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1,1 mln giovani senza lavoro, Italia peggiore Ue

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FOTO DI REPERTORIO

L’Italia ha il record negativo in Europa per la disoccupazione giovanile: sono 1.138.000 gli under 35 senza lavoro. A stare peggio i ragazzi fino a 24 anni: il tasso di disoccupazione in questa fascia d’età è del 29,6%: uno su 3 è senza lavoro, rispetto al 21% della media europea.
A fotografare la situazione del mercato del lavoro nel nostro Paese è l’Ufficio studi della Confartigianato. Il primato a livello nazionale è della Sicilia con una quota di disoccupati under 35 oltre il 28%. E se la media italiana si attesta al 15,9%, va molto peggio nel Mezzogiorno dove il tasso sale a 25,1%, pari a 538.000 giovani senza lavoro.
Inoltre, tra il 2008 e il 2011, anni della grande crisi – rileva la Confartigianato – gli occupati under 35 sono diminuiti di 926.000 unità.

Nella classifica delle regioni seguono la Campania con il 27,6% di giovani senza lavoro, la Basilicata (26,7%), Sardegna (25,2%). Conviene invece andare in Trentino Alto Adige dove il tasso di disoccupazione tra 15 e 34 anni è contenuto al 5,7%, oppure in Valle d’Aosta con il 7,8%, Friuli Venezia Giulia con il 9,2%, la Lombardia con il 9,3%. Ma non sono solo i giovani le vittime della crisi del mercato del lavoro italiano. Il rapporto di Confartigianato mette in luce un peggioramento della situazione anche per gli adulti. La quota di inattivi tra i 25 e i 54 anni arriva al 23,2%, a fronte del 15,2% della media europea, e tra il 2008 e il 2011 è aumentata dell’1,4% mentre in Europa è diminuita dello 0,2%.

Conquiste del Lavoro

Liguria: l’arenile scotta chi evade le tasse

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I risultati dei controlli in regione. Stabilimenti, marine e ristoranti sotto la lente d’ingrandimento del Fisco. Riscontrate alcune irregolarità.

Dichiarava al Fisco solo dieci abbonamenti stagionali, mentre le cabine e gli ombrelloni affittati per tutta l’estate erano oltre sessanta. Scaricava fiscalmente le spese per una moto d’acqua utilizzata solo a scopi personali. Nascondeva all’Erario oltre 300mila euro provenienti dal noto ristorante affacciato sul golfo. Gestiva un ristorante e un parcheggio dietro il paravento dei corsi di vela e delle regate. Questi i primi risultati delle attività di controllo svolte dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate in Liguria durante il periodo estivo, mentre in tutta la regione sono ancora in corso i controlli su attività che spaziano dalle sagre paesane alle associazioni sportive dilettantistiche, dai ristoranti alle “marine”, dagli stabilimenti balneari alle attività di rimessaggio. “È presto per stilare un bilancio – afferma Alberta De Sensi, neodirettore regionale delle Entrate – ma dal quadro emerge la buona capacità di selezione svolta dalle direzioni provinciali, che conoscono il territorio e condensano al loro interno importanti capacità di analisi. Al tempo stesso abbiamo cercato di concentrare la nostra azione su quelle attività che non erano mai state esaminate negli ultimi anni, mentre ci siamo fermati laddove negli ultimi mesi erano già stati fatti dei controlli da altri enti con fini ispettivi. Questo spiega le percentuali piuttosto alte di positività al nostro check-up”. In provincia di Savona l’87% degli stabilimenti balneari controllati risulta non in regola col Fisco, mentre nello spezzino i controlli si sono concentrati su attività che chiudevano in perdita o con utili bassissimi, facendo emergere ricavi nascosti all’Erario per varie centinaia di migliaia di euro. Nell’imperiese e in provincia di Genova i controlli hanno riguardato anche i proprietari di imbarcazioni e le attività di noleggio di aerei privati, per ricavare dati importanti ai fini del redditometro.
Fisco Oggi

Canada: sui bonus fiscali un pieno di opportunità

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FOTO DI REPERTORIO

Le misure fiscali approvate puntano al deciso sostegno di famiglie e attività di volontariato sede governo

Entra nel vivo in Canada la campagna di promozione dei bonus fiscali introdotti dalla legge di bilancio 2011. Gail Shea, il neoministro delle Entrate, sta attraversando in lungo e largo il Paese per far conoscere ai contribuenti interessati le novità. Tra queste, i crediti d’imposta per vigili del fuoco volontari (volunteer firefighter’s tax credit) e per le spese relative ad attività artistiche, culturali, ricreative o di sviluppo per i propri figli (children’s arts tax credit). Le due misure fanno parte di un pacchetto fiscale varato dalle autorità canadesi con l’obiettivo di sostenere le famiglie. A queste si aggiunge anche il credito d’imposta per le spese relative a badanti (family caregiver tax credit). Ma nel 2011 il governo del Canada ha dato il via a numerosi altri sconti fiscali, con l’obiettivo di rilanciare l’economia, sostenere l’occupazione e rafforzare l’innovazione tecnologica e la ricerca.

Un credito d’imposta…di fuoco
Per il 2011 e gli anni successivi, la legge di bilancio ha previsto un credito d’imposta per i vigili del fuoco volontari che abbiano prestato la propria attività durante l’anno per almeno 200 ore. I volontari possono richiedere il bonus fiscale sia se hanno partecipato ad azioni d’emergenza che per la frequenza a corsi di formazione connessi a tale attività. Il credito è calcolato moltiplicando l’aliquota più bassa dell’imposta sul reddito (il 15% nel 2011) per la cifra di 3mila dollari.

Non solo sport per i propri figli…
I contribuenti possono chiedere il rimborso fino a 500 dollari all’anno per ciascun figlio per le spese sostenute per attività artistiche e culturali. In particolare, le somme per cui è possibile fruire del credito d’imposta sono quelle spese per attività finalizzate allo sviluppo di capacità creative e tecniche in ambito culturale e artistico, quelle legate all’ambiente, quelle che aiutano i bambini a sviluppare particolari capacità intellettive o forniscono assistenza extra per materie scolastiche. Conditio sine qua non per godere del bonus, rispettare alcuni “limiti” d’età. I figli, infatti, devono avere meno di 16 anni all’inizio dell’anno in cui sono state effettuate le spese. La soglia si eleva a 18 anni per i figli per cui è possibile richiedere anche il credito fiscale per la disabilità. Il valore del credito è dato dal prodotto dell’aliquota del 15% per la cifra che si può richiedere per ciascun figlio.
Grazie a questo credito d’imposta, ha sottolineato il ministro Shea durante un recente incontro di presentazione del bonus alle famiglie presso il Confederation Centre of the Arts a Charlottetown, anche i genitori che investono denaro per l’educazione dei propri figli potranno usufruire di un’agevolazione simile a quella esistente per le spese relative ad attività sportive (children’s fitness tax credit).

Alessandra Gambadoro
Fisco Oggi

Province a rischio soppressione, Nobili: “chiediamo al Governo un fattivo confronto sulla riforma delle autonomie locali”

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Riunione nel pomeriggio di ieri presso la sede UPI di Roma delle piccole Province che rischiano l’estinzione per gli effetti del decreto legge varato alla vigilia di Ferragosto. Il Presidente dell’Unione Province Piemontesi e della Provincia del Verbano Cusio Ossola Massimo Nobili vi è intervenuto, di seguito il suo resoconto.
C’è una chiara assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni delle piccole province d’Italia che hanno piena consapevolezza del momento complesso che sul piano economico e sociale sta attraversando il Paese. Un momento che richiama tutti alla necessità di fare scelte coraggiose, come rivedere l’intero impianto della autonomie locali per incidere con criterio e sostanza sull’efficienza e costo della spesa pubblica”.
Al Governo rivolgiamo la richiesta di stralciare dal decreto legge, inteso come misura straordinaria per la stabilizzazione finanziaria, l’articolo con cui si sopprimono le Province che non rispettano opinabili criteri ‘dimensionali’. Questo per aprire la strada nell’immediato a un fattivo confronto che conduca all’approvazione di una legge, anche costituzionale, con la quale riconsiderare il ruolo, le funzioni e il numero delle province italiane”.
Quello che chiediamo al Governo è che ciò avvenga in un quadro generale di riforma che ridefinisca l’intero assetto partendo dalle aree metropolitane. In questo senso chiediamo anche che si intervenga su enti, agenzie, consorzi che – nell’esercizio delle loro funzioni – risultano essere ‘doppioni’ di pre-esistenti enti locali. Il Codice delle Autonomie, il cui iter va senza esitazione ripreso, dovrà in modo inequivocabile definire quali deleghe e risorse sono da assegnare a ciascun ente locale”.
Per quanto riguarda il ridisegnamento degli ambiti ottimali dei territori provinciali, e dunque i loro confini, chiediamo che ciò emerga da un percorso di verifica e confronto con le Regioni. L’auspicio è che in questa riforma si coinvolga tutto l’assetto istituzionale con la costituzione del Senato delle Autonomie Locali per superare l’attuale sistema bicamerale, per una vera applicazione del federalismo”.
Province,Codice Autonomie

Umbria: manovra, la Presidente Marini convoca incontro con parlamentari eletti in regione

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La Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha invitato i parlamentari eletti in Umbria a prendere parte lunedì 29 agosto a Palazzo Donini (Sala Giunta, ore 10.30) a un confronto sulla manovra di agosto del Governo. La riunione è stata convocata d’intesa con il presidente del Consiglio regionale Brega, i presidenti delle Province di Perugia e Terni Guasticchi e Polli, con i sindaci di Perugia e Terni nonché rispettivamente presidenti di Anci Umbria e del Consiglio delle Autonomie Locali dell’Umbria, Boccali e Di Girolamo.

L’incontro, si sottolinea nella lettera inviata ai parlamentari,  è “volto ad approfondire le ricadute sulla finanza pubblica regionale locale e sugli assetti istituzionali della nostra regione anche al fine di condividere un possibile percorso di modifiche al decreto legge del 13 agosto 2011 ‘Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo’”.

Liguria: un contributo equo e solidale

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Dalla Regione un contributo per enti pubblici e organizzazioni che promuovono il commercio equo e solidale sul territorio. Le domande di contributo possono essere inoltrate dal 30 giugno al 30 settembre 2011

Un’economia più giusta e più sostenibile dal punto di vista socio-ambientale, che garantisca migliori condizioni commerciali e sociali per i produttori e per i lavoratori dei paesi in via di sviluppo. Tutto questo e molto di più è il commercio equo e solidale, che prevede un approccio alternativo al commercio internazionale tradizionale a partire dal nostro carrello della spesa. Sono proprio i consumatori a giocare un ruolo importante nelle scelte delle imprese, orientando con i propri acquisti i loro comportamenti.

Per questo motivo la Regione Liguria è da alcuni anni impegnata nella promozione del commercio equo e solidale: impegno che si è formalizzato con la legge n.32 del 13 agosto 2007 (Disciplina e interventi per lo sviluppo del commercio equo e solidale in Liguria) e con lo stanziamento di contributi a favore delle organizzazioni del commercio equo e solidale iscritte all’apposito elenco regionale e degli enti pubblici che si impegnano a diffondere la conoscenza dell’argomento tra i cittadini.

A partire dal 30 giugno, le organizzazioni iscritte all’elenco regionale e gli enti pubblici interessati possono richiedere i contributi stanziati per il 2011: sono finanziabili otto tipologie di intervento, cinque per le organizzazioni:

* iniziative di divulgazione e sensibilizzazione dei consumatori
* progetti educativi nelle scuole
* iniziative di formazione per volontari e dipendenti delle organizzazioni
* investimenti per la realizzazione di nuove sedi operative, la ristrutturazione di sedi già esistenti e il rinnovamento e l’aggiornamento tecnologico
* presentazione di progetti per le giornate e per la fiera del commercio equo e solidale (di cui agli articoli 6 e 7 della legge n.32/2007) o per la creazione di un portale regionale dedicato al tema

e tre per gli enti pubblici:

* inserimento di prodotti equo-solidali nella ristorazione scolastica
* inserimento di prodotti equo-solidali nei distributori automatici
* inserimento di prodotti equo-solidali negli acquisti pubblici

Lo stanziamento totale ammonta a 150 mila euro.

Banche: estate nera per dipendenti, tagliati 60.000 posti

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Estate nera per i dipendenti delle grandi banche mondiali. I primi cinquanta gruppi del credito hanno annunciato per l’estate tagli per 60.000 persone, il più pesante dalla crisi del 2008. Lo riferisce Les Echos citando dati assemblati da Bloomberg. In testa Bank of America che di fronte al crollo del 47% della sua capitalizzazione di borsa potrebbe arrivare a sopprimere 10.000 persone dopo l’annuncio di 3.500 tagli.

Dopo aver ridotto i suoi effettivi fra i 30.000 e i 35.000 in tre anni in seguito all’acquisizione di Merill Lynch, Boa prevede di ridurre di altri 10.000 posti i suoi dipendenti nel quadro di una ristrutturazione battezzata “Project New Bac”.
Il progetto, ha annunciato l’amministratore delegato Brian Moynihar, deve frenare l’emorragia della suo braccio immobiliare.

La prima tranche di 3.500 tagli riguarderà le attività di banca d’investimento e di mediazione, ma le attività di sportello, che occupano 70.000 addetti e le operazioni immobiliari non saranno risparmiate. Nei prossimi anni il gruppo prevede di chiudere 750 agenzie sulle 5.700 della sua rete nazionale. Alla fine della ristrutturazione Boa dovrebbe comunque restare il gruppo bancario con più dipendenti degli Stati Uniti con 287.000 impiegati alla fine del 2010, davanti a Citigroup (260.000 impiegati) e JpMorgan Chase (250.000).

Conquiste del Lavoro

Vertenze aperte. I lavoratori aspettano settembre per avere risposte

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Migliaia di lavoratori attendono rassicurazioni per il proprio futuro occupazionale e contrattuale. Di seguito ricordiamo solo alcune delle tante vertenze che restano aperte in attesa di soluzioni.

Fiat Termini Imerese
Azioni di protesta, in attesa di un nuovo incontro a settembre, e la richiesta a Fiat di non abbandonare Termini Imerese, il prossimo 31 dicembre. Così i lavoratori e sindacati, Fim Fiom e Uilm, si sono rivolti all’azienda all’indomani dell’insediamento, al ministero dello Sviluppo economico, del tavolo tecnico-istituzionale su Fiat. “Su Fiat servono atti concreti, subito la firma dell’accordo di programma”. Lo afferma, il segretario generale della Cisl di Palermo Mimmo Milazzo, secondo il quale é necessario intervenire con atti concreti, ad iniziare dalla fin troppo rinviata firma dell’accordo di programma per sostenere il vero rilancio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. “Da parte di tutti – rileva il sindacalista – necessario un impegno mirato piuttosto a far in modo che Fiat non lasci il territorio termitano il 31 dicembre prossimo se entro quella data le nuove attività che mantengano e sviluppino il polo automobilistico non saranno state già avviate”. Allo stesso tempo – conclude Milazzo – va accelerato l’insediamento delle aziende interessate all’area, bisogna fare presto e reperire subito i 200 milioni di euro dai fondi Fas necessari a completare il finanziamento da 350 milioni della Regione siciliana, somme senza le quali il rilancio dell’area industriale di Termini Imerese non potrà essere avviato”.
“Come Fim Cisl – afferma Bruno Vitali, segretario nazionale di categoria – chiediamo al ministro Romani di essere presente al prossimo incontro che si terrà a settembre e assumere un’iniziativa per la ricerca di soluzioni che mettano in sicurezza gli operai del sito di Termini Imerese.

Irisbus
Manca l’accordo tra le parti nella vertenza Irisbus e il ministero dello Sviluppo economico decide di riconvocare il tavolo il 31 agosto. È questo l’esito dell’incontro svoltosi nella sede del ministero, presenti tra gli altri il ministro per l’attuazione del programma Gianfranco Rotondi, il governatore campano Stefano Caldoro, rappresentanti di Fiat e delle forze sindacali. “Il Governo deve farsi carico della vicenda Irisbus, attivandosi per rilanciare il trasporto pubblico locale”. Lo dichiara il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. “Abbiamo posto la questione Irisbus con forza al governo – sottolinea Bonanni.
“La Cisl dà il suo pieno sostegno ai lavoratori. Si potrà uscire da questa situazione soltanto se governo nazionale e regionale collaboreranno tra di loro, ciascuno assumendosi le proprie responsabilità ed attivandosi concretamente su come e dove reperire i fondi necessari al rilancio dell’azienda”.
Delusione, rabbia, pessimismo, ma anche ferma determinazione a proseguire ad oltranza la difesa dell’Irisbus di Valle Ufita, lo stabilimento in provincia di Avellino, nonostante gli esiti dell’incontro a Roma. Nel corso dell’assemblea davanti ai cancelli dell’azienda, cui hanno partecipato trecento tra operai e impiegati ed anche i segretari provinciali del sindacato, è emersa la decisione di continuare il presidio dello stabilimento e dare vita “ad ogni ulteriore forma di lotta per costringere Fiat, il governo e il Parlamento ad assumersi le rispettive responsabilità nei confronti di un territorio che negli ultimi anni ha subito pesanti penalizzazioni: la chiusura dell’Irisbus, insieme alle pesanti incertezze sulla Fma di Pratola Serra, significherebbero mettere su un binario definitivamente morto il futuro della intera provincia di Avellino”. Dure le critiche rivolte al Governo, assente nell’incontro del 3 agosto il ministro Paolo Romani, accusato di “non avere uno straccio di idee sulle politiche industriali che ha consentito alla Fiat di chiudere tre stabilimenti nel Mezzogiorno” ma anche alle istituzioni locali e regionali.

Trasporto pubblico locale
L’ultimo sciopero di 24 ore è solo del 22 luglio scorso, l’ultimo di una lunga serie proclamato da Fit Cisl, Filt Cgil, Uiltrasporti, Ugltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast a sostegno della vertenza per il nuovo contratto della mobilità che riguarda 116mila autoferrotranvieri.
I sindacati accusano Governo, enti locali e Regioni di ingiustificabile indifferenza e per l’ingente taglio delle risorse per il trasporto locale avverteno che “senza un rapido intervento la vertenza potrà solo inasprirsi a aprtire da settembre”. Fra le soluzioni proposte dalle organizzazioni sindacali, il taglio dei costi del sottobosco della politica locale tramite la riduzione delle attuali 1.200 aziende del trasporto locale. Ma la responsabilità dei disagi per lo stop di bus, metro e tram viene attribuita dai sindacati anche alle associazioni datoriali (Asstra e Anav) che da oltre trenta mesi “si sono arroccate su posizioni miopi e settoriali non dando alcuna risposta” nè sul fronte normativo nè su quello economico.  La protesta ha origine da un ritardo di quasi tre anni nel rinnovo contrattuale e punta a raggiungere un accordo sul contratto unico della mobilità per assicurare regole certe per tutti i lavoratori e le imprese dei trasporti pubblici e ferroviari. Contratto sul quale è in corso da due anni un confronto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a cui viene chiesto un intervento con atti politici rapidi e soprattutto risolutivi.

Fincantieri Castellammare di Stabia
“Auspicando un incontro nei primi giorni di settembre, apprezziamo comunque la volontà degli attori istituzionali per la decisione assunta al tavolo tecnico svoltosi a Roma per la Fincantieri, che accoglie in parte le proposte sindacali utili al fine di creare le condizioni per il rilancio del cantiere di Castellammare di Stabia”. È quanto ha affermato il segretario generale della Fim-Cisl di Napoli, Giuseppe Terracciano, auspicando una riunione per i primi giorni di settembre con Ministero e azienda.  “Il nostro sindacato – ha aggiunto Terracciano – ritiene necessario ed urgente che il Ministro e la Fincantieri convochino l’incontro una riunione per concretizzare un accordo sindacale che assuma la strumentazione individuata, utile al rilancio del cantiere di Castellammare e del suo indotto, assegnando una missione produttiva in grado di saturare i livelli occupazionali e rilanciare l’economia stabiese”.

Fincantieri Ancona
Ad Ancona i cassintegrati della Fincantieri si sono radunati davanti allo stabilimento per consegnare ai vertici locali dell’azienda una lettera diretta all’ad del gruppo Giuseppe Bono per chiedergli un incontro in occasione della visita del Papa. Bono, infatti, dovrebbe intervenire alla messa che sarà celebrata proprio nell’area del cantiere l’11 settembre prossimo, a conclusione del XXV Congresso eucaristico nazionale.
Nella lettera si chiede espressamente all’ad di programmare per quell’occasione un incontro con i sindacati e gli operai per discutere della situazione. “Abbiamo ricevuto la solidarietà del vescovo di Ancona e di tutte le istituzioni – hanno dichiarato i sindacati – ma nonostante la visibilità ottenuta non abbiamo risolto i nostri problemi. Perciò puntiamo diritti all’ad per chiedergli dopo gli impegni assunti il 20 gennaio scorso ad Ancona di dividere tra i diversi stabilimenti eventuali commesse, perchè qui non è arrivato ancora niente”.
“Da oltre un anno – si legge nella lettera, firmata dalle Rsu dello stabilimento e Fim, Fiom e Uilm – ci mobilitiamo per ottenere lavoro e commesse. Abbiamo con noi la solidarietà della città, delle istituzioni e della Chiesa, che ci hanno sempre sostenuto, e da ultimo la disponibilità del sistema creditizio locale a farsi carico dei nostri e dei suoi problemi. Le chiediamo la disponibilità a prevedere nei giorni di settembre, prima dell’arrivo del Papa, la sua presenza per discutere degli impegni presi”.

Antonio Merloni
Le trattative per la cessione dei complessi aziendali della Antonio Merloni di Ancona, una delle vertenze più critiche sul piano nazionale, “sono tuttora in corso di svolgimento e, in particolar modo, va avanti la verifica negoziale con un gruppo industriale “che prospetta un impegno diversificato su un perimetro industriale ampio”. È quanto comunicano i commissari straordinari della Merloni. I commissari precisano che due gruppi precedentemente interessati hanno fatto un passo indietro. “Sono attualmente in corso – concludono – concrete trattative con un gruppo industriale che prospetta un impegno diversificato su un perimetro industriale ampio, e con una risposta occupazionale che, pur essendo, allo stato, ancora insoddisfacente potrebbe pervenire a risultati comunque interessanti ed in linea con l`attuale condizione economica complessiva. La verifica negoziale è attualmente in fase di svolgimento e si prevede che possa pervenire a maturazione nel corso del mese di settembre”.

Alstom
Alstom non cede sui 280 esuberi previsti per l’Italia. Dei 2.600 dipendenti degli 8 stabilimenti Alstom Transport, l’azienda vuole lasciare a casa 55 persone a Savigliano (Cuneo), 40 a
Bologna, 40 a Guidonia (Roma) e trasferire i 62 dipendenti dello stabilimento di Verona a Bologna. A Colleferro (Roma), invece è stato confermato il provvedimento di cassa integrazione straordinaria per tutti i 145 lavoratori. In tutto, quindi, sono 280 i dipendenti italiani a
rischio per il Settore Transport. Dopo il nulla di fatto dell’incontro svoltosi il 26 luglio scorso, il confronto tra sindacati e azienda riprenderà il 30 e 31 agosto.

Vinyls
Non c’è pace per i lavoratori della Vinyls, neanche per quelli di Ravenna che dopo l’annuncio-salvezza del maggio scorso e il parere favorevole in giugno del comitato di sorveglianza per la cessione dello stabilimento all’Igs di Varese, avevano deciso di abbandonare la protesta in cima al silos cominciata la notte del 10 febbraio.
La Rsu e i sindacati chimici di Cgil, Cisl e Uil fanno sapere che, esaurito il contributo regionale ai lavori socialmente utili, è stata sospesa la cigs a zero ore. Ovvero, “a oggi i lavoratori sono ancora senza il pagamento degli stipendi di febbraio, marzo e parzialmente di aprile: in tale condizione è stato chiesto loro di dimostrare per l’ennesima volta buona volontà e senso di responsabilità”, presidiando gli impianti per garantirne la sicurezza, “pur sapendo che l’azienda non è in grado di pagargli le ore lavorate”.
I sindacati hanno deciso di garantire il presidio degli impianti fino al 10 agosto: per tale data è stato garantito il pagamento dello stipendio arretrato di febbraio. Ma, “a questo punto della vertenza – proseguono i sindacati – è fondamentale capire lo stato della trattativa fra i commissari straordinari Vinyls e Igs, fornendo tempistiche certe alla firma di un accordo di cessione del sito di Ravenna e alla ripartenza degli impianti”.

Golden Lady
È stato convocato per il prossimo 13 settembre a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo economico, l’incontro sulla vertenza Golden Lady di Gissi, richiesto lo scorso 8 luglio dal presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio. L’incontro presso il Ministero è una tappa fondamentale nella vicenda Golden Lady e in quella sede si cercherà, insieme a Regione, sindaci e organizzazioni sindacali, una soluzione al dramma occupazionale che stanno vivendo le maestranze della Golden Lady, per la stragrande maggioranza donne e con scarse possibilità di reimpiego in quel comprensorio. La situazione negli stabilimenti italiani della Golden Lady resta esplosiva: l’azienda ha comunicato l’intenzione di chiudere Gissi (Chieti), già previsti esuberi per Basciano (Teramo), pressocchè al capolinea il sito della Omsa di Faenza (Ravenna) per il quale, dopo oltre un anno, non si è ancora evidenziata alcuna proposta concreta sulla reindustrializzazione sostenibile del sito e sulla salvaguardia dell’occupazione, nonostante le promesse annunciate più volte.

Videocon di Anagni
Il governo e il ministero dello Sviluppo economico seguiranno direttamente la crisi della Videocon di Anagni(Frosinone), la fabbrica di Fratta Rotonda dove da mesi è in atto una vertenza senza sbocchi. Lo hanno reso noto i sindacati al termine di un incontro che si è tenuto il 27 luglio al ministero dello Sviluppo Economico. “Dal vertice di oggi – fanno sapere i sindacati – è emerso l’impegno del governo e del ministero che si sono impegnati a seguire nei dettagli la vicenda Videocon allo scopo di tutelare l’occupaizone allo stabilimento di Anagni”.
La Videocon, che fa capo al gruppo guidato dal magnate indiano venugopal Dooth, ha presentato in questi giorni richiesta di concordato preventivo al tribunale di Frosinone, dopo il mancato accordo con Banca Intesa per rinegoziare il debito di circa cento milioni. I 1.300 lavoratori sono in cassa integrazione fino a metà dicembre, ma l’assessore regionale al lavoro Mariella Zezza ha già garantito che verrà concessa la cig in deroga fino a dicembre.

Cecilia Augella

Conquiste del Lavoro

Cuneo fiscale, Italia 5a tra i Paesi Ocse

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È il cuneo fiscale il fattore che più di ogni altro penalizza l’Italia. Il nostro Paese si colloca al quinto posto tra quelli OCSE per differenza tra il costo del lavoro per l’impresa (versamenti contributivi) e il netto percepito in busta paga dal lavoratore. Insieme al Bel Paese, tra i cinque più tartassati relativamente ai dati del 2010 ci sono in ordine Belgio (55,4%), Francia (49,3%), Germania (49,1%) e Austria (47,9%). Segue l’Italia con il 46,9% l’Italia. Questo vuol dire che per ogni 100 euro lordi erogati dai datori di lavoro per ciascun dipendente, l’azienda ne deve aggiungere alti 32 per i versamenti contributivi, mentre al lavoratore vengono trattenuti per tasse e contributi altri 30 euro. Dunque in busta paga il netto (in questo caso 70 euro) corrisponde a poco più della metà rispetto ai 132 euro investiti dall’impresa. Fanno meglio tutti gli altri 29 Paesi analizzati, tra i quali anche alcuni tra i maggiori competitor per il nostro sistema produttivo come Regno Unito, Stati Uniti, Giappone e Spagna: competitor importanti per il nostro sistema produttivo. Ad essere più svantaggiate sono le imprese, e questo anche in Francia e in Spagna, poiché la quota di oneri per queste supera quella a carico dei lavoratori. Ridurre il cuneo fiscale a carico delle imprese significa ottenere maggiore produttività e motivazione da parte dei lavoratori. Le aziende infatti potrebbero investire la stessa quota di capitale ma i lavoratori riceverebbero buste paga d maggiore entità. Un meccanismo virtuoso che avrebbe ricadute positive anche sui consumi. Ma l’attuale situazione in Italia e le recenti misure intraprese dal Governo per risanare il debito pubblico non fanno ben sperare. In più la storia non aiuta, visto che dal 2000 al 2010 l’incidenza degli oneri sul costo del lavoro non appare migliorata. Un buon esempio da seguire potrebbe essere quello della Germania, la quale nello scorso decennio ha ridotto il cuneo fiscale a carico di lavoratori e imprese portandolo dal 52,9% al 49,1%.

Noemi Ricci

Pmi.it

Facebook replica al Garante della privacy tedesco ed apporta importanti cambiamenti per la privacy

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Dopo che il garante della privacy dello Stato dello Schleswig-Holstein, Thilo Weichert, aveva intimato ad aziende e istituzioni di rimuovere il pulsante “like” (mi piace) dai loro siti e di chiudere le loro pagine sul social network poiché violerebbe la privacy tempestiva è stata la risposta di Facebook con il Vice presidente del social network, Chris Cox. Tra le novità, gli articoli pubblicati online hanno ciascuna la loro impostazioni di condivisione proprio determinata da chi può vederli. E ‘l’ultimo di una lunga serie di tentativi da parte dei membri di Facebook di permettere di snellire gestendo le proprie informazioni personali.
In passato, il social network è stato criticato per aver dato l’impressione di nascondere le impostazioni di privacy nei menu oscurati.
I commenti avranno le proprie impostazioni sulla privacy. Ora, quando gli utenti sono taggati in un post – come una fotografia o un video – avranno la possibilità di confermare o rimuovere la loro identità prima che venga visualizzato il proprio profilo.
Altre modifiche riguardano:
Nei controlli di linea – ogni voce sulla pagine di un utente ha opzioni di privacy individuale, come pubblico, amici e personalizzati
Tag takedown – la capacità di rimuovere i tag da sé, chiedere alla persona che ti tagga per rimuoverlo, o bloccare il tagger
Tagging universale – gli utenti possono taggare chiunque, non solo gli amici di Facebook. Altra persona può scegliere di non accettare la pubblicazione su loro profilo
Tagging posizione – località geografiche può essere aggiunto in tutte le versioni di Facebook.
Vedi profilo – la possibilità di vedere come gli altri vedono il tuo profilo è aggiunto sopra il news feed
Il Vice presidente di Facebook, Chris Cox ha aggiunto che l’aggiunta di un ulteriore aggiornamento della privacy non significa necessariamente che il vecchio sistema era poco chiaro. Gli utenti ora possono chiedere di essere rimossi dai tag o eliminare completamente il contenuto. Ha aggiunto che Facebook si prepara ad estendere l’accesso ai minori di 13 anni. Si spera che la salvaguardia della privacy eliminerà il problema del tagging malizioso, che viene spesso usato dai cyber-bulli aggiungendo i nomi di altre persone con immagini moleste.