Con il salario minimo a 9 euro ora, 3,6 milioni di dipendenti avrebbero un aumento medio annuo di 804 euro

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I dati presentati da Istat, in audizione alla commissione Lavoro della Camera, sulla base del Registro annuale su retribuzioni, ore e costo del lavoro, per individui e imprese, rilevano che il salario minimo a 9 euro ora comporta un incremento della retribuzione annua di 3,6 milioni di lavoratori, che beneficerebbero di un incremento medio annuo di 804 euro, se si escludono i lavoratori in apprendistato si scende a 3,1 milioni, tra i quali 2,8 milioni con qualifica di operaio, a questi vanno sommati gli oltre tre milioni di lavoratori dei nuovi lavori non regolamentati “DA ALCUN CONTRATTO”.

Gli incrementi più significativi si avrebbero nei settori delle attività di servizi, tutte con Contratti Collettivi delle Centrali sindacali CGIL-CISL-UIL (+8,9% sul totale e +20,2% tra gli interessati), nelle attività di noleggio, agenzie viaggio, servizi di supporto alle imprese (+2,8% e +14,3%) e per i rapporti di apprendistato (+8% e +21,8%), riferiti ai giovani sotto i 30 anni (+3% e +18%), ai lavoratori nel Sud (+2% e +16,7%) e nelle Isole (+1,5% e +15,1%).

Se si considerano i lavoratori con retribuzione annua compresa tra i 13.550 e i 18 mila euro, con l’introduzione della soglia a 9 euro a beneficiarne sarebbero 389 mila e tra questi il 53% avrebbe un incremento superiore ai 1500 euro e il 4,2% avrebbe un incremento retributivo annuo fino a 150 euro.

Istat ha calcolato, inoltre, che sulle 2.855 figure professionali riferite ai 73 contratti nazionali monitorati, mensilmente, dall’indagine sulle retribuzioni contrattuali, per ogni figura professionale, la retribuzione oraria lorda, ottenuta come rapporto tra i livelli retributivi annui in vigore a maggio 2023 (comprensivi degli istituti contrattuali retribuiti; mensilità aggiuntive, festività cadenti la domenica, indennità e scatti di anzianità) e le ore retribuite (che includono anche le ore a titolo di ferie o festività e le altre riduzioni retributive previste dai contratti collettivi), il valore medio della retribuzione oraria è pari a 14,5 euro e il valore mediano si attesta a 12,8 euro.

Il valore minimo delle retribuzioni contrattuali orarie in vigore a maggio 2023 è più elevato nel comparto industriale, pari a 8,2 euro per il livello di inquadramento iniziale del contratto, rispetto a quello dei servizi che include anche la pubblica amministrazione, dove scende a 7,6 euro per le figure meno qualificate.

La metà dei lavoratori dipendenti “a bassa retribuzione “si concentra in tre settori: i servizi di alloggio e ristorazione, i servizi di supporto alle imprese e i servizi alla persona di cura, intrattenimento, istruzione, qui oltre alla retribuzione oraria, a contenere il livello delle retribuzioni è la componente legata all’intensità dei rapporti di lavoro, cioè al ridotto numero di ore lavorate su base annuale o mensile in particolare nel caso dei servizi alle famiglie e nel commercio e alla durata dei contratti per i servizi di alloggio e ristorazione.

Alfredo Magnifico