Riceviamo e pubblichiamo
Le aste al doppio ribasso sui prodotti alimentari sono ufficialmente vietate nel nostro paese. Questa è in sintesi la bella notizia che arriva dal Consiglio del Ministri di ieri, che ha recepito la direttiva europea in materia. Nello specifico c’è il divieto di attuare pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare, sia tra imprese che in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari. «Pratiche che da anni Slow Food e Slow Food Youth Network Italia condannano e combattono. Una vittoria di civiltà che pone fine all’ampio divario di potere contrattuale esistente nella filiera agroalimentare tra chi produce e la grande distribuzione. Un equilibrio che speriamo dia un po’ di ossigeno a migliaia di contadini e allevatori spesso strozzati da un sistema iniquo. Il passaggio, successivo e non più rinviabile, sarà quello in cui le istituzioni e il commercio, con la grande distribuzione in testa, premino sistemi produttivi attenti alla salute delle persone e dell’ambiente, anche attraverso lo strumento fondamentale delle politiche locali del cibo» commenta Raoul Tiraboschi, vicepresidente di Slow Food Italia.
La direttiva europea di riferimento prevede l’introduzione di un livello minimo di tutela comune a tutta l’Unione europea e comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e un elenco di pratiche che saranno autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della conclusione dell’accordo di fornitura.
«L’unico scopo di questa pratica è spuntare prezzi bassi a qualsiasi costo, non prendendo in considerazione nulla. I prezzi bassi si ottengono contenendo i costi di produzione. Questi, nell’immediato, si raggiungono agendo su due fattori: abbassando i salari dei lavoratori e/o diminuendo la qualità delle materie prime. Per questo il provvedimento è sicuramente una decisione che porterà dei vantaggi a tutta la società» continua Tiraboschi.
Ma cosa sono e come funzionano le aste a doppio ribasso?
È una tecnica per l’acquisto di prodotti da commercializzare in cui il buyer indice un’asta fissando un prezzo base per l’offerta. Recepite le proposte, dopo pochi giorni, apre a una seconda asta il cui prezzo di partenza è il più basso tra quelli della prima asta.
Ufficio stampa Slow Food