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Debiti per tasse e tributi? Niente ipoteca se il debito non supera gli 8.000 euro

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Storico intervento delle Sezioni Unite della Cassazione in materia di riscossione coattiva dei crediti dello Stato.
Con la sentenza n. 4077/2010 qui in commento, la Suprema Corte specifica che l’ipoteca immobiliare, quale garanzia reale al soddisfacimento del creditore, è atto prodromico alla promozione di esecuzione immobiliare e, pertanto, soggetta agli stessi limiti di valore previsti per l’instaurazione di detta procedura, cioè euro 8.000,00.
Questa interpretazione si pone in contrasto con la tesi dell’ente creditore che riteneva l’iscrizione legittima in forza dell’interpretazione letterale degli articoli 76 e 77 drp 602/73 prevedono un importo limite per l’instaurazione di esecuzione immobiliare e non per l’iscrizione di ipoteca.
La Corte boccia questa tesi affermando che, così come non è consentito agire in via coattiva tramite espropriazione immobiliare per la tutela di crediti per importi inferiori agli euro 8.000,00, allo stesso modo, non è legittimo iscrivere ipoteca su beni immobili laddove l’importo iscritto nel ruolo di riscossione sia inferiore al medesimo importo e ciò perché l’ipoteca è di atto funzionale e strumentale alla tutela del credito da realizzarsi, appunto, in via espropriativa.
La Corte si dimostra, così, in disaccordo con prospettazione della questione offerta dai giudici di merito (Tribunale di Nola, sez. I, sentenza n. 408 del 17/03/2008; Tribunale di Bologna sentenza n. 1015/07 del 02 maggio 2007; Tribunale di Napoli, sez. dist. Casoria, sentenza n. 149/2006; Tribunale di Napoli, sez. X, sentenza n. 12785/2006) secondo cui l’iscrizione ipotecaria godrebbe di autonomina ed indipendenza rispetto al procedimento esecutivo., nonchè dal legislatore che, nel riformare l’articolo 19 del D.Lgs. 546/1992, riconducendo alla competenza delle Commissioni tributarie le impugnazioni delle ipoteche di cui all’articolo 77, DPR 602/73, oltre che dei fermi dei beni mobili registrati di cui all’articolo 86, DPR 602/73, ha escluso la natura esecutiva degli stessi.
Diversamente le Sezioni Unite ritengono che l’ipoteca, quale peso imposto al bene con finalità i garantire il creditore, svolge la funzione sua propria in sede di giudizio di esecuzione, garantendo al creditore c.d. “iscritto” il soddisfacimento in via preferenziale sul ricavato della vendita.
questo collegamento funzionale tra ipoteca e procedura espropriativa, dunque, autorizza ad estendere all’ipoteca la disciplina prevista per l’esecuzione, in virtù di un’interpretazione logica della medesima.
Quindi, che fine fa l’ipoteca eventualmente iscritta per importi inferiori?
La Cassazione nulla dice in proposito, né precisa chi ed in quanto tempo debba procedere alla cancellazione, né chi deve accollarsi i costi di dette operazioni né, tanto meno,quali siano gli effetti dell’eventuale pignoramento immobiliare avente ad oggetto un bene su cui sia stata impropriamente iscritta ipoteca.
La risposta è devoluta alla prassi applicativa che seguirà questa importante pronuncia.
(Altalex, 5 marzo 2010. Nota di Marta Buffoni)

Fonte: http://www.altalex.com/index.php?idu=143290&cmd5=ac265b1bc42e01dbe234216e9f6c78ee&idnot=49404

Inps: cassa integrazione, dati febbraio 2010

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Nello scorso mese di febbraio 2010 le domande per disoccupazione e mobilità hanno fatto registrare una diminuzione, mentre è cresciuto il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dall’Inps, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale che, in particolare, ha precisato che le ore di cassa integrazione autorizzate a febbraio sono state complessivamente 95 milioni; di queste, 38 milioni sono state di cassa integrazione straordinaria, che supera la ordinaria con 37,4 milioni, mentre la cassa integrazione in deroga ha fatto registrare un monte ore autorizzate pari a 19,6 milioni.

A fronte dell’aumento della cassa integrazione straordinaria, quella ordinaria a febbraio scende del 5,38% rispetto al mese precedente confermando la fase di raffreddamento a livello congiunturale; il quadro settoriale non è comunque come al solito omogeneo. In edilizia, anche per effetto di fattori stagionali, con la pioggia, la neve ed il maltempo che comportano il blocco dei cantieri, la cassa integrazione ordinaria a febbraio 2010 è infatti balzata nel comparto del 28,04% rispetto al mese precedente.

Di contro, ribassi sotto la media sopra indicata sono stati registrati per l’industria con un calo congiunturale della cassa integrazione ordinaria del 9,22%; segno meno anche per la cassa integrazione in deroga con un calo più contenuto pari a -1%, mentre per la straordinaria, come accennato, c’è stato un netto rialzo pari a +28,07% a febbraio su gennaio 2010.

A completare il quadro di febbraio 2010 ci sono infine i dati sulle domande di disoccupazione e sulle domande di mobilità; a gennaio 2010, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, le domande di disoccupazione sono scese del 2%, mentre quelle di mobilità, riferite e confrontate sullo stesso periodo, gennaio 2010 su gennaio 2009, hanno fatto registrare una caduta del 25%.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/inps-cassa-integrazione-dati-febbraio-2010/25715/

Trenitalia: MC, attenzione ai rimborsi

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In materia di trasporto ferroviario, lo strumento della conciliazione come soluzione per risolvere in via extragiudiziale le controversie con la clientela, si è rivelato quello più adeguato. A concordare su ciò, in accordo con quanto riferisce il Movimento Consumatori, sono state da un lato le Ferrovie dello Stato, e dall’altro le Associazioni dei Consumatori, tra cui anche MC, le quali hanno firmato un protocollo di intesa finalizzato all’estensione dell’utilizzo dello strumento della conciliazione su tutto il territorio nazionale dopo la sperimentazione effettuata sulla sola tratta che collega Napoli a Milano.

In ogni caso, nell’apprezzare l’estensione dello strumento della conciliazione, il Movimento Consumatori ha posto l’accento sul fatto che, in concomitanza con l’entrata in vigore del nuovo orario di Trenitalia, c’è stata una variazione nelle condizioni di trasporto che hanno comportato una limitazione nella fruizione degli indennizzi in caso di ritardo dei treni.

Nel dettaglio, MC contesta il fatto che il rimborso scatti, nella misura del 25%, solo in caso di ritardo superiore ad un’ora e fino a 119 minuti, mentre oltre le due ore il bonus/indennizzo è pari al 50%. Per questo, in accordo con quanto dichiarato dal responsabile del settore Trasporti del Movimento Consumatori, Monica Multari, giudicando illegittime le nuove condizioni sopra descritte per ottenere i rimborsi, l’Associazione sta preparando sia una diffida nei confronti di Trenitalia, sia un esposto all’AGCM, l’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato.

Il Responsabile di MC, inoltre, chiede che venga istituita un’Authority dei Trasporti che, tra l’altro, vigili costantemente sull’applicazione dei regolamenti a livello europeo visto che secondo l’Associazione la regolazione ministeriale risulta essere un sostanziale fallimento anche in virtù di un conflitto di interessi visto vede lo Stato essere contemporaneamente l’azionista, il regolatore, il cliente ed il finanziatore.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/trenitalia-movimento-consumatori-attenzione-ai-rimborsi/25723/

Ogm: quattro italiani su dieci non conoscono il significato

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Nelle ultime settimane il mondo agricolo italiano è in gran fermento in merito al possibile avvio sul nostro territorio di coltivazioni con Ogm, gli organismi geneticamente modificati; il mais prima, e la patata transgenica poi, con la Commissione Europea che, con una decisione storica, ha annunciato il proprio orientamento verso uno stop alla moratoria Ogm nel Vecchio Continente, hanno infatti scatenato un acceso dibattito ma anche timori che il proliferare di queste coltivazioni vada a contaminare le colture tradizionali, e che questi cibi transgenici siano meno sani rispetto a quelli classici e tipici del nostro made in Italy che tutto il mondo ci invidia.

Ebbene, la questione relativa agli Ogm passa anche da una corretta conoscenza ed informazione su cosa siano realmente gli organismi geneticamente modificati; al riguardo, infatti, la Confagricoltura sottolinea come in Italia ci sia un 40% di cittadini che non sa cosa siano gli Ogm, con una percentuale che, addirittura, arriva al 70% trai giovani di età tra i 18 ed i 24 anni.

Per questo, secondo la Confagricoltura, riprendendo i dati da una ricerca Ispo, occorre necessariamente superare nel nostro Paese l’approccio di natura ideologica verso gli organismi geneticamente modificati. Basti pensare che buona parte dei cittadini italiani ignora il fatto che da decenni gli animali da allevamento nel nostro Paese vengono nutriti con farine Ogm provenienti dall’estero.

Quindi, per la Confagricoltura non c’è necessità di indire nel nostro Paese sugli Ogm un referendum, ma occorre superare quell’approccio che punta a demonizzare l’uso delle biotecnologie in agricoltura facendole diventare in tutto e per tutto un argomento tabù. Inoltre, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli ricorda come i cittadini economicamente coinvolti nella questione relativa agli Ogm, ovverosia gli agricoltori, abbiano in materia di utilizzo delle sementi Ogm un parere ed un orientamento diverso da quello di chi nelle scelte non risulta essere, invece, economicamente coinvolto.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/ogm-quattro-italiani-su-dieci-non-conoscono-il-significato/25731/

Riallineamento valori contabili e fiscali: opzione ancora possibile

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La scelta non fatta nella dichiarazione originaria può essere manifestata tramite un modello Unico integrativo
Dal Fisco una carta in più per semplificare la vita alle imprese che applicano i principi contabili internazionali. La scelta del riallineamento dei valori contabili e fiscali, per chi non l’ha espressa nel modello Unico 2009, si può indicare anche nella dichiarazione integrativa. Lo chiarisce l’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 8/E del 4 marzo, tornando a soffermarsi sulle novità introdotte dal decreto anticrisi (Dl 185/2008), che dà la possibilità ai soggetti Ias di liberarsi dei disallineamenti tra valori civilistici e fiscali presenti in bilancio. Le imprese, infatti, secondo il disposto dell'”anticrisi” 2008, possono operare il riallineamento pagando un’imposta sostitutiva ed esercitando una specifica opzione nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2008. Oggi il Fisco spiega che c’è una chance in più per “aggiustare il tiro” e recuperare l’opzione inespressa nei termini dettati dalla norma.

Per il riallineamento una carta di riserva
Chi non ha indicato gli elementi utili al riallineamento nella dichiarazione annuale ha dunque una seconda chance attraverso la presentazione di un modello integrativo. Il fatto di non aver espresso l’opzione nella dichiarazione originaria non va interpretato necessariamente come volontà di non aderire alla disciplina speciale, ma può essere piuttosto legato alle oggettive difficoltà di concludere tutti gli adempimenti connessi al riallineamento. Inoltre, spiega la circolare, l’opzione non ha tanto lo scopo di ottenere benefici in termini di tassazione, ma tende piuttosto a una semplificazione contabile e fiscale, dal momento che consente alle imprese di non dover più gestire i disallineamenti tra valori civilistici e fiscali ancora presenti in bilancio.
Proprio per facilitare gli adempimenti alle imprese interessate, il documento di prassi precisa che i contribuenti possono rimediare all’omessa compilazione del quadro RQ di Unico 2009 entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’esercizio successivo. Stessa conclusione, ovviamente, quando l’intenzione del contribuente di optare per il riallineamento risulta indirettamente da altri atti o comportamenti, come ad esempio il versamento dell’imposta sostitutiva già eseguito o le annotazioni in contabilità.

Inoltre, i tecnici delle Entrate precisano che la dichiarazione integrativa può essere presentata anche nel caso in cui l’opzione per il riallineamento sia stata già espressa nella dichiarazione originaria, ma si voglia correggere eventuali errori e omissioni commessi.

Resta fermo che la presentazione della dichiarazione integrativa da cui risulti un’imposta dovuta costituisce titolo per la riscossione, oltre all’applicazione di interessi e della sanzione per omesso, infedele o tardivo versamento del tributo. Ad ogni modo, il contribuente che presenta dichiarazione integrativa prima dell’avvio dei controlli dell’Amministrazione finanziaria può comunque ricorrere al ravvedimento operoso, versando spontaneamente la maggiore imposta, con relativi interessi e sanzione ridotta a un decimo.

Avviamento, asset non trasferibile in caso di conferimento d’azienda
La circolare si sofferma anche sul trattamento fiscale dell’avviamento nell’ipotesi di conferimento del compendio aziendale. A questo proposito, nel caso in cui l’impresa in un primo momento abbia iscritto in bilancio il valore dell’avviamento, riallineandolo fiscalmente, e abbia poi deciso di conferire il ramo d’azienda cui questo asset iscritto e affrancato si riferisce, il valore dell’avviamento non può essere trasferito e deve essere, quindi, escluso ai fini fiscali dal concetto di azienda conferita.

In particolare, il documento di prassi si sofferma sul concetto di azienda conferita, precisando che deve ricondursi al “complesso delle attività e delle passività che il soggetto conferente trasferisce al soggetto conferitario per effetto e a causa dell’operazione straordinaria in esame”. Ne deriva che l’avviamento resta fuori da questa definizione, anche nel caso in cui l’asset sia incluso nel valore delle attività dismesse per quantificare l’utile o la perdita da conferimento.

Sotto il profilo fiscale, quindi, il valore dell’azienda conferita è dato dalla somma dei valori di tutti gli elementi patrimoniali trasferiti, escluso quello dell’asset avviamento riferibile al compendio aziendale trasferito, che resta in capo al conferente. Quest’ultimo assume come valore delle partecipazioni ricevute il valore fiscale dell’azienda conferita, eccetto l’avviamento, mentre il conferitario, in virtù del principio di neutralità fiscale dell’operazione, subentra in tutti i valori fiscali che l’azienda conferita aveva presso il conferente, escluso il valore dell’avviamento.

Di conseguenza, il conferente che ha affrancato il valore dell’avviamento secondo le disposizioni del regime di riallineamento (articolo 15, comma 10, Dl 185/2008), deve continuare a dedurre “per noni” il valore fiscale dell’avviamento “cancellato”. Allo stesso modo, il conferente che, per affrancare il valore dell’avviamento, si è avvalso di altre disposizioni (articolo 176, comma 2-ter, del Tuir ovvero articoli 172, comma 10-bis e 173, comma 15-bis, del Tuir) e successivamente ha effettuato un’operazione di conferimento di azienda ex articolo 176 del Tuir, deve continuare a dedurre “per diciottesimi” il valore fiscale dell’avviamento. Ciò anche nell’ipotesi in cui il valore dell’avviamento fosse fiscalmente riconosciuto in quanto acquisito a titolo oneroso (ad esempio, per un precedente acquisto di azienda).
Giulia Marconi
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/riallineamento-valori-contabili-e-fiscali-opzione-ancora-possibile

Erasmus per giovani imprenditori: presentati i risultati del primo anno dell’iniziativa

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Presentati i risultati del primo anno dell’iniziativa “Erasmus for Young Entrepreneurs”: 1800 le domande pervenute, 500 gli stage di giovani imprenditori all’estero che si prevede di completare per il prossimo mese di giugno.
Il programma, lanciato nel febbraio 2009 dalla Commissione Europea, ha lo scopo di supportare i giovani imprenditori dei 27 Stati Membri nel loro percorso di crescita, mediante un progetto della durata media di 2/3 mesi da realizzare in affiancamento ad un imprenditore ospitante in un altro Paese dell’Unione.
Una rete di oltre 100 organizzazioni intermediarie accreditate assiste i partecipanti nella definizione del progetto, nel “matching” fra nuovi imprenditori e imprenditori ospitanti e nella fase realizzativa. Il nuovo imprenditore riceve un contributo dalla Commissione Europea a parziale copertura delle spese di viaggio e alloggio.
Fonte: http://lazio-side.it/attualita/news/erasmus-per-giovani-imprenditori-presentati-risultati-del-primo-anno-delliniziativa.html

Ecoincentivi auto: ammessa cessione credito di imposta

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In risposta ad un produttore di automobili che, nello specifico, ha avuto difficoltà a compensare il credito da ecoincentivi auto con un sufficiente ammontare di contributi e di imposte da versare, l’Agenzia delle Entrate con una risoluzione, la numero 15/E emessa in data odierna, 5 marzo 2010, ha fornito importanti chiarimenti. Nel dettaglio, l’Amministrazione finanziaria “apre” al recupero degli ecoincentivi auto attraverso la cessione del credito di imposta che è stato maturato dalle società importatrici o produttrici di auto, a patto però che l’atto di cessione avvenga con data certa e contestuale notifica al Fisco.

In questo modo i player dell’auto possono far fronte al problema della insufficiente capienza di tasse da versare allo Stato per poterle compensare con il credito di imposta maturato dagli ecoincentivi auto. La società che acquisisce il credito, allo stesso modo, può poi procedere all’utilizzo del credito di imposta acquisito per poterlo portare in compensazione al fine di saldare i propri debiti di natura fiscale e/o contributiva.

L’apertura dell’Agenzia delle Entrate a questa procedura deriva dal fatto che il credito di imposta da ecoincentivi auto rappresenta in tutto e per tutto un diritto di credito che l’importatore o il produttore di auto vanta nei confronti dell’Erario, con la conseguenza che questo, sulla base delle ordinarie regole civilistiche, risulta essere cedibile.

Tutto ciò può accadere a patto che il Fisco acquisisca sulla cessione del credito tutti gli elementi utili finalizzati a poter monitorare l’utilizzo e l’applicazione corretta dell’operazione; tra questi elementi deve esserci il codice tributo utilizzato nel modello F24, l’importo del credito ed il periodo di imposta in corrispondenza del quale il credito stesso è venuto a generarsi.

L’Agenzia delle Entrate, inoltre, fa presente che per questa tipologia di crediti non è previsto l’obbligo di registrazione dell’atto di cessione; in ogni caso, se si procede comunque alla registrazione è previsto il pagamento dell’imposta di registro in misura fissa.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/ecoincentivi-auto-ammessa-cessione-credito-di-imposta/25711/

Supermercati: Unioncamere, bene prodotti dieta mediterranea

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Nell’ultimo bimestre dello scorso anno è aumentata la spesa degli italiani presso i supermercati. A rilevarlo è Unioncamere in accordo con il Bollettino Vendite Flash, da cui in particolare è emerso come gli italiani presso la grande distribuzione organizzata abbiano in prevalenza puntato, per i generi alimentari, nell’acquisto di prodotti freschi tipici della dieta mediterranea, mentre più lontani si sono tenuti dal banco dei prodotti surgelati i cui prezzi hanno fatto registrare degli aumenti. Dal Rapporto Unioncamere, visionabile nella sua versione completa sul sito www.starnet.unioncamere.it, è emerso inoltre come a spingere in alto i volumi di vendita siano state anche le promozioni.

Nel dettaglio, nei mesi di novembre e dicembre 2009 i volumi di vendita sono cresciuti del 2,2% grazie proprio alle politiche di contenimento dei prezzi della GDO. A beneficiarne sono così state anche le catene di distribuzione il cui fatturato nel periodo è cresciuto dell’1,2% con ricadute positive sia sui centri commerciali di nuova costruzione, sia su quelli classici e consolidati sotto casa.

E così gli italiani hanno ripreso ad acquistare con più assiduità prodotti come l’olio extravergine d’oliva, le mozzarelle e la pasta, mentre, come accennato, segnano il passo gli acquisti di prodotti del freddo anche a seguito dei rincari di pizze surgelate, surgelati dolci e surgelati di pesce, mentre negli altri reparti sono da segnalare i rincari di prodotti come i distillati bianchi ed i vini liquorosi.

Sul fronte dei prezzi, prodotti del reparto del fresco come il latte e le mozzarelle hanno fatto registrare una diminuzione dei prezzi di vendita anche per effetto di politiche promozionali che sono state ben accolte dalla clientela con un incremento degli acquisti; stabili nel complesso invece i prezzi dei prodotti per la cura della persona, con il calo dei prezzi di prodotti come il doccia schiuma ed i deodoranti che hanno compensato il rialzo dei prezzi di articoli come i saponi per la persona, le lame ed i rasoi da uomo.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/supermercati-unioncamere-bene-prodotti-dieta-mediterranea/25695/

Inps: cassa integrazione, dati febbraio 2010

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Nello scorso mese di febbraio 2010 le domande per disoccupazione e mobilità hanno fatto registrare una diminuzione, mentre è cresciuto il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dall’Inps, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale che, in particolare, ha precisato che le ore di cassa integrazione autorizzate a febbraio sono state complessivamente 95 milioni; di queste, 38 milioni sono state di cassa integrazione straordinaria, che supera la ordinaria con 37,4 milioni, mentre la cassa integrazione in deroga ha fatto registrare un monte ore autorizzate pari a 19,6 milioni.

A fronte dell’aumento della cassa integrazione straordinaria, quella ordinaria a febbraio scende del 5,38% rispetto al mese precedente confermando la fase di raffreddamento a livello congiunturale; il quadro settoriale non è comunque come al solito omogeneo. In edilizia, anche per effetto di fattori stagionali, con la pioggia, la neve ed il maltempo che comportano il blocco dei cantieri, la cassa integrazione ordinaria a febbraio 2010 è infatti balzata nel comparto del 28,04% rispetto al mese precedente.

Di contro, ribassi sotto la media sopra indicata sono stati registrati per l’industria con un calo congiunturale della cassa integrazione ordinaria del 9,22%; segno meno anche per la cassa integrazione in deroga con un calo più contenuto pari a -1%, mentre per la straordinaria, come accennato, c’è stato un netto rialzo pari a +28,07% a febbraio su gennaio 2010.

A completare il quadro di febbraio 2010 ci sono infine i dati sulle domande di disoccupazione e sulle domande di mobilità; a gennaio 2010, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, le domande di disoccupazione sono scese del 2%, mentre quelle di mobilità, riferite e confrontate sullo stesso periodo, gennaio 2010 su gennaio 2009, hanno fatto registrare una caduta del 25%.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/inps-cassa-integrazione-dati-febbraio-2010/25715/

Benzina: prezzi, la concorrenza è scarsa

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Nel nostro Paese in materia di determinazione dei prezzi dei carburanti sembra esserci una scarsa, scarsissima concorrenza. A dimostrarlo è un’indagine di Altroconsumo che ha tenuto d’occhio i prezzi della benzina verde alla pompa nel periodo dal 24 febbraio al 4 marzo scorso, ovverosia ieri, riscontrando come le compagnie petrolifere non determinino i prezzi in funzione dei meccanismi e delle leggi di mercato, ma semplicemente accodandosi al nostro player tricolore, ovverosia all’Agip.

Altroconsumo, infatti, denuncia come l’Agip il 2 marzo abbia aumentato i prezzi di due centesimi di euro al litro, e come nel giro di 48 ore tutti gli altri operatori si siano immediatamente adeguati. Ne consegue secondo l’Associazione che a conti fatti gli operatori diversi da Agip nel nostro Paese non adottano alcuna politica di determinazione dei prezzi che possa definirsi autonoma, e che alla fine penalizza i vessati e tartassati automobilisti, i quali sostanzialmente non hanno “scampo” visto che i prezzi sono determinati non dal mercato, ma dalle mosse del player più forte e radicato sul territorio.

Inoltre, Altroconsumo contesta il rincaro di due centesimi di euro praticato dall’Agip il 2 marzo scorso, ritenendolo ingiustificato alla luce dell’andamento delle quotazioni del greggio sui mercati internazionali. L’Associazione, di conseguenza, auspica che “Mister Prezzi” intervenga sulla mancanza di concorrenza che penalizza i consumatori.

All’inizio del corrente mese sulla questione è nuovamente intervenuta anche la Federconsumatori, la quale ha denunciato la persistente presenza sul prezzo della benzina di complessivi nove centesimi di euro al litro di troppo che comportano a carico di ogni automobilista maggiori esborsi annui, diretti ed indiretti, pari in media a 171 euro. Tutto ciò è frutto anche del cosiddetto meccanismo della “doppia velocità” col quale le compagnie petrolifere, in accordo con le ripetute denunce delle Associazioni dei Consumatori, aggiornano i listini di vendita del carburante.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/benzina-prezzi-la-concorrenza-e-scarsa/25699/