Tasse locali, Contribuenti.it: boom nel 2010, serve istituire la figura di Mister Fisco

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Le tasse locali, nel 2010, sono cresciute del 8,6% passando da 106,2 a 121,6 miliardi mentre quelle statali sono aumentate dell’ 3,4%. Lo studio, condotto da Krls Network of Business Ethics per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani sarà pubblicato nel prossimo numero di ottobre del mensile Contribuenti.it, il free-press che informa gratuitamente i contribuenti italiani. Il “fisco locale” pesa ogni anno per 2.482 euro a testa sui cittadini italiani. I contribuenti hanno pagato nel 2010 in media 1.995 euro di tasse alle Regioni, 393 euro ai Comuni e 94 euro alle Province. I più tartassati sono i napoletani con 2.885 euro pagati a testa. Napoli prima, Campobasso ultima, ma stavolta i contribuenti del capoluogo campano avrebbero fatto a meno di questo primato. È infatti Napoli, tra tutti i comuni capoluogo d’Italia, dove la pressione la pressione tributaria locale è cresciuta di più nel 2010. Ogni abitante del comune partenopeo verserà nel corso del 2010 ai propri enti locali, imposte, tasse, tributi e addizionali varie per 2.785 euro contro una media nazionale di 2.482 euro anche se il capoluogo partenopeo è da ritenere fuori classifica, visto che tra le entrate tributarie provinciali annovera la tassa rifiuti, che «falsa» la classifica: da sola incide per 607 euro contro la media nazionale di 237 euro. Al secondo posto c’è Milano con 2704. Al terzo posto si trova Roma con 2634, al quarto Genova con 2582, al quinto Perugia con 2515, al sesto Pescara con 2511, al settimo Firenze con 2403, all’ottavo Palermo con 2398, al nono Aosta con 2383 euro al decimo Bologna con 2394 euro. Chiude la classifica nazionale Campobasso, con soli 705 euro pro capite. Nello studio, Krls Network of Business Ethics ha analizzato tutti i “balzelli” applicati dagli enti locali, intesi come sommatoria delle imposte versate dai contribuenti ai Comuni, Provincie e Regioni. Imposte che ciascun ente locale applica, per legge, ai propri residenti, sia persone fisiche che giuridiche. Per i Comuni sono state esaminate le principali fonte di gettito tributario quali l’Ici, l’addizionale comunale Irpef, Iciap, l’imposta sulla pubblicità e la tassa cimiteriale. Per la Provincia, invece, l’imposta sulla Rc auto, l’addizionale sulla bolletta dell’Enel, l’imposta di trascrizione e la tariffa rifiuti urbani. Per la Regione, infine, l’Irap, la compartecipazione all’Iva, all’addizionale regionale sull’Irpef e la compartecipazione sulle accise della benzina. Tra le entrate extratributarie, invece, sono state prese in considerazione le multe automobilistiche e la tariffa oraria per la sosta auto. Dallo studio è emerso anche come avviene la ripartizione delle imposte tra gli enti locali: il 54,3% va alle Regioni, il 40,6% dei Comuni ed il rimanente 5,1% alle Province. “Dall’analisi dei dati emerge un quadro allarmante – afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – Si pagano più tasse dove si ricevono meno servizi. Serve un Garante per la sorveglianza dei tributi da istituire presso le Prefetture. L’attività di Mister Fisco dovrà essere indirizzata verso tre filoni d’azione: la sorveglianza della tassazione degli enti locali, sia attraverso le segnalazioni dei cittadini sia attraverso una più stretta collaborazione con la Guardia di Finanza; il coordinamento ed il confronto con le altre istituzioni locali e nazionali nel contrasto all’evasione fiscale e l’attuazione della tax compliance”.