Giugno è stato il mese della graduale riapertura del nostro paese e con l’arrivo della tanto attesa Fase 3, gli italiani si preparano ad affrontare una nuova normalità. Molti hanno già ripreso le attività lavorative ‘in presenza’ e tanti altri si apprestano a tornare nei propri luoghi di lavoro e, a questo proposito, Rentokil Initial Italia, azienda leader mondiale in disinfestazione e in servizi per l’igiene, ha commissionato a BVA-Doxa una ricercai per indagare il cambiamento delle abitudini degli italiani negli ambienti di lavoro rispetto all’igiene, a seguito della pandemia COVID 19. È emerso non solo un cambiamento significativo nei propri comportamenti, ma anche la comparsa di nuove abitudini e attenzioni rispetto alle persone e all’ambiente circostanti. Ad esempio, tra gli intervistati 1 persona su 5 (21%) ha ammesso che prima dell’emergenza sanitaria prestava poca (o nessuna)attenzione all’igiene delle mani sul luogo di lavoro. Con l’arrivo in Italia del SARS-CoV-2 invece, la totalità degli italiani (98%)presta ora molta o abbastanza attenzione all’igiene delle mani sul luogo di lavoro.
“La maggiore attenzione verso l’igiene emersa dall’indagine è solamente uno dei tanti segnali che indicano quanto l’emergenza sanitaria abbia in un certo senso responsabilizzato le persone. Anche grazie alle numerose campagne di informazione del Ministero della Salute a supporto della prevenzione, ora c’è una maggiore consapevolezza di quanto anche solo una semplice stretta di mano – in assenza di un corretto lavaggio e igienizzazione – possa rappresentare un rischio per la propria salute” – commenta Luca Peretti, Quality, Safety, Health & Environment Manager di Rentokil Initial Italia.
“Questa vicenda che ci siamo trovati ad affrontare in modo del tutto inaspettato ha provocato profonde trasformazioni nella quotidianità di tutti noi e l’ambiente di lavoro è sicuramente uno degli ambiti che hanno subito il maggior impatto.” – dichiara Paolo Colombo, Research Manager di BVA-Doxa – “Al di là del lungo periodo di smart-working (per molti ancora in essere) o di interruzione dell’attività lavorativa, l’emergenza sanitaria ha portato un fortissimo aumento del livello di attenzione per la cura dell’igiene – in special modo delle mani e delle superfici – e per la disinfezione dei locali, dove si è passati dal 60-70% a valori che sfiorano la totalità.
I dati sull’igiene delle mani vengono rafforzati dalle risposte degli italiani che lavorano in ufficio. Dall’indagine si evince infatti che questa categoria di lavoratori ha rivoluzionato le proprie abitudini: prima dell’arrivo del coronavirus, solamente il 14% di essi prestava attenzione all’igiene delle superfici come esempio le scrivanie, a fronte del 66% che dichiara adesso di prestare invece molta attenzione a questo aspetto al proprio rientro. E se gli accorgimenti in fatto di igiene possono sembrare tutto sommato una conseguenza scontata, in realtà i cambiamenti sono più profondi e toccano in qualche modo anche il modo di relazionarsi con gli altri.
“Presso il campione di 1000 lavoratori intervistati abbiamo rilevato una diffusa e radicata consapevolezza della necessità di distanziamento sociale, che si tradurrà non solo nella riorganizzazione dei modelli operativi e degli spazi lavorativi, ma anche in nuovi comportamenti di trasporto e mobilità e in diverse modalità di fruizione degli spazi comuni e dei momenti di pausa” – continua Colombo.
Il 74% degli italiani intervistati ha infatti affermato che sta già facendo attenzione al distanziamento sociale nei luoghi di lavoro, o ha comunque intenzione di farlo al suo rientro. La pandemia non sta risparmiando neanche uno dei momenti di socialità più importanti al lavoro, la pausa pranzo: più di 1 persona su 3 (36%) afferma che al rientro sul posto di lavoro preferisce mangiare da sola piuttosto che con i colleghi. Tante precauzioni quindi che sono quindi il frutto di timori certamente giustificati dato l’enorme impatto e le pesanti conseguenze che la pandemia ha avuto nel nostro Paese. Tuttavia è possibile cominciare a pensare a un ritorno alla normalità anche in ufficio, con azioni che vedono il contributo di tutti, datori di lavoro e dipendenti.
“Un altro dato interessante che emerge dall’indagine è anche come lo stesso datore di lavoro possa aiutare i propri dipendenti a gestire e vivere meglio l’ambiente lavorativo, tanto che il 37% delle persone ha affermato che apprezzerebbe l’organizzazione di training sulle buone pratiche di igiene negli spazi comuni” – conclude Peretti.
Rentokil Initial
Rentokil Initial è il maggior fornitore al mondo di servizi per le aziende. Da oltre 90 anni l’azienda – nata dalla fusione di due società – si occupa di Pest e Hygiene Services. Attiva in oltre 65 Paesi al mondo – in Europa, Asia, Oceania, America e Africa – conta più di 35.500 dipendenti e un fatturato annuo di £ 1.9 miliardi. La filiale italiana opera oggi con due divisioni: Initial Hygiene, specializzata in servizi per l’igiene e marketing olfattivo, che si è ampliata grazie all’acquisizione di CWS-boco Italia, e Rentokil Pest Control, dedicata ai servizi per la disinfestazione e monitoraggio degli infestanti. Lo staff è composto ora da circa 600 dipendenti, con un personale tecnico suddiviso su molteplici filiali nel territorio nazionale, che prestano il proprio servizio ad oltre 27.000 clienti.
FRANCESCO PALMERINI