Le patologie dell’apparato muscoloscheletrico affliggono tre lavoratori su cinque e rappresentano tra le tecnopatie più diffuse e comuni in Europa, interessando trasversalmente addetti di comparti produttivi diversi. Propro per questo motivo, è necessario parlarne diffusamente, puntando a sensibilizzare su questo tema gli stessi lavoratori, i datori di lavoro, le associazioni professionali e le parti sociali, le istituzioni e l’opinione pubblica, e fornendo informazioni su come prevenirle e gestirle.
A Bruxelles il calcio d’inizio della campagna. Le patologie muscoloscheletriche sono al centro della campagna europea “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico!”, che l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha) promuove nel triennio 2020-2022 in tutta Europa. La campagna è stata presentata ufficialmente a Bruxelles lunedì 12 ottobre da Nicolas Schmit, commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali, da Hubertus Heil, ministro federale del Lavoro e degli affari sociali della Germania in rappresentanza della Presidenza tedesca del Consiglio europeo, e dal direttore esecutivo dell’Agenzia, Christa Sedlatschek.
In Italia sarà promossa dall’Inail, Focal Point Eu-Osha. Dopo l’evento di lancio a Bruxelles, la campagna si articolerà lungo i prossimi mesi in una serie di azioni, eventi, premi di buone pratiche, incontri accademici e contributi editoriali, e sarà coordinata nel nostro Paese dall’Inail, Focal Point nazionale Eu-Osha attraverso la Direzione centrale prevenzione, con il sostegno dei partner ufficiali e della rete Enterprise Europe. Come supporto scientifico alla campagna, è già disponibile il primo articolo redatto dai ricercatori Inail nell’ambito della collaborazione con l’Agenzia, che prevede l’elaborazione di quattro contributi sulla prevenzione delle patologie muscoloscheletriche.
Come si manifestano i disturbi muscoloscheletrici. A provocare l’insorgere di questo tipo di disturbi, attraverso mal di schiena e dolori agli arti superiori, possono essere fattori potenziali di rischio come ripetitività di movimenti, sedute prolungate, posture scorrette, sollevamento di carichi pesanti. A esserne colpiti sono i muscoli, le articolazioni, i tendini o le ossa, e questo può impattare negativamente sulla qualità della vita professionale e sociale dei lavoratori.
Focus anche sui rischi psicosociali derivanti dall’emergenza sanitaria. La campagna interesserà lavoratori e datori di lavoro di tutti i settori, focalizzandosi in particolare sui settori a più alto rischio, come quello dell’assistenza sanitaria e dell’educazione della prima infanzia, e proponendo soluzioni e approcci mirati di corretta gestione dei movimenti del corpo. Un’attenzione particolare sarà riservata anche ai rischi psicosociali e a quelli emergenti derivanti dalla digitalizzazione, dall’innovazione tecnologica, e dalle nuove modalità organizzative del lavoro, che a causa dell’emergenza da Covid-19 hanno indotto molti lavoratori a lasciare gli uffici e a lavorare da casa.
Dalle istituzioni europee pieno appoggio alle tematiche della campagna. Per il commissario Schmit, “la Commissione sostiene fermamente la campagna varata dall’Agenzia. Garantire il miglior ambiente di lavoro possibile è fondamentale per la salute e il benessere dei lavoratori e rappresenta un dovere di tutti i datori di lavoro”. Dello stesso avviso il ministro Heil, per il quale “i disturbi muscoloscheletrici sono diffusi in tutti i paesi europei e colpiscono tutti noi in modi diversi. Occorre gestirli in tutti gli ambienti di lavoro, dalle fabbriche e dai saloni di parrucchieri ai reparti ospedalieri e agli uffici”.
Eu-Osha: attenzione anche alle ripercussioni su economia e sanità. Sui costi che i disturbi muscoloscheletrici apportano alle aziende e ai sistemi sanitari nazionali si è soffermata invece Christa Sedlatschek. “Oltre a subire sofferenze umane – ha affermato il direttore Eu-Osha – i lavoratori affetti da queste patologie si assentano dal lavoro con maggiore frequenza e per periodi di tempo più lunghi, probabilmente sono meno produttivi nello svolgimento delle proprie mansioni e spesso vanno in prepensionamento. È un duro colpo per le imprese e un onere enorme per le economie nazionali. L’intervento e la riabilitazione precoci sono vitali e possibili. Collaborando e adottando buone prassi ora, si possono prevenire questi disturbi nelle future generazioni di lavoratori”.