I tre organismi Onu dedicati alla sicurezza Alimentare – Fao, Pam e Ifad – ma anche organizzazioni non governative, organizzazioni della società civile, settore privato e rappresentanti di enti filantropici. Ci sono tutti i soggetti interessati al contrasto alla lotta alla fame nel mondo nel nuovo Comitato per la Sicurezza alimentare (Csa) che si è riunito oggi per la prima volta nella sede della Fao dopo un anno di trasformazione in cui ha allargato il campo dei rappresentati per migliorare la governance della sicurezza alimentare globale. Un fronte ampio che si deve confrontare con l’improba sfida di poco meno di un miliardo di persone che soffre ancora la fame e l’imprevidibilità di crisi alimentari spinte da eventi climatici o da speculazioni finanziarie che spingono in alto i prezzi. Una minaccia quest’ultima particolarmente sentita dal Comitato dell’Onu e che fa auspicare al direttore esecutivo del Pam Josette Sheeran che nelle riunioni del Csa in programma alla Fao da oggi a sabato prossimo, quando oltretutto sarà celebrata la giornata mondiale dell’alimentazione, possa essere discusso un protocollo contro la volatilità dei prezzi delle commodity «per far sì che le persone e i Paesi più vulnerabili siano più tutelati». Per Sheeran occorre «rimanere vigili sul rischio instabilità dei prezzi ed è inoltre necessario che gli aiuti umanitari in cibo siano esenti da eventuali blocchi all’export decisi dai Paesi produttori». Nei cinque giorni di lavoro del Csa sono particolarmente attese le proposte dei governi mondiali. Da parte sua l’Italia interverrà domani con il ministro delle politiche agricole Giancarlo Galan che illustrerà gli interventi che i Paesi occidentali o comunque maggiormente sviluppati possono dare ai meno fortunati sul piano della miglior sicurezza alimentare e del sostegno all’agricoltura. Galan illustrerà anche tutti i progetti di aiuto che l’Italia intende portare avanti. Federalimentare invita intanto la Ue a continuare sulla strada nel supporto ai produttori alimentari anche nella Pac post 2013 perchè, dice il vicepresidente Luigi Scordamaglia, «la migliore garanzia per far fronte alla volatilità dei prezzi alimentari è poter contare sulla sicurezza dell’approvvigionamento garantendo all’industria di trasformazione materie prime di qualità e quantità adeguate e ai produttori agricoli una giusta remuneratività del loro lavoro». Da Oxfam Italia, che fa capo a Oxfam International, una delle maggiori organizzazioni internazionali umanitarie, giunge intanto l’appello all’Italia a «fare la sua parte per aumentare le risorse per la sicurezza alimentare e l’agricoltura, altrimenti abbandonerà 21 milioni di persone alla lotta contro la fame». In particolare Oxfam Italia teme le dichiarazioni rese al G8 de l’Aquila dal governo italiano «in cui si è di fatto promesso di ridurre i suoi aiuti per l’agricoltura e la sicurezza alimentare del 56% rispetto al 2009». Per il direttore generale della Fao Jacques Diouf, «i problemi globali richiedono soluzioni sia globali che locali. Questo rinnovato organismo costituisce la piattaforma necessaria per discutere complessi problemi globali e raggiungere un accordo sulle soluzioni». . Anche l’Ifad indica una via maestra per risolvere la fame nel mondo:«investire nei piccoli agricoltori – dice vicepresidente Yukiko Omura -, migliorare il loro accesso alla terra, a una tecnologia appropriata e finanziare servizi e mercati. È questo il modo più efficace per generare un movimento di ampio respiro che possa sconfiggere fame e povertà».
di Cristina Latessa