La controreplica della Presidente della Regione alle critiche di Confindustria Lazio sulla sempre più strategica materia della gestione del Piano di rientro sanitario è del tutto impropria. Il punto centrale su cui focalizzare l’attenzione era e continua ad essere la necessità di dar vita ad una vera concertazione nella impostazione e declinazione operativa del Piano di rientro sanitario. La complessità del sistema sanitario regionale in cui operano molti attori impone necessariamente alla Regione un percorso condiviso nella individuazione delle soluzioni più appropriate, nell’ottica di rendere efficiente ed efficace la spesa sanitaria e, contestualmente, riportare il sistema su un sentiero di sostenibilità finanziaria di lungo periodo. In tale ottica vorremmo ricordare che già alla precedente Giunta il Sistema Confindustria regionale offrì la propria qualificata “consulenza” a costo zero, nella più che fondata presunzione di poter mettere a disposizione elevate professionalità nell’ambito sanitario delle quali lo stesso Governo centrale ha saputo usufruire nella definizione delle politiche sanitarie di sua competenza. Una offerta che non venne colta, nella discutibile convinzione di poter gestire in solitudine la complessa razionalizzazione del sistema sanitario regionale. Una autorefenzialità che si è dimostrata, alla prova dei fatti, non certo positiva, attesi i deludenti risultati raggiunti nel triennio 2007-2009 rispetto agli obiettivi programmatici del Piano di rientro. Anche alla attuale Giunta il Sistema confindustriale regionale ha offerto la propria qualificata collaborazione. Un contributo che potrebbe essere molto utile in questa fase in cui serve recuperare i forti ritardi attuativi del Piano di rientro, un autentico “diktat” imposto dal Governo centrale alla Regione. In buona sostanza occorre, da un lato, definire una ricomposizione degli obiettivi programmatici e, dall’altro lato, dar vita ad una efficace declinazione operativa degli obiettivi fissati. Obiettivi impegnativi che sono finalizzati a contemperare una significativa riduzione della spesa tendenziale con una sua qualificazione. Riguardo i delicatissimi aspetti fiscali connessi alla sanità regionale, Confindustria Lazio ribadisce che essi non possono considerarsi assolutamente marginali nell’attuale critica fase che il sistema produttivo sta attraversando. Ricordiamo alla Presidente della Regione che già oggi sulle imprese laziali grava una aliquota IRAP molto elevata, nettamente superiore a quella vigente nelle altre Regioni non sottoposte a Piani di rientro. Un maggior carico fiscale di cui non sono responsabili e che incide pesantemente sulla loro competitività. Ulteriori eventuali inasprimenti dell’ IRAP sarebbero quindi – è bene sottolinearlo con forza – esiziali per molte aziende. Assolutamente insostenibili in un contesto di bilanci aziendali già in preoccupante sofferenza per gli effetti del negativo ciclo economico.