La ‘difesa’ dei vini e dell’agricoltura dalla crisi da coronavirus deve passare attraverso proposte concrete. In Toscana si studiano alcune possibilità L’accesso al credito bancario riservato ai viticoltori, grazie all’accordo con il Monte dei Paschi che garantisce un prestito garantito dal vino in cantina; lo stoccaggio del prodotto fuori della zona di produzione; il posticipo dell’immissione al consumo dell’annata 2019, sul mercato solo a partire dal 1 gennaio 2021; la costituzione di un fondo di stabilità fino a 1,5 milione di euro per la denominazione Chianti Classico, sostenuto dalle aziende imbottigliatrici, che verrà usato per integrare i contributi per la riduzione volontaria delle rese e, in estrema ratio, per acquistare partite di vino sfuso Chianti Classico 2019 per salvaguardare il lavoro dei viticoltori.
Queste le principali misure di sostegno.
Come ha spiegato il presidente del Consorzio del Chianti Classico, Giovanni Manetti, a WineNews, “compito dei Consorzi è sia la valorizzazione che la tutela, anche di ciò che è stato costruito in anni di duro lavoro. Abbiamo chiesto un sacrificio agli imbottigliatori, che pagheranno un centesimo in più a bottiglia, per costituire un fondo di stabilità della Denominazione. Decideremo nelle prossime settimane come usare queste risorse”.