Il vino affinato in mare conquista la sua fetta di mercato

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Le idee innovative, soprattutto nei periodi di crisi, possono affermarsi, certo in una logica di nicchia e trovare comunque il loro spazio nel mercato enoico.
Un vino affinato sott’acqua, che arriva sulla tavola direttamente in anfora, come accadeva ai tempi di Fenici, Greci e Romani. L’Idea è nata a Gavorrano, in Maremma, a Podere San Cristoforo, azienda biodinamica del produttore Lorenzo Zonin che ha messo a punto il metodo “S’Amfora”.
L’utilizzo di questa pratica, che sta spopolando, si basa sul fatto che il fondo marino sia un ambiente ideale per affinare i vini: le temperature del fondale marino sono costanti e l’affinamento avviene in assenza di luce.
Il risultato è che il vino così affinato conserva le sue caratteristiche organolettiche. Oltre a quello già citato, ci sono altri produttori che utilizzano questo metodo: la cantina ligure Bisson, quella Santa Maria La Palma (Alghero), la Tenuta del Paguro (Ravenna), Emanuele Kottakis che con Jamin nelle acque di Portofino affina lo champagne, l’Azienda Agricola Arrighi che sull’Isola Elba sta portando avanti il progetto “Nesos, il vino marino”.
Ma anche in altre nazioni la tecnica è utilizzata anche da aziende di alto lignaggio.