Individuare strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale per l’erogazione di prestazioni riabilitative ai lavoratori che continuano a soffrire di postumi debilitanti a distanza di mesi dal contagio da Sars-CoV-2. È questo l’obiettivo dei nuovi avvisi regionali pubblicati dall’Inail, che puntano a garantire un approccio alla riabilitazione degli assistiti di tipo multi-assiale, in grado cioè di prendere in carico ogni caso sulla base delle specifiche esigenze terapeutiche post Covid-19, che possono interessare l’aspetto respiratorio, cardiologico, muscolare e neurologico. Il fenomeno, oggetto di studio e analisi da parte dei ricercatori a livello internazionale, è denominato in letteratura scientifica “Long-Covid”.
Bettoni: “È un ulteriore tassello nel percorso di tutela costruito in questo anno difficile”. “Gli ultimi dati – spiega il presidente dell’Istituto, Franco Bettoni – fanno registrare ben oltre 150mila denunce di contagio da Covid-19 in occasione di lavoro. Fin dall’inizio della pandemia ci siamo attivati per assicurare il massimo sostegno possibile a tutti i nostri assistiti colpiti dal virus e alle loro famiglie, attraverso l’erogazione dell’ampia gamma di prestazioni previste dall’Istituto per gli infortunati sul lavoro. Gli avvisi regionali appena pubblicati rappresentano un ulteriore tassello nel percorso di tutela dei lavoratori costruito dall’Inail in quest’anno difficile di pandemia, un passo avanti necessario che tiene conto anche delle conseguenze nel lungo periodo del Covid-19 sulla salute delle persone.
“Operando in sinergia con il Sistema sanitario nazionale allevieremo la pressione sulle strutture pubbliche”. “Attraverso la stipula di convenzioni con strutture sanitarie operanti sul territorio – aggiunge Bettoni – vogliamo fare in modo che tutti i lavoratori ricevano l’assistenza di cui hanno bisogno con la necessaria tempestività. L’Inail opererà così in sinergia con il Servizio sanitario nazionale, integrando il livello delle prestazioni e degli interventi garantiti, e allevierà la pressione degli utenti sulle strutture del sistema pubblico a causa dell’elevata domanda generata dagli effetti della pandemia sulla popolazione”.
I pazienti seguiti con il regime riabilitativo più idoneo tra ricovero, day hospital e ambulatoriale. L’Inail, in particolare, una volta accertata l’impossibilità delle strutture del Servizio sanitario nazionale di assicurare il trattamento rispondente alle esigenze riabilitative nei tempi previsti, informerà i propri assistiti in merito alle strutture convenzionate con l’Istituto per l’erogazione delle prestazioni multi-assiali. Nel rispetto della libertà di scelta terapeutica, i lavoratori potranno indicare la sede prescelta, dove saranno seguiti con il regime riabilitativo più idoneo (ricovero, day hospital, ambulatoriale).
Le domande devono essere inoltrate all’Istituto entro 45 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso. Fermo restando il rispetto della normativa nazionale e regionale in materia di autorizzazione all’esercizio delle attività sanitarie, le strutture interessate a erogare queste prestazioni agli assistiti Inail devono garantire i requisiti professionali, tecnici, organizzativi e strutturali specificati negli avvisi regionali. Le domande di partecipazione, redatte secondo lo schema allegato, devono essere inoltrate all’Istituto entro 45 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso.
Lucibello: “Con questa iniziativa prosegue il nostro impegno per la gestione dell’emergenza sanitaria”. Come sottolineato dal direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, “la riabilitazione post Covid-19 è, in ordine di tempo, l’ultimo degli impegni che l’Istituto da me diretto si è assunto per contribuire alla gestione dell’emergenza sanitaria, a partire dalla validazione straordinaria di dispositivi di protezione individuale, per far fronte alla grave carenza nei primi mesi di pandemia, fino alla messa a disposizione di 453 milioni di euro per l’acquisto di strumenti di protezione e per le attività di sanificazione da parte delle imprese”.
“Determinante il contributo offerto con l’elaborazione dei documenti tecnici e la presenza nel Cts”. “Determinante è stato, inoltre, il ruolo dell’Istituto nella elaborazione dei numerosi documenti tecnici che hanno consentito al decisore politico di adottare il corposo impianto normativo per il contenimento del contagio non solo nei luoghi di lavoro – precisa Lucibello – e prezioso è stato il contributo fornito nell’ambito del Comitato tecnico scientifico presso la Protezione civile, attraverso la presenza di un rappresentante Inail. Ciò ha consentito di tenere in considerazione, nel bilanciamento degli interessi, le esigenze del mondo produttivo e della sicurezza dei lavoratori durante le diverse fasi della crisi sanitaria”.
“La presa in carico tempestiva consentirà il ritorno più veloce alla normalità delle relazioni sociali e lavorative”. “Attraverso questa nuova iniziativa – spiega il direttore generale dell’Inail – vogliamo contribuire non solo a fornire sostegno ai lavoratori direttamente colpiti dal virus, ma anche a ridurre l’impatto dei costi sociali ed economici della pandemia, che si traducono, dopo gli effetti immediati e diretti del contagio, in termini di ore di lavoro perse. La presa in carico tempestiva delle persone che soffrono di postumi debilitanti consentirà il ritorno più veloce alla normalità delle loro relazioni sociali e lavorative”.