Il reddito di pensione non deve superare i 18mila euro annui. La domanda va inoltrata all’ente erogatore. I contribuenti “a riposo” che percepiscono un reddito di pensione non superiore ai 18mila euro, a partire dal 2011, possono scegliere di versare a rate il canone di abbonamento alla televisione pubblica, mediante trattenuta mensile sulla pensione.Questa, in sintesi, la norma agevolativa contenuta nell’articolo 38, comma 8, del Dl 78/2010, che si completa e definisce con il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 29 settembre. Nel documento sono individuati i termini e le modalità di versamento e certificazione da parte degli enti pensionistici, specificati i requisiti e chiarite alcune situazioni particolari.Sul punto “requisiti”, l’Agenzia sottolinea che i destinatari dell’agevolazione devono essere titolari di trattamenti pensionistici, anche di natura assistenziale (come gli assegni sociali e di invalidità civile), erogati con cadenza mensile.Il limite reddituale di 18mila euro vale anche nell’ipotesi in cui il pensionato riceva due o più pensioni da diversi enti: in questo caso, la domanda di rateazione mediante ritenuta può essere presentata indifferentemente a uno degli istituti erogatori.
Sui “termini”, il provvedimento fissa la deadline per il contribuente al 15 novembre. Entro questa data gli interessati dovranno inoltrare la richiesta al proprio ente pensionistico, secondo le modalità stabilite dallo stesso.
Dopo due mesi, entro il 15 gennaio, l’ente fa sapere al pensionato se la sua domanda è stata accolta o respinta. Poi, l’interlocutore cambia, l’istituto di previdenza è tenuto, infatti, a comunicare on line all’Agenzia delle Entrate:
– entro il 20 gennaio, i dati anagrafici di coloro che hanno ottenuto il pagamento rateale
– ogni due mesi, le informazioni relative ai pensionati prima ammessi al beneficio e in seguito esclusi. In questi casi, l’ente, oltre a quantificare l’importo trattenuto e quello residuo, deve motivare la determinazione. Le prime eventuali “cessazioni” andranno quindi trasmesse entro febbraio
– entro dicembre, i dati dei contribuenti che hanno regolarmente saldato il conto del canone Rai.
Naturalmente, le somme trattenute, in un massimo di undici rate e senza applicazione di interessi, vengono “girate” dall’ente all’erario: il termine è il 16 del mese successivo. L’ultimo step, sempre a carico dell’istituto previdenziale, è costituito dalla certificazione al pensionato dell’avvenuto pagamento dell’intero canone.
Alcune situazioni particolari
Poiché l’agevolazione è rivolta ai titolari di abbonamento alla televisione, con reddito di pensione fino a 18mila euro riferito al periodo d’imposta antecedente a quello della richiesta, cosa succede ai neopensionati che non hanno percepito alcuna pensione nell’anno precedente?
Nessun problema, anche questi potranno presentare la domanda, a condizione che la rata mensile della pensione, rapportata all’anno, non superi il limite fissato. Se, per un qualsiasi motivo, la pensione non viene più erogata, l’ente comunica al contribuente o ai suoi eredi lo stato dell’arte, cioè il totale delle somme trattenute a titolo di pagamento del canone Rai e l’importo residuo da assolvere. L’Agenzia delle Entrate, le modalità di versamento.
Paola Pullella Lucano
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