Dal primo gennaio 2011 le tariffe del trasporto pubblico aumenteranno, Regione per Regione. In Lombardia si prevede un incremento di prezzo al pubblico del 25%. La trattativa tra Stato e Regioni per stabilire gli importi confluirà nel decreto Milleproroghe che il Parlamento deve approvare entro il 31 dicembre 2010. Il mercato del trasporto ferroviario oggi è asfittico: necessita di un’apertura a nuovi soggetti, più volte sollecitata dall’Autorità Antitrust, gestita con gare a evidenza pubblica, per garantire livelli essenziali di servizio; la mobilità è un diritto civile e sociale che deve essere fatto rispettare su tutto il territorio. Dopo aver registrato il malcontento di oltre 1400 viaggiatori su 25 tratte ferroviarie più interessate dal pendolarismo nelle tre aree cittadine Milano, Napoli, Roma, Altroconsumo lancia una petizione online su www.firmiamo.it/altroconsumo-siamo-uomini-o-pendolari perché per il trasporto ferroviario:
– gli aumenti tariffari siano vincolati a misure di incremento di qualità del servizio, misurabile da soggetti indipendenti dal fornitore monopolista;
– sia creata un’Authority di settore autonoma con funzioni regolamentari oggi gestite da RFI – società del gruppo Ferrovie dello Stato;
– sia realizzato un piano di ristrutturazione del servizio ferroviario regionale, per migliorare le tratte dei pendolari;
– sia adottato lo Statuto dell’utente dei servizi ferroviari;
Ferrovie dello Stato, Regioni e Governo cessino il rimpallo delle responsabilità, e inizino a ricostruire un servizio di trasporto di qualità per garantire il diritto dell’utenza alla mobilità. Nell’ambito della campagna Siamo uomini o pendolari? Altroconsumo mette a disposizione dei viaggiatori che hanno subito disservizi gravi sulle tratte Piacenza-Milano e Bergamo-Carnate-Milano i propri legali per richiedere il risarcimento danni. Compilando il form sul sito www.altroconsumo.it sarà possibile accedere alla consulenza gratuita dell’associazione e i casi più eclatanti di evidente e ripetuta lesione dei diritti di utente del servizio ferroviario si tradurranno in causa di fronte al Giudice di Pace.