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Progetti in favore delle famiglie, arrivano i finanziamenti ad hoc

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Parte dei contributi è destinata alla realizzazione di programmi contro la povertà e l’esclusione sociale
Oltre un milione di euro per finanziare progetti destinati ad aiutare le famiglie per l’anno 2010. A definire tempi, modalità e soggetti destinatari è un bando del dipartimento per le Politiche della famiglia della presidenza del Consiglio dei ministri, annunciato con un comunicato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 marzo.

E’ fissato a 180mila euro il contributo che verrà assegnato a ogni progetto selezionato.
Una parte dei finanziamenti sarà destinata, in particolare, ai programmi contro la povertà e l’esclusione sociale delle famiglie. Potranno partecipare al bando i soggetti privati, comunque denominati, che operano prevalentemente nel campo delle politiche a tutela della famiglia. Rimangono fuori, invece, le persone fisiche, i partiti, i sindacati e tutte le associazioni facenti capo o affiliate a essi.
I progetti andranno presentati entro il prossimo 24 maggio tramite raccomandata con ricevuta di ritorno al dipartimento per le Politiche della famiglia.
Sarà una commissione ad hoc, nominata con decreto del capo del dipartimento, a valutare i progetti basandosi su parametri riferiti alla stabilità del progetto, all’impatto che esso può avere sul contesto territoriale, all’elaborazione della proposta progettuale e alla qualità, innovatività e adeguatezza a soddisfare le esigenze delle famiglie.
Il bando, nel dettaglio, elenca anche i costi ammissibili e la documentazione da allegare alla domanda. Non potranno essere presentate più richieste in relazione allo stesso progetto. In caso di progetti realizzati da più soggetti, tra questi dovrà essere nominato un mandatario come unico rappresentante.
Gli ammessi al finanziamento dovranno stipulare un’apposita convenzione con il dipartimento, anche per regolare la materiale erogazione dei contributi, previa presentazione, da parte di chi ha proposto il progetto, del documento unico di regolarità contributiva (Durc) e dell’informativa antimafia.
I progetti, infine, non potranno avere una durata superiore a 24 mesi dalla data di sottoscrizione della convenzione.

r.fo.

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/progetti-favore-delle-famiglie-arrivano-i-finanziamenti-ad-hoc

Cartelle su contributi Inps: competenza al tribunale ordinario

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Dubbio sciolto con la proposta di regolamento preventivo di giurisdizione alle Sezioni unite

Il 18 marzo scorso la Corte di cassazione, con la sentenza n. 6539, ha sancito la giurisdizione del giudice ordinario sui ricorsi relativi a cartelle esattoriali notificate da Equitalia relative a contributi Inps. La pronuncia si ricollega al principio generale enunciato dalla Corte stessa, nel 2008: la cartella esattoriale è un atto privo di autonomia, “costituisce uno strumento in cui viene enunciata una pregressa richiesta di natura sostanziale”, quindi deve essere “impugnata davanti al giudice competente a decidere in ordine al rapporto cui la cartella stessa è funzionale, a nulla valendo che l’atto non contenga una puntuale indicazione della fonte di credito fatta valere” (sentenza delle sezioni unite, n. 3001/2008).

La vicenda
Una società a responsabilità limitata riceveva una cartella esattoriale relativa a contributi Inps connessi agli anni 2000 e 2001; conseguentemente decideva di impugnare la cartella nei confronti di Equitalia Gerit Spa, presentando ricorso sia davanti al Tribunale di Roma, quale giudice del lavoro, sia alla Commissione tributaria provinciale di Roma.

La ricorrente proponeva, poi, regolamento preventivo di giurisdizione alle Sezioni unite della Corte di cassazione, per sciogliere il dubbio su quale fosse il giudice competente in ordine al processo nel quale era parte: il giudice tributario, secondo gli articoli 2, comma 1, e 19 del decreto legislativo 546/1992, oppure il giudice del lavoro, in applicazione dell’articolo 24, comma 5 del Dlgs 46/1999.

La società formulava anche due quesiti di diritto: il primo sull’applicabilità del Dlgs 546/1992 piuttosto che del decreto 46/1999, considerata l’unificazione degli istituti assistenziali e previdenziali nell’ente principale, l’Inps, quale soggetto devoluto a pagare pensioni e assistenza sanitaria; il secondo, sulla giusta interpretazione da dare alla facoltà al cittadino-contribuente di proporre opposizione, nel termine di quaranta giorni dalla notificazione della cartella di pagamento, nei confronti di eccezioni relative all’iscrizione a ruolo (articolo 24, comma 5, Dlgs 46/1999). La ricorrente, in sintesi, chiedeva se la facoltà del ricorso al giudice del lavoro andasse interpretata come un obbligo o come una possibilità alternativa alla giurisdizione delle commissioni tributarie – articolo 2, Dlgs 546/1992 – o, ancora, come facoltà alternativa quella data dall’articolo 19 del medesimo decreto).

Inoltre, chiedeva alla Corte di dichiarare come “non manifestamente infondata” la questione di legittimità costituzionale del Dlgs. 46/1999, articolo 24, per violazione degli articoli 3 e 25 della Costituzione, in considerazione della diversità dei termini di impugnativa e del giudice dell’impugnativa medesima, nonostante l’avvenuta unificazione del servizio sanitario nazionale e dell’Inps.

La sentenza
La Corte sancisce la giurisdizione del giudice ordinario, considerati sia la natura del rapporto previdenziale (la cartella esattoriale notificata da Equitalia Gerit Spa si riferisce a ruoli emessi dall’Inps per contributi previdenziali obbligatori) sia il disposto normativo del Dlgs 46/1999 che, all’articolo 24, prevede espressamente la possibilità, in presenza di richiesta di contributi previdenziali, di proporre opposizione contro l’iscrizione a ruolo davanti al giudice del lavoro (Cassazione, sezioni unite, sentenza n. 7399/2007).

La Corte risponde implicitamente al primo quesito e chiarisce la validità dell’applicazione dell’articolo 24, non essendo qui in discussione anche i contributi dovuti al servizio sanitario nazionale, rientranti invece nella giurisdizione tributaria (Cassazione, sezioni unite, sentenza n. 2871/2009). In merito al secondo quesito, la Corte sottolinea come alla locuzione impiegata dal legislatore (“può”) per riferirsi al potere di impugnativa, corrisponda sempre (in termini di “deve”) un onere di impugnare, evidenziando la non rilevanza della questione posta dalla società ricorrente.

In merito alla questione di legittimità costituzionale lamentata dalla società ricorrente, la Corte considera insussistente sia la violazione dell’articolo 25 della Costituzione, perché la scelta è strettamente legata alla natura (in questo caso previdenziale e non tributaria) dell’obbligazione dedotta in giudizio, sia il contrasto con l’articolo 3, per evidente mancanza di tertium comparationis (in quanto la normativa vigente in materia non consente la possibilità di scegliere un giudice diverso da quello “naturale”).
Le conclusioni
Il regolamento preventivo di giurisdizione è uno strumento che consente di risolvere in breve tempo le questioni di giurisdizione: le parti, per sciogliere il dubbio su quale sia il giudice munito di giurisdizione in ordine al processo, possono rivolgersi direttamente alle Sezioni unite della Cassazione affinché decidano sulla questione.L’utilizzo di un simile strumento ha permesso di far risaltare, nel caso esaminato, la natura strumentale della cartella esattoriale: la natura sostanziale rimane esclusivamente in capo all’oggetto della richiesta cui la cartella si riferisce, ossia i contributi previdenziali. Naturale conseguenza di tale considerazione sul rapporto sottostante, è la decisione sulla competenza del giudice: in tale contesto il giudice del lavoro (giudice ordinario).
Flavia Gentili

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/giurisprudenza/articolo/cartelle-su-contributi-inps-competenza-al-tribunale-ordinario

Polizze dormienti: eliminazione retroattività insufficiente

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Gli eredi di polizze vita sottoscritte da persone decedute prima della data del 27 ottobre 2007 non rischieranno di vedersi sottratte le somme con destinazione al Fondo per il risarcimento delle vittime delle truffe e degli scandali finanziari. Questo dopo che nei giorni scorsi il Governo ha provveduto ad eliminare la retroattività che avrebbe oltremodo danneggiato i consumatori/risparmiatori, i quali sulle polizze hanno un tempo fin troppo breve, e pari ad appena due anni, per evitare che le somme vadano prescritte.

Le somme, infatti, in tal caso passano allo Stato che le utilizza per finanziare progetti quali la social card, la ricerca, la stabilizzazione dei lavoratori precari e risarcimenti vari. Ebbene, al riguardo il Movimento Consumatori non è per nulla soddisfatto visto che l’eliminazione della retroattività non risolve il problema relativo ai termini di prescrizione; per il futuro, infatti, le somme delle polizze vita non richieste entro due anni dall’evento per cui iniziano a maturare i tempi che portano alla prescrizione, confluiranno automaticamente nel Fondo per i crac finanziari.

Di conseguenza, MC bolla la soluzione del Governo come “pasticciata“, ed invita l’Esecutivo a provvedere con urgenza a cancellare direttamente la norma sulle polizze dormienti; in questo modo, tra l’altro, le assicurazioni sulla vita sono soggette a termini di prescrizione pari ad appena due anni quando invece per gli investimenti di natura finanziaria e per le giacenze in conto corrente devono trascorrere dieci anni senza alcuna movimentazione prima che questo accada.

Secondo il presidente del Movimento Consumatori Lorenzo Miozzi, occorre evitare che l’Esecutivo “continui questo indebito scippo che ha le vesti di una vera e propria tassa sul lutto“; di conseguenza, l’Associazione nei giorni scorsi ha confermato che continuerà a battersi affinché il Governo elimini definitivamente la norma sulla prescrizione delle polizze vita introdotta con il cosiddetto “Decreto Alitalia“.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/polizze-dormienti-eliminazione-retroattivita-insufficiente/26949/

Benzina: prezzi sempre più in alto

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La Pasqua è appena finita e dopo alcuni giorni di calma piatta i prezzi della benzina alla pompa sono tornati a surriscaldarsi. In accordo con quanto rende noto Staffettaonline.com, la benzina ha sfondato in data odierna la quota di 1,42 euro al litro, mentre per un litro di gasolio di euro ce ne vogliono quasi 1,26. E’ probabile che nelle prossime ore le Associazioni dei Consumatori tornino a farsi sentire per denunciare l’ennesimo salasso che da qui a fine anno rischia di pesare non solo per gli automobilisti, ma anche per le famiglie visto che di questo passo le ripercussioni sui prezzi al consumo dei beni di prima necessità non potranno che essere negative.

A breve, intanto, gli attori della filiera dovrebbero essere convocati dal Governo per mettere a punto in materia di carburanti una riforma che cerchi di accontentare un po’ tutti. Da un lato, in particolare, ci sono i gestori delle pompe di benzina che chiedono, tra l’altro, anche più sicurezza e più tutele visto che quello del benzinaio sta diventando un mestiere sempre più rischioso.

Dall’altro le Associazioni dei Consumatori da mesi caldeggiano l’apertura del mercato della distribuzione dei carburanti alla GDO unitamente alla sterilizzazione dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) ed all’aumento sulla rete dei distributori self service che permettono di pagare la benzina alcuni centesimi di euro al litro in meno.

Ma la questione chiave, quella più importante, riguarda il meccanismo di determinazione dei prezzi, sul quale probabilmente si registreranno ampie differenze di vedute tra le compagnie petrolifere ed i Consumatori. Alcune Associazioni, in particolare, caldeggiano l’istituzione di un’Autorità di controllo sulla determinazione dei prezzi alla pompa di benzina e diesel, mentre altre ritengono necessario che la revisione dei prezzi dei carburanti avvenga periodicamente, in corrispondenza di date prefissate così come avviene per le tariffe della luce e del gas.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/benzina-prezzi-sempre-piu-in-alto/26957/

Incentivi green economy Governo, troppo bassi

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Quello della green economy è un settore che in Italia è potenzialmente in grado di mobilitare la bellezza di un milione di persone. A metterlo in evidenza nei giorni scorsi è stato il Presidente della Confartigianato Guerrini dopo il via libera agli incentivi del Governo per le cucine, elettrodomestici, gru, banda larga e, tra l’altro, anche le eco-case. Al riguardo il Presidente dell’Associazione delle imprese artigiane ha fatto presente come gli incentivi messi a punto per la green economy siano deboli, così come di interventi ben più decisi avrebbero bisogno comparti in crisi come quelli dell’arredamento e del tessile.

Pur sottolineando il segnale di attenzione del Governo nei confronti dei settori sopra citati, la Confartigianato ora auspica che le modalità di accesso alle incentivazioni siano orientate alla semplificazione a favore delle imprese del comparto. Nel complesso, pur tuttavia, il Presidente Guerrini ha colto l’occasione per rimarcare come alla logica delle incentivazioni sia preferibile quella delle norme di natura strutturale al fine di rendere più semplice l’attività delle imprese.

E’ il caso, al riguardo, delle semplificazioni per i lavori edili in casa senza obbligo di dichiarazione di inizio attività (Dia), ovverosia senza il rilascio di alcun titolo abilitativo. Tra questi interventi senza Dia ci sono le serre mobili stagionali, le opere di pavimentazione, le opere di finitura di spazi esterni, l’eliminazione di barriere architettoniche, le opere temporanee di ricerca nel sottosuolo e le aree ludiche senza fini di lucro.

Questo permetterà al settore delle costruzioni di poter realizzare i lavori in maniera più rapida e senza pastoie burocratiche. Le semplificazioni andranno ad avvantaggiare un comparto come quello delle costruzioni che conta ben 878 mila imprese circa che danno lavoro a 1,84 milioni di persone; e di queste il 67,5% sono imprese artigiane.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/incentivi-green-economy-governo-troppo-bassi/26927/

Prestito BancoPosta online: come richiederlo

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I correntisti BancoPosta online hanno la possibilità con Poste Italiane di richiedere un prestito direttamente online, comodamente seduti a casa davanti al proprio personal computer, senza doversi recare presso l’ufficio postale. Per richiedere il prestito BancoPosta online occorre infatti accedere alla sezione “Finanziamenti” BancoPosta online, compilare il form online con i dati, leggere le condizioni di contratto, stampare il modulo ed inviarlo a mezzo posta assieme a tutta la documentazione richiesta.

A questo punto il richiedente riceverà la notifica dell’esito della richiesta di finanziamento direttamente nella propria casella di posta elettronica. In caso di accoglimento della richiesta, il cliente BancoPosta online continuerà a non muoversi da casa visto che l’importo richiesto sarà direttamente accreditato nel giro di pochi giorni sul proprio conto corrente BancoPosta. Con Prestito BancoPosta online si può attualmente richiedere un finanziamento che parte da minimo 1.500 euro e massimi 20 mila euro con un piano di rimborso di minimo 12 e massimo 84 mesi.

La formula di finanziamento è quella a tasso fisso, con un interesse che è più vantaggioso proprio per il prestito BancoPosta richiesto online rispetto alla richiesta presso l’ufficio postale. Al prestito è altresì possibile associare una copertura assicurativa che in caso di imprevisti copre il pagamento delle rate o direttamente il rimborso integrale del debito residuo.

Per i prestiti BancoPosta online fino a cinque anni, il costo dell’assicurazione è pari al 2% dell’importo erogato, mentre per durate superiori, e comunque fino ad 84 mesi, il costo in percentuale sul capitale erogato è in questo caso pari al 3,65%. Per conoscere nel dettaglio tutta la documentazione necessaria per richiedere il prestito, sia da parte dei lavoratori dipendenti, sia dei lavoratori autonomi e liberi professionisti, basta cliccare qui.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/prestito-bancoposta-online-come-richiederlo/26931/

Incentivi cucine, moto, elettrodomestici e Adsl

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In data odierna, martedì 6 aprile 2010, riguardo agli incentivi su cucine, moto, elettrodomestici e Adsl è prevista sia la pubblicazione del Decreto attuativo sulla Gazzetta Ufficiale, sia l’avvio delle procedure di registrazione dei rivenditori che devono chiamare ad un apposito call center. Questo significa che dal 15 aprile 2010, data ufficiale di partenza degli ecoincentivi 2010 approvati nei giorni scorsi dal Governo, potranno concedere il bonus statale solamente quei rivenditori che a partire da oggi avranno effettuato tale adempimento.

A metterlo in evidenza è l’Associazione Adoc che, di conseguenza, invita i consumatori a fare attenzione per evitare di acquistare i beni oggetto degli incentivi senza la certezza di poter fruire dello sconto. In particolare, l’Associazione dei Consumatori raccomanda di chiedere al rivenditore se abbia effettuato la registrazione attraverso l’apposito call center; dopodiché in fase di acquisto occorre limitarsi a pagare l’acconto e poi saldare la quota restante solo ed esclusivamente quando il rivenditore avrà effettivamente richiesto ed ottenuto l’incentivo.

Tra gli ecoincentivi stanziati ci sono anche quelli per la banda larga, ovverosia per l’attivazione di nuove linee Adsl a patto che però a farlo siano giovani di età compresa tra i 18 ed i 30 anni; soddisfatti tali requisiti è possibile ottenere uno sconto una tantum pari a 50 euro ed a fronte di uno stanziamento complessivo che ammonta a 20 milioni di euro.

Oltre ai bonus sull’acquisto di cucine, moto, gru per l’edilizia e macchine agricole ci sono anche gli sconti statali per l’acquisto di case ad alta efficienza energetica; in base alla classe di risparmio energetico lo sconto statale può raggiungere un massimale di 5 mila oppure di 7 mila euro; la fruizione del bonus è però subordinata all’approvazione da parte dell’Enea della certificazione di efficienza energetica.
Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/incentivi-cucine-moto-elettrodomestici-e-adsl/26941/

Le novità fiscali del decreto incentivi

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In virtù del D.L. 25 marzo 2010, n. 40, dal primo maggio prossimo le società avranno l’obbligo di informare, mediante modello di comunicazione unica, il Registro imprese della Camera di commercio, l’Agenzia delle Entrate, INPS e INAIL degli eventuali trasferimenti all’estero della propria sede.

È una delle novità che prevede il decreto “incentivi” del 25 marzo scorso, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 71 del 26.3.2010, e concernente “Disposizioni urgenti tributarie e finanziarie in materia di contrasto alle frodi fiscali internazionali e nazionali operate, tra l’altro, nella forma dei cosiddetti «caroselli» e «cartiere», di potenziamento e razionalizzazione della riscossione tributaria anche in adeguamento alla normativa comunitaria, di destinazione dei gettiti recuperati al finanziamento di un Fondo per incentivi e sostegno della domanda in particolari settori”.

Tantissimi gli incentivi previsti, si va dal bonus per l’acquisto di motocicli elettrici ad elettrodomestici ad alta efficienza energetica, dagli “eco-immobili” alle macchine per uso agricolo.
Sostegno ad hoc per le innovazioni tecnologiche applicate al settore aeronautico, per la costruzione di prototipi di nave multiuso per le emergenze, per l’emittenza televisiva locale e per l’Agenzia per la sicurezza nucleare (sul sito del ministero dello Sviluppo economico, è possibile trovare l’elenco dettagliato di tutti gli incentivi).
Gli incentivi saranno operativi dal 6 aprile e la procedura per ottenerli partirà dal consumatore stesso, che dovrà rivolgersi al rivenditore; sarà compito di quest’ultimo verificare la capienza dei fondi disponibili per via telematica o telefonica.
Le modalità di erogazione dei contributi (c’è un tetto massimo per ogni tipologia) saranno definite da un decreto dello stesso Sviluppo economico, emanato di concerto con il Mef e con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare.

Ma vediamo nello specifico tutte le novità del decreto.

Notifiche ai contribuenti residenti all’estero
Sono previste nuove regole circa il recupero all’estero di crediti per imposte italiane, in base a quanto disposto dalla direttiva Ecofin del 19 gennaio 2010.
Le notifiche ai contribuenti non residenti verranno considerate valide se effettuate tramite raccomandata con ricevuta di ritorno presso la residenza estera indicata nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero o la sede legale estera risultante dal Registro delle imprese.
In difetto di tali informazioni, tale notifica dovrà essere inviata all’indirizzo indicato in sede di richiesta del codice fiscale o di variazione dei dati.
Tutte le comunicazioni, nonché le successive variazioni avranno effetto a partire dal trentesimo giorno successivo a quello della loro ricezione.
Le regole sono valide anche per la notifica delle cartelle di pagamento.

Lotta all’evasione
Ancora un attacco alla lotta all’evasione internazionale, in quanto il decreto in commento prende di mira, particolarmente, le operazioni c.d. carosello e cartiere e (anche in aderenza alle nuove norme Ue sulla fatturazione elettronica), rende obbligatoria per i soggetti passivi Iva la comunicazione in via telematica all’Agenzia delle Entrate di tutte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate e ricevute nei confronti di operatori economici dei Paesi black list (individuati dai decreti del ministero dell’Economia e delle Finanze del 4 maggio 1999 e del 21 novembre 2001).
Tutte le modalità di comunicazione alle Entrate saranno stabilite da un decreto Mef entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge in commento.
Nel decreto si prevedono, inoltre, misure finalizzate al contrasto della fruizione illegittima di crediti d’imposta.
Nella ipotesi di illecito utilizzo di crediti agevolativi (la cui fruizione è stata autorizzata da amministrazioni ed enti pubblici, anche territoriali), l’Agenzia delle Entrate dovrà trasmettere a tali strutture i dati sui crediti utilizzati in diminuzione delle imposte, in modo da accelerare le procedure di recupero.
Tutte le somme recuperate confluiranno nella entrata del Bilancio dello Stato, rimanendo acquisite all’Erario.

Detassazione per le imprese della moda e del settore tessile
Altro settore interessato dal decreto in commento è quello delle aziende operanti nel settore tessile e della moda, in quanto viene introdotta la detassazione del reddito di impresa degli investimenti in attività di ricerca industriale e di sviluppo per la realizzazione di campionari.
L’agevolazione viene riservata alle imprese che svolgono le attività di cui alle divisioni 13 e 14 della tabella Ateco 2007; sarà valida anche per quegli investimenti realizzati dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2009 fino alla chiusura del periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2010.
Il beneficio previsto verrà fruito al momento del versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo di imposta in cui sono stati realizzati gli investimenti.
L’acconto per il periodo d’imposta successivo va calcolato senza tener conto dell’agevolazione.
Un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, che dovrà essere emanato entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto incentivi, stabilirà sia i criteri che le modalità attuative dell’agevolazione di cui sopra.

Deflazione del contenzioso tributario
Il contribuente, nell’ambito della conciliazione giudiziale, avrà l’obbligo della presentazione di adeguata garanzia per il pagamento delle rate delle somme dovute solo quando l’importo complessivo delle rate successive alla prima sia superiore alla somma di 50mila euro.
Procedure semplificate per la notifica delle sentenze emesse dalla Commissione tributaria.
Viene, altresì, abrogata la disposizione contenuta nelle norme sul processo tributario (Dlgs 546/1992, articolo 52, comma 2) in base alla quale gli uffici periferici dell’Amministrazione finanziaria dovevano chiedere, per proporre appello principale, l’autorizzazione preventiva al responsabile del servizio del contenzioso della competente direzione regionale.
Infine, le norme in materia di pagamento del tributo in seguito a decisione della Commissione tributaria regionale sono estese alle sentenze emesse dalla Commissione tributaria centrale.
Attività edilizia libera
Il decreto in commento introduce significative novità anche in materia di edilizia, modificando l’art. 6 del DPR n. 380/2001 ed ampliando così l’elenco degli interventi che non richiedono il rilascio di un titolo abilitativo.
Per fare un esempio, i lavori di manutenzione straordinaria possono essere realizzati senza presentazione della D.I.A., purchè:
- non riguardino parti strutturali dell’edificio;
- non comportino aumento del numero delle unita’ immobiliari;
- non implichino incremento dei parametri urbanistici.
L’avvio dei lavori, tuttavia, deve essere comunicato all’amministrazione comunale, anche in via telematica, con allegazione delle autorizzazioni previste come obbligatorie dalle normative di settore, nonchè con indicazione dei dati identificativi dell’impresa incaricata di eseguire le opere.
Naturalmente, la liberalizzazione degli interventi è subordinata al rispetto delle piu’ restrittive disposizioni previste dalla disciplina regionale, delle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali e delle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attivita’ edilizia.

(Altalex, 30 marzo 2010. Nota di Manuela Rinaldi)

Fonte: http://www.altalex.com/index.php?idu=143290&cmd5=ac265b1bc42e01dbe234216e9f6c78ee&idnot=49799

Bollette luce: risparmio fino a 120 euro a famiglia

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Dallo scorso 1 aprile in Italia sono aumentate le tariffe del gas, ma sono scese quelle della luce. Per l’energia elettrica le revisioni tariffarie al ribasso da parte dell’Autorità per l’Energia potrebbero portare le famiglie a tagliare su base annua i costi della luce per ben 120 euro. E’ questa la stima fornita dall’Associazione Adoc, la quale ora però auspica che la tendenza al ribasso possa iniziare anche per i consumi di gas. L’Associazione dei Consumatori, infatti, stima che la riduzione tariffaria di luce e gas potrebbe innescare a favore delle famiglie minori costi annui diretti ed indiretti per ben 500 euro, ovverosia una somma rilevante specie per quelle famiglie che vivono di reddito fisso e basso.

Riguardo ai prezzi della luce, che sono scesi dall’1 aprile del 3,1%, le famiglie con l’ultima revisione al ribasso risparmieranno in media 13 euro annui; altri 10 euro su base annua vanno inoltre aggiunti con la riduzione tariffaria del primo quarto 2010, ed altri 39 euro annui complessivi nel 2009. Nel complesso, quindi, a parità di consumo rispetto agli inizi del 2009 gli italiani che hanno un contratto sul cosiddetto mercato tutelato stanno pagando bollette decisamente meno salate.

Queste riduzioni tariffarie sono tra l’altro cumulabili con il bonus elettrico, al quale possono accedere, rispettando gli altri requisiti, le famiglie con un Isee inferiore ai 7.500 euro e le famiglie numerose, con oltre tre figli a carico, il cui indicatore della situazione economica equivalente non superi il livello dei 20 mila euro. C’è il bonus elettrico, inoltre, anche a favore di quei soggetti che causa malattia devono necessariamente utilizzare apparecchiature elettromedicali salvavita.

Per saperne di più sulla misura del bonus elettrico, ma anche del bonus gas, è possibile visitare il sito del Ministero dello Sviluppo Economico, www.sviluppoeconomico.gov.it, o quello dell’Autorità per l’Energia elettrica ed il gas, www.autorita.energia.it; oppure ancora si può chiamare il numero verde gratuito 800 16 66 54.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/bollette-luce-risparmio-fino-a-120-euro-a-famiglia/26917/

Benzina: prezzi petrolio e prodotto lavorato

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Le Associazioni dei Consumatori per calcolare i rincari della benzina, che giudicano illegittimi e speculativi, prendono a riferimento le oscillazioni del petrolio sui mercati finanziari internazionali; invece, il riferimento da prendere in giusta considerazione è per la Figisc, Federazione italiana gestori impianti stradali carburante, il prezzo del prodotto lavorato. Per questo secondo la Federazione “i consumatori fanno male i conti” denunciando un rincaro sui prezzi della benzina di dieci centesimi di euro al litro dall’inizio dell’anno quando invece l’aumento è più basso e pari ad un minimo di 7,6 ed un massimo di 8,4 centesimi di euro al litro.

Quindi a conti fatti in base ai calcoli della Federazione non ci sarebbero applicati in questo momento sui carburanti i famosi 3 centesimi di euro di troppo che penalizzano gli automobilisti e fanno guadagnare alle compagnie petrolifere più del dovuto. Ma la Figisc pone l’accento anche sui calcoli che i Consumatori presentano per quel che riguarda l’andamento dei prezzi del greggio; dati alla mano, infatti, la Federazione ha sottolineato come la media dei prezzi ad oggi rispetto al mese di gennaio 2010 abbia fatto registrare incrementi superiori a quelli comunicati dalle Associazioni.

E vista la “rivolta” delle Associazioni dei Consumatori contro le speculazioni sui prezzi dei carburanti, anche la Faib, Federazione Autonoma Italiana Benzinai, è intervenuta con una nota ufficiale invitando i Consumatori a non creare allarmismi ingiustificati, e sottolineando come i prezzi siano fermi da quindici giorni e caratterizzati da un andamento in linea con quello dei mercati internazionali.

Per la Faib gli allarmismi rischiano di incidere sul settore e su un’economia come quella italiana che è ancora debole dopo la pesante caduta del Pil dello scorso anno. La Federazione Autonoma Italiana Benzinai al riguardo ricorda come ci siano criticità tali nel comparto della raffinazione al punto che si rischia la chiusura di alcuni impianti industriali con ricadute negative sull’occupazione.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/benzina-prezzi-petrolio-e-prodotto-lavorato/26909/