Covid-19/ Lavoro agile, reinserimento dei lavoratori infortunati: presentati a Forum Pa 2020 “Restart Italia” i progetti Inail

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 Il ricorso massivo al lavoro agile durante l’emergenza epidemiologica ha permesso la prosecuzione dell’erogazione dei servizi da parte delle pubbliche amministrazioni, coinvolgendo nella fase 1 oltre il 70% di lavoratori, e ha garantito la continuità del lavoro anche nel settore privato. Questo utilizzo è stato reso più agevole dall’informativa predisposta dall’Inail con le indicazioni per eliminare o ridurre i rischi nelle prestazioni indoor e outdoor. Insieme a una panoramica quantitativa e qualitativa degli infortuni lavorativi da Covid-19, hanno affrontato questi argomenti le relazioni dei professionisti e ricercatori Inail, intervenuti a Forum Pa 2020 “Restart Italia” nel webinar trasmesso martedì 3 novembre all’interno della rubrica “Lavoro & Welfare”.

Il webinar Inail disponibile sulle piattaforme web e video del Forum. Dopo l’edizione digitale di luglio, anche l’appuntamento autunnale (2-6 novembre) del Forum Pa, il salone nazionale della pubblica amministrazione, si svolge completamente online. L’Inail ha offerto il proprio contributo con uno stand virtuale, dove sono scaricabili i materiali prodotti dall’Istituto, e con la partecipazione in video all’interno di “Lavoro & Welfare”, lo spazio web gestito per tutta la settimana in condivisione con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e con altri enti e agenzie di sicurezza sociale: Inps, Inapp, Anpal e Inl. Il webinar, moderato da Massimiliano Roma, può essere rivisto dagli utenti sul portale del Forum Pa e sui canali video della manifestazione al termine dell’evento.

A Forum Pa anche le “belle storie” di Claudio e Loretana. A intervallare i contributi è stata la trasmissione dei video della campagna di comunicazione sul reinserimento professionale dei disabili da lavoro, lanciata di recente dall’Istituto. Seduto sul proprio trattore il primo e intervistata all’interno del suo pastificio la seconda, Claudio Narduzzi e Loretana Puglisi raccontano il loro infortunio sul lavoro e sono i testimonial dell’iniziativa con cui l’Inail mette a disposizione finanziamenti fino a 150 mila euro per interventi di adeguamento e azioni formative mirate. Oltre al racconto dei due protagonisti, sono andati in onda anche i promo della campagna, che è on air per circa un mese dal 26 ottobre scorso.

Smart working tra mutamenti organizzativi e prevenzione dei rischi psicosociali. Nel primo intervento al webinar, elaborato da Cristina Di Tecco e Sergio Iavicoli (Dimeila, Dipartimento di medicina, epidemiologia e igiene del Lavoro e ambientale), sono stati ripercorsi criteri, benefici e difficoltà di utilizzo del lavoro agile per emergenze, la modalità di svolgimento della prestazione lavorativa incrementata dall’acuirsi della crisi sanitaria da Coronavirus. Individuato dal governo come misura contenitiva del contagio, lo smart working emergenziale si caratterizza per la sua flessibilità organizzativa, presentando elementi di forza e punti di debolezza. Se tra i primi rientrano la continuità della prestazione lavorativa, il sostegno alle attività familiari, il supporto alla sostenibilità ambientale e alla mobilità urbana, nella seconda categoria sono ascrivibili il rischio di isolamento, il mancato coinvolgimento del lavoratore nelle dinamiche aziendali, la necessità di regolare orari e diritto alla disconnessione, la convivenza in ambienti popolati, i rischi dovuti a sovraccarico tecnologico e iperconnessione, con conseguenze complessive sul benessere psicofisico del lavoratore.

Il lavoro agile nelle Pa. Il Dimeila, che analizza i rischi connessi all’evoluzione del mondo del lavoro, ha allo studio la diffusione e percezione del lavoro agile attraverso tre ambiti di ricerca. Il primo, nell’ambito del protocollo di intesa tra il Ministro della Funzione pubblica e l’Inail, offrirà una maggiore comprensione degli effetti del lavoro agile sul benessere dei lavoratori attraverso un’indagine conoscitiva a campione, rivolta a dirigenti e non, rappresentativo delle differenti tipologie di amministrazioni pubbliche.

L’incremento dello smart working nel privato. Nel secondo sarà esaminato il cambiamento che la diffusione del lavoro agile sta avendo nel settore privato, rilevato in base a variabili socio-demografiche ed economiche e attraverso l’analisi dei dati delle richieste pervenute al Ministero del Lavoro nel periodo dell’emergenza.

Un’indagine sul lavoro agile fra i dipendenti dell’Istituto. I risultati di una ricerca longitudinale condotta in un progetto pilota all’interno dell’Inail saranno al centro del terzo focus di studio. Svolta in 3 tempi di rilevazione, prima e dopo l’emergenza sanitaria (dicembre 2018, dicembre 2019 e luglio 2020), l’indagine ha coinvolto circa 300 dipendenti dell’Istituto in smart working ed esaminerà le differenze di percezione degli aspetti organizzativi e degli strumenti di lavoro disponibili, nonché dello stato di salute psicofisico presente nelle diverse modalità di svolgimento del lavoro.

Dall’Inail indicazioni per lo smart working sicuro. A illustrare tutte le implicazioni per la salute e la sicurezza sul lavoro connesse alla modalità di svolgimento del lavoro agile è stato il secondo contributo, curato da Claudio Kunkar e Loredana Quaranta, professionisti presso la Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp). Dopo un breve riassunto della legge 81/2017, che introduce nel nostro ordinamento il lavoro agile, e della direttiva Pdcm 3/2017, che regola quadro di riferimento e contenuti minimi dell’informativa per le prestazioni di lavoro svolte indoor e outdoor, è stata analizzata in dettaglio l’informativa predisposta dall’Inail, disponibile sul sito dell’Istituto.

In 5 capitoli tutto quello che c’è da sapere. Il documento si compone di una parte introduttiva, che richiama gli obblighi dei lavoratori e i comportamenti di prevenzione generale da adottare, e di 5 capitoli con le indicazioni per attività lavorative in spazi all’aperto, in ambienti chiusi, sull’utilizzo sicuro di attrezzature e strumenti di lavoro, sull’uso corretto di impianti elettrici, e da ultimo sul rischio incendi. Le informazioni presenti nei capitoli sono collegate ai diversi scenari lavorativi, e di ognuno vengono evidenziate le singole peculiarità. Ad esempio, per citarne qualcuna, il lavoro agile in interni non deve svolgersi accanto a pareti con muffe o condensazioni così come l’uso di pc e tablet va intervallato da pause per far riposare la vista e sgranchire le gambe.

Gli incidenti lavorativi da Covid-19: l’analisi dei dati. L’esame particolareggiato al 30 settembre scorso delle infezioni da Covid-19 avvenute in ambiente professionale o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa, tutelate come infortuni sul lavoro, è stato il tema dell’ultimo intervento, curato da Adelina Brusco, professionista della Consulenza statistico attuariale (Csa).

Oltre 50 mila le denunce arrivate all’Inail. All’ultimo monitoraggio effettuato a fine settembre, i casi segnalati all’Inail sono stati 54.128, pari a circa il 15% del complesso delle denunce pervenute dall’inizio dell’anno, con un’incidenza del 17,2% rispetto al totale dei contagi nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss), e con un’età media fissabile intorno ai 47 anni. Gli eventi mortali sono stati 319, pari a circa un terzo del totale dei decessi denunciati all’Inail dall’inizio dell’anno. Da segnalare, tra le comunità di lavoratori stranieri più colpite, sia nelle denunce che nei decessi, la romena, la peruviana e l’albanese.

Sanità e assistenza sociale tra i settori più esposti. Nell’intervento è stato spiegato che il settore della sanità e dell’assistenza sociale è risultato essere il più colpito, con il 70,3% delle denunce e il 21,3% dei decessi codificati, con tecnici della salute, operatori sociosanitari e medici tra i più presenti nelle categorie professionali maggiormente esposte. Riguardo alla ripartizione territoriale, infine, la Lombardia è al primo posto con il 41,7 %, seguita da Emilia Romagna e Piemonte, mentre le ultime tre sono Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Calabria.