E’ stato un personaggio che ha avuto un grosso impatto nella politica internazionale.
Mikhail Gorbaciov, ultimo leader dell’Unione Sovietica, è morto all’età di 91 anni. Lo ha annunciato il Central Clinical Hospital della Russia, dove era ricoverato.; il leader russo è deceduto dopo una grave e prolungata malattia.
Sarà seppellito accanto alla moglie Raissa nel cimitero di Novodevichy a Mosca. La perestroika, il crollo del Muro di Berlino, la fine della guerra fredda, il disarmo nucleare, il ritiro dall’Afghanistan: il nome di Mikhail Gorbaciov evoca un’intera epoca di cambiamenti storici conclusasi nel ’91 con il crollo dell’Urss, di cui fu l’ultimo presidente prima di cedere il potere al suo rivale Boris Ieltsin.
Fra i tanti incontri storici avuto con i leader internazionali sicuramente quelli con due presidenti americani: si incontra con Ronald Reagan a Reykjavik, in Islanda, per discutere la riduzione degli arsenali nucleari in Europa, suggellata l’anno successivo dalla firma di uno storico trattato. Nel luglio del 1991 fa il bis con George Bush per lo ‘Start 1’ per una forte riduzione delle armi nucleari strategiche.
Il 9 novembre 1989 crolla il Muro di Berlino, il simbolo della guerra fredda, seguono le rivoluzioni di velluto nell’Europa centro-orientale e la riunificazione della Germania. Tutto con l’avallo di Gorbaciov, che nel 1989 ritira anche le truppe dall’Afghanistan.
Il 1991 è però un anno drammatico per lui: in agosto viene sequestrato per tre giorni nella villa presidenziale in Crimea, vittima di un golpe dei comunisti conservatori spento solo dalla coraggiosa resistenza del presidente russo Ieltsin. Che l’8 dicembre successivo firma con Ucraina e Bielorussia la nascita della Csi, la Comunità di Stati indipendenti: è la fine dell’Urss. Gorbaciov getta la spugna poche settimane dopo, il giorno di Natale.