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Costo della vita: confronto città per città in un click

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A Milano la vita costa in media il 19% in più rispetto a Palermo, mentre il capoluogo lombardo è più caro di appena l’1% rispetto a Roma. Questo è quanto emerge dal sito Expatistan.com, un portale molto utile per fare confronti sul costo della vita tra una città e l’altra; si possono effettuare confronti non solo tra città italiane, ma tra una città italiana ed una europea, oppure tra due città europee. Oppure ancora tra Tokyo e Londra: da quest’ultimo confronto emerge come la vita a Tokyo sia in media meno cara del 19% rispetto a Londra.

Il portale per il confronto fa la media dei capitoli di spesa legati al cibo, intrattenimento, trasporti, casa, abbigliamento, salute e benessere. Il sito, ad esempio, può essere di grande utilità per chi viaggia, o magari per chi ha trovato lavoro all’estero e vuole in linea di massima farsi quattro conti per capire se la paga che percepirà sarà sufficiente per poter far fronte alle spese obbligate e non della vita quotidiana. Di solito, infatti, in quelle città dove la vita è più cara anche le retribuzioni sono più alte, ma occorre capire se con, ad esempio, 2.500 euro a Parigi è possibile vivere meglio rispetto ai 1.300 euro guadagnati a Roma.

Per trovare lavoro all’estero segnaliamo Eures, il Portale europeo della mobilità professionale che può permettere sia di trovare un’occupazione fuori dai confini italiani, sia di reperire informazioni e consigli utili. Le offerte di lavoro sul Portale sono aggiornate in tempo reale, ma ci sono anche tante offerte di studio grazie alla rete Eures.

Alla data di oggi, 4 aprile 2010, risultavano registrati al Portale europeo della mobilità professionale oltre 21 mila datori di lavoro a fronte di ben 430 mila curriculum inseriti ed oltre 940 mila offerte di lavoro. Insomma, l’offerta è ampia per trovare un’occupazione in linea con le aspettative a patto di avere il “coraggio” e la determinazione di lasciare il nostro Paese pur di lavorare.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/costo-della-vita-confronto-citta-per-citta-in-un-click/26901/

Conto corrente bancario low cost, consigli utili

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Ogni anno molti correntisti, anche se fanno poche movimentazioni, pagano somme spropositate per il rapporto di conto corrente bancario; eppure basterebbe seguire alcune regole ed accorgimenti per evitare di pagare commissioni e costi facilmente evitabili. Questo può avvenire iniziando ad utilizzare i canali alternativi allo sportello fisico della banca, ovverosia Internet ed il telefono; i servizi attraverso questi canali sono infatti meno cari, spesso gratuiti, quando invece un bonifico effettuato in filiale può arrivare a costare anche quattro euro.

Allo stesso modo, i documenti relativi alla trasparenza bancaria, e tutti gli altri, devono essere acquisiti e letti online piuttosto che autorizzare la banca a farceli recapitare per posta. Sono questi alcuni consigli di Altroconsumo che sul conto corrente ha stilato dieci regole per risparmiare; tra queste c’è quella relativa ai prelievi, che devono essere fatti con il Bancomat e non con la carta di credito visto che in quest’ultimo caso si arrivano a pagare commissioni fino al 4% dell’importo erogato. Occorre inoltre lasciare sul conto giacenze minime se la banca sui soldi depositati sul conto corrente propone un tasso zero o prossimo allo zero.

Così come occorre evitare le scoperture in conto corrente di natura temporanea, anche di pochi euro, visto che molte banche applicano delle commissioni di scoperto salatissime. Per quanto riguarda il contratto del conto corrente, questo deve essere riposto in un posto sicuro e deve essere periodicamente visionato per controllare che la banca non abbia applicato costi e commissioni peggiorative rispetto a quelle che il consumatore/risparmiatore ha accettato nero su bianco.

Risparmiare si può anche con le utenze; se la luce, il gas ed il telefono vengono pagati con il bollettino postale, è possibile risparmiare alcune decine di euro all’anno attivando in banca il servizio di domiciliazione delle bollette che è rigorosamente gratuito. E per quanto riguarda la carta di credito, se la si vuole avere, non è detto che quelle proposte dalla banca siano quelle più a buon mercato.
Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/conto-corrente-bancario-low-cost-consigli-utili/26893/

Istat. Occupati e disoccupati

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Nel quarto trimestre 2009 il numero di occupati risulta pari a 22.922.000 unità segnalando un calo rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente pari all’1,8 per cento (-428.000 unità). La perdita dell’occupazione è sintesi di una riduzione molto accentuata della componente italiana (-530.000 unità), a fronte di una crescita, con ritmi inferiori al passato, di quella straniera.

Al protrarsi del calo dell’occupazione autonoma, dei dipendenti a termine, dei collaboratori si associa l’amplificarsi della riduzione dei dipendenti a tempo indeterminato, in particolare nelle piccole imprese. In termini destagionalizzati l’occupazione totale registra una flessione pari allo 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente. Il tasso di occupazione è pari al 57,1 per cento, con una diminuzione di 1,4 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2008 (58,5 per cento), mentre il numero delle persone in cerca di occupazione ha raggiunto il valore di 2.145.000 unità (+369.000 unità), con un aumento del 20,8 per cento rispetto al quarto trimestre 2008.

L’incremento della disoccupazione continua a concentrarsi nel Centro-nord e tra gli individui che hanno perso la precedente occupazione. Alla crescita della disoccupazione si accompagna un incremento degli inattivi pari all’1,7 per cento (+253.000 mila unità), in particolare di quelli che non cercano attivamente un lavoro perché pensano di non trovar-lo e di coloro che rimangono in attesa dei risultati di passate azioni di ricerca di lavoro. Il tasso di disoccupazione è pari, nella media del quarto trimestre, all’8,6 per cento (7,1 per cento nel quarto trimestre 2008). Il tasso di disoccu-pazione destagionalizzato aumenta di tre decimi di punto rispetto al trimestre precedente.

Oggi vengono inoltre diffusi i dati definitivi delle stime mensili per il 2009, precedentemente pubblicati in versione provvisoria, completi anche delle informazioni del comune di L’Aquila. Sulla base di tali aggiornamenti i dati provvisori destagionalizzati, relativi a gennaio 2010, mostrano un leggero aumento (da 8,4 a 8,5 per cento) del tasso di disoccupazione rispetto a dicembre 2009.
Fonte: http://www.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/forzelav/20100324_00/

I dati dello scudo fiscale fuori dall’ordinario flusso del 31 marzo

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Le informazioni sulle operazioni di rimpatrio e regolarizzazione andranno trasmesse successivamente
Viaggiano distinte le comunicazioni dei dati relativi all’“ordinario” monitoraggio fiscale rispetto a quelle dei dati relativi alle operazioni di rimpatrio e/o regolarizzazione delle attività patrimoniali e finanziarie detenute all’estero.
Entro mercoledì 31 marzo, infatti, gli intermediari (banche, Poste, società finanziarie, società fiduciarie eccetera) dovranno comunicare all’Anagrafe tributaria i dati relativi al monitoraggio fiscale per l’anno 2009. Si tratta di informazioni relative ai trasferimenti da e per l’estero – da loro effettuati per conto o a favore di persone fisiche, enti non commerciali e di società semplici e associazioni equiparate ai sensi dell’articolo 5 del Tuir – di denaro, titoli e valori. Per l’invio di queste comunicazioni, il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 14 marzo 2003 ha stabilito un appuntamento annuale, fissando il termine di scadenza al 31 marzo dell’anno successivo.
I dati relativi alle operazioni effettuate in base alla disciplina dello “scudo fiscale” (articolo 13-bis del decreto luglio 78/2009) dovranno, invece, essere oggetto di una successiva comunicazione, le cui modalità di trasmissione saranno rese note in un secondo tempo.
r.fo.
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/i-dati-dello-scudo-fiscale-fuori-dall-ordinario-flusso-del-31-marzo

Iscrizione all’albo degli artigiani. Su ComUnica il bollo non fa il bis

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Il successivo fascicolo per aderire alla categoria è parte integrante del principale invio già gravato dall’imposta
Con la Comunicazione unica gli artigiani scontano il bollo solo per la presentazione, in via telematica o su supporto informatico, del modello “ComUnica” al Registro delle imprese. L’imposta non si applica, invece, sulla successiva pratica diretta a ottenere l’iscrizione all’albo degli artigiani, che rappresenta una mera integrazione documentale al primo invio.
Non sono assoggettati al bollo, inoltre, le domande e gli atti che prima dell’introduzione della Comunicazione unica erano esenti dall’imposta, come la richiesta di attribuzione della partita Iva e gli atti e i documenti in materia di assicurazioni sociali obbligatorie.
Il chiarimento arriva con la risoluzione n. 24/E del 29 marzo in risposta a un interpello con cui la Regione Marche chiedeva di conoscere il corretto trattamento tributario, ai fini dell’imposta di bollo, della Comunicazione unica presentata in via telematica dalle imprese artigiane.
L’Agenzia delle Entrate sostiene in primo luogo che, per la presentazione della Comunicazione unica al Registro delle imprese, in via telematica o su supporto informatico, è dovuta l’imposta di bollo. Secondo il chiaro disposto della normativa, infatti (articolo 1, comma 1-ter, della tariffa allegata al Dpr 642/1972), scontano l’imposta le “Domande, denunce ed atti che le accompagnano, presentate all’ufficio del registro delle imprese ed inviate per via telematica ovvero presentate su supporto informatico”. Inoltre, la stessa norma istitutiva della Comunicazione unica (articolo 9, Dl 7/2007) ne prevede, al comma 10, per incentivare l’utilizzo del sistema telematico di iscrizione al Registro delle imprese, una più favorevole rideterminazione dell’imposta di bollo, fissata – con la Finanziaria 2008 – nella misura di 17,50 euro per le ditte individuali al posto dei precedenti 42 euro (per le società di persone e le società di capitali gli importi sono rispettivamente di 59 e 65 euro).
L’Agenzia, inoltre, ricorda che in ogni caso è possibile scrivere sul medesimo foglio, con il pagamento di una sola imposta, “atti contenenti più convenzioni, istanze, certificazioni o provvedimenti se redatti in un unico contesto” (articolo 13 Dpr 642/1972).
Di conseguenza, per i seguenti adempimenti assolti con la Comunicazione unica (articolo 5 Dpcm 6 maggio 2009):
dichiarazione di inizio attività, variazione dati o cessazione attività ai fini Iva
domanda d’iscrizione di nuove imprese, modifica, cessazione nel registro imprese e nel Rea
domanda d’iscrizione, variazione, cessazione dell’impresa ai fini Inail
domanda d’iscrizione, variazione e cessazione al registro imprese con effetto per l’Inps
domanda di iscrizione, variazione e cessazione di impresa agricola ai fini Inps
domanda di iscrizione, variazione e cessazione di impresa artigiana nell’albo delle imprese artigiane,

è dovuto unicamente il bollo previsto per gli atti soggetti all’imposta fin dall’origine (articolo 1 tariffa annessa al Dpr 642/1972).
Il documento di prassi esamina, poi, la particolare situazione delle imprese artigiane, come richiesto dall’istante. Queste, infatti, attraverso la Comunicazione unica faranno parte del Registro delle imprese e, solo dopo aver prodotto ulteriori documenti, potranno iscriversi all’albo degli artigiani. A tal proposito, l’Agenzia, come già accennato, specifica che, mentre per la presentazione del modello ComUnica si applica il bollo, nessuna imposta, invece, è dovuta per il successivo adempimento di iscrizione all’associazione di categoria. Il fascicolo telematico dell’impresa artigiana, infatti, fa parte integrante della Comunicazione inviata al Registro delle imprese, per la quale è già stato versato il tributo.
Patrizia De Juliis
http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/iscrizione-allalbo-degli-artigiani-su-comunica-il-bollo-non-fa-il-bis

Finanziamento di nuovi progetti a favore delle famiglie

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Proseguono gli interventi del Governo a favore delle famiglie.
È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 70 del 25 marzo 2010 il bando per il finanziamento di nuovi progetti, previsto dal decreto del Sottosegretario di Stato alle politiche per la famiglia del 14 dicembre 2009.
Ogni progetto selezionato riceverà un contributo finanziario pari a 180.000 euro.
Una parte dei contributi è riservata ai quei progetti che affronteranno nello specifico la lotta alla povertà e all’esclusione sociale delle famiglie. I progetti potranno essere presentati da soggetti privati, comunque denominati, che svolgono la loro attività prevalentemente nel campo delle politiche familiari.
La valutazione dei progetti sarà effettuata da una Commissione nominata con decreto del Capo del Dipartimento, composta da cinque membri effettivi e cinque membri supplenti, di cui uno con funzioni di Presidente e uno con funzioni di Vice Presidente.
La valutazione verrà effettuata dalla Commissione sulla base della qualità, innovatività ed adeguatezza delle misure previste a sostegno delle esigenze delle famiglie, nonché dei criteri stabiliti dal bando predisposto dal Dipartimento.
Il bando indica, altresì, la durata massima dei progetti ammessi, la documentazione richiesta per la presentazione dei progetti, le modalità di erogazione dei contributi destinati a ciascuno dei progetti selezionati, nonché le modalità ed i termini di presentazione della domanda.
I soggetti proponenti i progetti selezionati ai sensi del comma 3 dovranno stipulare una apposita convenzione con il Dipartimento per le politiche della famiglia, per la disciplina dei reciproci rapporti, anche al fine della materiale erogazione dei contributi.
Sono escluse dalla partecipazione le persone fisiche, i partiti, i sindacati, e tutte le associazioni facenti capo, o comunque affiliate, a partiti politici o sindacati.
Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro il 24 maggio 2010.
Il Bando è consultabile sul sito del Dipartimento politiche per la famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Fonte: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/finanziamenti_progetti_famiglia/

Istat. Conti economici delle imprese

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L’Istat rende disponibili i principali risultati, aggiornati al 2006, sulla struttura e la competitività del sistema delle imprese in Italia.

I dati sono raccolti attraverso due distinte rilevazioni statistiche che hanno interessato complessivamente circa 48.000 imprese rispondenti: quella sulle piccole e medie imprese e sull’esercizio di arti e professioni e la rilevazione sul sistema dei conti delle imprese.

La prima rilevazione, di natura campionaria, osserva le imprese con 1-99 addetti, mentre la seconda ha carattere censuario e rileva le imprese con almeno 100 addetti.

Entrambe le rilevazioni, congiuntamente all’utilizzo di dati di fonti amministrative, concorrono a tracciare il quadro strutturale dei risultati economici delle imprese italiane secondo i criteri stabiliti dal Regolamento sulle statistiche strutturali n.58/97 (SBS) emanato dall’Unione europea.

In particolare, i dati si riferiscono alle imprese che operano nei settori dell’industria e dei servizi – ad esclusione del comparto dell’intermediazione monetaria e finanziaria e delle attività di organizzazioni associative – disaggregati per settore di attività economica, dimensione aziendale e localizzazione delle attività.
Fonte: http://www.istat.it/dati/dataset/20100325_00/

Le conclusioni del Consiglio Europeo di primavera Bruxelles, 25 e 26 marzo 2010

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L’Unione Europea ha bisogno di una nuova strategia, fondata su un miglior coordinamento delle politiche economiche, per creare maggiore crescita ed occupazione.
La strategia individuata è “Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” messa a punto dalla Commissione, presentata al Vertice dei 27 Capi di Stato e di Governo – che si sono riuniti il 25 e 26 marzo scorso a Bruxelles – e che sarà adottata formalmente nel prossimo vertice di giugno.
Gli obiettivi da raggiungere nel prossimo decennio decisi dal Consiglio europeo:
– portare al 75% il tasso di occupazione delle donne e degli uomini di età compresa tra 20 e 64 anni, anche mediante una maggiore partecipazione dei giovani, dei lavoratori più anziani e di quelli poco qualificati e una migliore integrazione dei migranti legali;
– portare al 3% del PIL i livelli d’investimento pubblico e privato per la ricerca e lo sviluppo;
– ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990; portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabili nel consumo finale di energia e puntare a un miglioramento del 20% dell’efficienza energetica;
– migliorare i livelli d’istruzione, in particolare mirando a ridurre i tassi di dispersione scolastica e aumentando la percentuale delle persone che hanno completato l’istruzione terziaria o equivalente; tenendo conto della proposta della Commissione, il Consiglio europeo fisserà le percentuali numeriche di questi obiettivi nel giugno 2010;
– promuovere l’inclusione sociale in particolare attraverso la riduzione della povertà. Il Consiglio europeo ritornerà su tale questione nella riunione del giugno 2010.
Per raggiungere gli obiettivi concordati la strategia europea poggerà su strategie nazionali che dovranno essere messe a punto dagli Stati membri e dovranno essere presentate nel prossimo Vertice di giugno.
In particolare, gli Stati membri, sulla base degli obiettivi principali, fisseranno i propri obiettivi nazionali, tenendo conto delle rispettive posizioni di partenza e situazioni nazionali. Verrà effettuato un monitoraggio costante per controllare la coerenza con gli obiettivi principali. I risultati di queste consultazioni saranno esaminati dal Consiglio entro giugno 2010.
L’impegno preso in sede UE è che la nuova strategia dovrà affrontare le principali strozzature che ostacolano la crescita, a livello sia nazionale sia dell’UE, comprese quelle connesse al funzionamento del mercato
interno e alle infrastrutture.
Sui cambiamenti climatici, sono state discusse le azioni da adottare nell’ambito del negoziato sul clima post-Copenaghen.
Sul clima – ha affermato il presidente della Commissione Barroso nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio – manteniamo le nostre ambizioni ma ci rendiamo conto che dopo Copenaghen dobbiamo procedere con cautela.
Infine, per quanto riguarda la strategia “Europa 2020” sono stati discussi ed è stato trovato l’accordo sulle politiche comuni. Mentre nel prossimo vertice di giugno saranno definite le strategie nazionali a supporto della strategia europea. La metodologia di lavoro adottata per raggiungere gli obiettivi fissati si basa infatti sul coinvolgimento di tutti gli Stati membri.
Nella giornata del 25 marzo è stato raggiunto dai capi di Stato e di Governo della zona euro l’accordo sul piano di aiuti alla Grecia.
Fonte: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/consigliouemarzo2010/

Autorità garante su tariffe elettriche e gas. Altroconsumo: cambiando operatore possibili risparmi di oltre il 10%

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La nuova tariffa elettrica regolata, quella usata dal 95% delle famiglie italiane, diminuirà dal 1 aprile 2010 del 3,1%. Le famiglie numerosa non ne beneficeranno: secondo Altroconsumo vedranno la loro bolletta scendere solo dello 0,4%. E’ l’effetto dell’ultimo aggiornamento delle tariffe stabilite dall’Autorità prima del passaggio obbligatorio alla bioraria del prossimo 1 luglio.
Secondo i calcoli di Altroconsumo scegliere un fornitore di energia passando al mercato libero consente di ottenere un risparmio in bolletta di più del 10%. In tabella l’ipotesi di tre tipologie di utenza e i possibili risparmi.
Con la campagna Controcorrente l’associazione indipendente di consumatori offre strumenti pratici per risparmiare sull’energia domestica e compiere scelte per ridurre i consumi di energia e rispettare l’ambiente.
Sul sito di Altroconsumo è disponibile, aperto a tutti, nella sezione della campagna www.altroconsumo.it/controcorrente, il calcolatore per aiutare gli utenti a scegliere ciò che è meglio per sé secondo le proprie abitudini di consumo.
In base alle 3300 segnalazioni giunte nell’ultimo anno alla consulenza di Altroconsumo i consumatori continuano a non capire le offerte proposte sul mercato libero e non si fidano a cambiare fornitore. Diversi i problemi, che vanno dall’attivazione non richiesta dei contratti da parte degli operatori alla scarsa leggibilità delle bollette, elementi sui quali l’Autorità di garanzia deve intervenire. Per far funzionare il mercato aperto alla concorrenza tra gli operatori le offerte devono essere chiare, comprensibili e confrontabili.
Fonte: http://www.altroconsumo.it/elettricita/autorita-garante-su-tariffe-elettriche-e-gas-altroconsumo-cambiando-operatore-possibili-risparmi-di-oltre-il-10-s271443.htm

Indice del valore delle vendite del commercio fisso e al dettaglio

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L’Istituto nazionale di statistica comunica che nel mese di gennaio 2010, sulla base degli elementi finora disponibili, l’indice destagionalizzato del valore del totale delle vendite al dettaglio ha registrato una variazione negativa dello 0,5 per cento rispetto al dicembre 2009; nel confronto con il mese di gennaio 2009 l’indice grezzo ha registrato una flessione del 2,6 per cento.

In termini congiunturali (al netto della stagionalità), le vendite di prodotti alimentari e quelle di prodotti non alimentari sono diminuite, rispettivamente, dell’1,0 e dello 0,3 per cento. Rispetto a gennaio 2009 vi è stata una flessione del 3,3 per cento per le vendite di prodotti alimentari e un calo del 2,3 per cento per quelle di prodotti non alimentari.
Fonte: http://www.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/commdett/20100325_00/