La riflessione/ Il lavoro della politica è assente sulle politiche del lavoro

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FOTO DI REPERTORIO

Sui temi dell’occupazione e del lavoro il Pnrr considera determinanti, non si vede ancora niente di preciso. La reiterazione del blocco dei licenziamenti ha soddisfatto i sindacati e ha fatto tirare a campare il Ministro Orlando ed ha evitato grane, rinviando e non affrontando l’urgentissimo lavoro da fare per la riforma del mercato del lavoro, con l’ introdurre strumenti nuovi “ma la politica gioca il ruolo delle tre scimmiette non vede, non sente ,non parla, ma…rinvia”.

Le relazioni industriali sono state costruttive e utili finché il “giocattolo” non si è rotto negli anni Settanta; anni del salario variabile indipendente e della conflittualità muscolare. Il problema vero, al di là delle considerazioni o punzecchiature, è che non si vede ancora qualcosa di preciso nel capitolo lavoro che il Pnrr considera determinante,  non siamo riusciti a rintracciare uno straccio d’idea, né una proposta, anche il sindacato di riferimento sembra trastullarsi senza farsi accendere la fiammella della fantasia, si vive di vecchi ricordi sbiaditi di tempi che furono, intanto, il tempo scorre ed entro fine anno, per aver i soldi europei, bisogna aver fatto la riforma.

Sui Centri per l’impiego è pure peggio. non solo non riescono a catalogare i disoccupati neanche lontanamente riescono ad offrire uno straccio di lavoro. Quanto poi all’agenzia per il lavoro, applicata ovunque in Europa, un enorme fallimento e dopo  10 mesi dopo, si è deciso di cacciare colui che era stato investito della responsabilità (senza chiedere i danni?),  e non si è trovato niente di meglio che riportare la funzione dentro il Ministero, perché è lì che si «fissano gli obiettivi». E l’assegno di ricollocazione? I Centri pubblici non funzionano, si poteva fare accordi con quelli privati, niente di male se non fossero stati concepiti da altro governo

Meglio ricorrere al sistema dei voucher (per ora solo “pensato” e lontanamente attuato). Ma non era quello su cui era partito un referendum che al ministro Orlando piaceva e aveva prodotto la cancellazione di questo sistema? Bruxelles non accetterà ritardi  e allo stato delle cose è tutto in divenire (ancora) ma estremamente urgente mettere ordine.

Conclusione: restiamo in trepida attesa sulle iniziative e sulle capacità del ministro del Lavoro e del Governo,come mettere ordine tra Stato e Regioni, quando cozzano i diversi poteri si prospetta un compito più difficile che fare il segretario dell’Onu.

Alfredo Magnifico