italia la tappa più attesa è ovviamente la riapertura di bar e ristoranti, dove passa una quota fondamentale dei consumi enoici di qualità. È il primo passo verso l’agognato ritorno alla normalità, ma certo non basterà – da solo – a salvare i bilanci di un comparto che lega una buona metà del proprio fatturato all’export (6,4 miliardi di euro nel 2019). Soprattutto nel caso di tante aziende di primo piano, specie dei territori e delle denominazioni più prestigiose.
Dal mondo i segnali che arrivano non sono ancora positivi; ma qualche spiraglio di luce inizia a vedersi in Asia, mentre in Europa e Nord America, la grande distribuzione e l’online la fanno da padroni
Gli imprenditori del vino sono pronti a ripartire, ma facendo un passo alla volta, calibrato alle possibilità ed alle aperture che ogni Paese sarà in grado di dare.