Quanto elaborato dell’Osservatorio cig del dipartimento Industria della Cgil, in riferimento ai dati sulla cassa integrazione Inps nel report di luglio, sembrano confermare il “consolidamento strutturale della crisi industriale” e porre l’accento sui circa 500mila lavoratori in cassa dall’ inizio dell’ anno e il cui salario, in questi primi sette mesi, è stato tagliato di 2,2 miliardi di euro, che si traducono in 4.600 euro in meno per ogni lavoratore. Il ricorso alla cassa integrazione nel mese di luglio (eccetto quella ordinaria che registra un incremento congiunturale), come evidenziato dall’indagine condotta dal sindacato, è in flessione. Parallelamente seguita a crescere, anche in luglio, il numero di aziende che ricorrono alla cassa integrazione straordinaria (cigs): nei primi sette mesi sono stati 4.363, che equivale a un +6,21% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ed hanno interessato 6.526 unità d’azienda A questi numeri si aggiungono i 187 tavoli di crisi aperti presso il ministero dello Sviluppo economico, per un totale di 223.608 lavoratori coinvolti. Lo scenario delineato, che rispecchia la situazione e in essere, giustifica le parole del segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere: “Siamo messi molto male sia per la mole di lavoratori ancora in cassa, sia per la crescita senza sosta di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs, sia per il numero di tavoli aperti al Mise senza prospettive concrete”. Scudiere rileva una “mancanza di strategia da parte del governo come emerge prepotentemente da una manovra iniqua dagli effetti depressivi e senza una idea di crescita per il paese”. Causali – Cresce il numero di aziende che ricorre ai decreti di cassa integrazione straordinaria: 4.363 nei primi sette mesi dell’anno, che corrispondono a un aumento del 6,21% rispetto allo stesso periodo del 2010. I ricorsi coinvolgono 5.526 unità aziendali territoriali. In diminuzione i ricorsi per crisi aziendale (-10,05%) che, tuttavia, continuano a rappresentare la quota più importante: il 60,90% del totale, pari a 2.657. In aumento le domande di ricorso al fallimento (274, per un +56,57% rispetto ai primi sette mesi del 2010), così come il ricorso al concordato preventivo (164, per un +33,33%) e ai contratti di solidarietà (899, per un +64,05%), che costituiscono il 20,61% del totale dei decreti. Si confermano poche le domande di ristrutturazione aziendale e risultano “inconsistenti” gli interventi che implicano percorsi di reinvestimento e di rinnovamento strutturale delle aziende. Il nord Italia è l’area geografica dove si concentra la quasi totalità dei ricorsi. Si registrano tuttavia significativi aumenti percentuali nel Sud. Al primo posto si trova la Lombardia, con 136.344.796 ore di cassa integrazione autorizzate. Per il Mezzogiorno la regione che maggiormente ricorre alla cig è la Campania, con 36.093.399 ore per 30.078 lavoratori. Settori – Il meccanico è il settore in cui il ricorso allo strumento cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) è più elevato, seguito dal commercio e dall’edilizia. Lavoratori in cig – 980.000: questo il numero di lavoratori che nel mese di luglio risulta essere in cigo, cigs e in cigd. 493.000 i lavoratori in cig, se si considerano gli equivalenti a zero ore, pari a 30 settimane lavorative. 2,2 miliardi di euro, equivalenti a 4.602 di euro per ogni singolo lavoratore, è quanto i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig hanno perso nel loro reddito, come evidenziato dalle indagini e successive rilevazioni dell’Osservatorio cig.
Fonte: Studio Cataldi