Vigilanza, Inail: “Pronti a raccogliere le sfide della nuova intelligence”

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INAIL pronto a raccogliere la “sfida” del nuovo piano di intelligence contro il sommerso. A meno di tre mesi dal protocollo d’intesa firmato insieme a ministero del Lavoro, Inps e Agenzie delle entrate per la messa in sinergia delle proprie banche dati, l’Istituto ha già predisposto l’assetto tecnologico e informatico per l’avvio della strategia di coordinamento che – grazie allo scambio integrato di informazioni – consentirà a tutti gli attori del sistema dei controlli ispettivi un’azione più mirata e qualitativamente efficace.
Ad annunciarlo in occasione della terza conferenza nazionale sulla vigilanza in materia di lavoro, è stato il responsabile della direzione centrale Rischi dell’INAIL, Ester Rotoli. “Di razionalizzazione e coordinamento delle attività ispettive si è cominciato a parlare già dal 2004 e, da un punto di vista tecnico e organizzativo, il processo di integrazione previsto dal Protocollo del 4 agosto scorso è senza dubbio di natura assai complessa”, ha affermato. “Questo non solo per taluni ostacoli, tuttora esistenti, di natura informatica relativi all’architettura di sistema, alle strutture dei dati e degli archivi e alle loro applicazioni, ma anche per le differenti logiche funzionali e i modelli organizzativi diversi che si traducono in processi e modelli di servizio differenti”.
Rotoli ha ricordato, così, le iniziative promosse dal ministero del Lavoro a sostegno del processo di integrazione , per realizzare uniformità ed omogeneità procedurale e procedimentale: dall’articolo 10 del decreto legislativo 124/2004, al Codice di comportamento del personale ispettivo, dalla Direttiva del 2008 del ministro Sacconi, alla nota della Direzione generale per l’attività ispettiva del 2009 sulla modulistica unificata, al Collegato lavoro approvato dalla Camera il 19 ottobre scorso.
“L’INAIL al momento si è già adoperato per costruire questo substrato tecnologico e informatico e, grazie alla piattaforma che ha ormai predisposto, sarà operativamente possibile avviare da subito il popolamento della Banca dati aziende ispezionate, il cui decreto ministeriale è in fase di emanazione, che rappresenta il primo sviluppo operativo del protocollo”, ha sottolineato il direttore Rischi dell’Istituto.
Tra gli step realizzati, in merito, dall’INAIL la costruzione dei modelli unificati del verbale di primo accesso e del verbale conclusivo di accertamento per le contestazioni degli illeciti amministrativi, il rilascio (ad aprile 2009) della procedura di “Vigilanza ispettiva” e Vi.Gea, un applicativo per la lotta all’evasione. “Tutto questo in sinergia col ministero del Lavoro”, ha precisato Rotoli, “e nel rispetto delle indicazioni dello specifico tavolo tecnico costituito sul tema”. Una prima sperimentazione del nuovo assetto è stata promossa, con successo, nell’ambito del Piano straordinario di vigilanza nel Mezzogiorno.
Obiettivo finale della nuova strategia di intelligence, dunque, è la realizzazione del futuro “portale della vigilanza” nel quale – grazie all’implementazione e all’incrocio delle informazioni da parte di tutti gli enti sottoscrittori dell’Intesa, secondo un’ottica di reciprocità degli scambi – potranno essere “sviluppate parallelamente le mappe del rischio e indicatori ad hoc (tipicizzati in funzione delle specificità dell’azione ispettiva dei diversi soggetti) per finalizzare e indirizzare in modo davvero mirato i controlli. Sempre in quest’ottica rientrano, inoltre, la convenzione sottoscritta con l’Agenzia delle entrate per la condivisione delle banche dati.
Un’ulteriore evidenza della potenzialità di utilizzo dei sistemi informativi nelle strategie di business intelligence finalizzate all’individuazione di settori a elevato rischio di evasione/elusione è emersa nell’ambito di “Censimento artigiani”, l’operazione avviata a fine 2009 e realizzata incrociando le informazioni contenute negli archivi delle Camere di commercio e dell’Inps, relative alle aziende artigiane del tutto sconosciute all’INAIL. Le risultanze di questi incroci hanno permesso di individuare 18.725 imprese alle quali è stato inviato l’invito alla regolarizzazione: quest’azione a carattere massivo ha consentito, così, di accertare un valore economico pari a 28 milioni di premi evasi e 11mila nuove posizioni assicurative. Infine, si ricorda ancora l’operazione promossa quest’anno che ha incrociato i dati relativi alle retribuzioni dichiarate all’Inps e all’INAIL, la cosiddetta “Lista differenziali retributivi”: sul totale delle 1.495 aziende ispezionate la percentuale di irregolarità è stata superiore all’80%, con più di 6.5 milioni di euro e un numero di lavoratori in nero mediamente pari a 219.
“Sono risultati che rendono evidente come la costruzione di un percorso di integrazione di processo si traduca in termini di recupero della legalità e di emersione del sommerso e, insieme, di recupero di produttività e di competitività delle aziende”, ha concluso Rotoli. “Ma, soprattutto, si tratta di un percorso virtuoso per garantire la sicurezza dei lavoratori e per costruire un sistema che sia davvero capace di sviluppare le migliori strategie e politiche per la prevenzione”.