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Imprese, il cassetto digitale dell’imprenditore diventa app

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(Adnkronos) – Il cassetto digitale dell’imprenditore – la web app del sistema camerale con cui oltre due milioni di imprenditrici e imprenditori accedono ai documenti ufficiali della propria azienda – cambia veste e debutta in forma di app con il nome 'impresa Italia' sui principali store con nuove funzioni e maggiore facilità d’uso. Con 'impresa Italia' ogni legale rappresentante d’impresa può accedere gratuitamente ai principali documenti della propria azienda disponibili nel Registro Imprese: la visura, in italiano e in inglese, l’atto costitutivo, le ultime annualità di bilancio depositate (per le imprese tenute a tali dichiarazioni). L’app consente anche di monitorare lo stato delle pratiche inviate al Registro delle imprese e allo Sportello unico per le attività produttive (il Suap) e di esibire l’Attestato di iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali. L’app è disponibile sugli store Apple, Android e Huawei oltre che dal sito impresa.italia.it e offre nuove funzionalità per accompagnare l’imprenditore nella guida quotidiana della sua azienda. Ad esempio, la possibilità di effettuare il pagamento del diritto annuale di iscrizione alla Camera di commercio direttamente dal proprio smartphone, in modo semplice e sicuro.  Entro il 2024, l’app si arricchirà di ulteriori funzionalità pensate per semplificare la vita degli imprenditori. Tra queste, un innovativo servizio di notifiche personalizzate che terrà gli utenti sempre aggiornati su eventi di rilevanza per l'impresa, per non rischiare di perdere opportunità o scadenze. Inoltre, sarà possibile verificare la situazione della propria impresa rispetto ai principali adempimenti richiesti dalla Camera di commercio. Questo servizio permetterà di controllare lo stato di salute della propria impresa, prerequisito fondamentale per ottenere credibilità e fiducia con clienti, fornitori e partner. Per accedere al servizio è necessaria l’identità digitale (Spid, Cns/Cie) ottenibile in Camera di commercio (anche online su id.infocamere.it), oppure rivolgendosi a uno degli altri gestori accreditati dall’Agenzia per l’Italia Digitale.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Scampia, terza vittima: è la mamma del primo morto nel crollo

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(Adnkronos) –
Terza vittima per il crollo di un ballatoio della Vela Celeste di Scampia. Nell'ospedale Cardarelli di Napoli è morta infatti Patrizia Della Ragione, 53 anni. Era stata ricoverata per un politrauma, riportando anche la frattura della milza e del bacino. La donna era la madre di Roberto Abbruzzo, la prima vittima del crollo, di 29 anni. L'altra vittima, Margherita Della Ragione, 35 anni, era la nipote. Giuseppe e Luisa Abbruzzo, rispettivamente di 34 e 23 anni, figli di Patrizia Della Ragione, sono ricoverati nell'Ospedale del Mare, Giuseppe in gravi condizioni. La donna deceduta era la nonna di quattro delle sette bambine ricoverate nell'ospedale pediatrico Santobono di Napoli. "Il bilancio si aggrava, è una tragedia immane, preghiamo affinché bimbi, bimbe e adulti possano uscire presto dall’ospedale, tutto significa che l’intero sistema, la situazione che viviamo giorno dopo giorno va presa con forza, vigore, perché simili tragedie non possano più accadere". E' quanto detto dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, durante il punto stampa sulla situazione. "Già in giornata potremmo avere qualche alloggio in più, però ripeto c’è la necessità che le persone possano scegliere liberamente, è una loro facoltà, rispetto il loro pensiero e sono vicino a queste persone. Dobbiamo accompagnare le persone verso soluzioni migliorative, siamo qui anche per sollecitare gli organi competenti", ha poi spiegato il prefetto a un cronista che gli chiedeva se fosse sempre di 66 il numero di alloggi agibili nella Vela Celeste.  Intanto, le due bambine in pericolo di vita ferite nel crollo sono in rianimazione con prognosi riservata, "presentano condizioni stabili pur nell'estrema gravita'". Lo riporta il bollettino medico dell'ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove, dopo il crollo del ballatoio nella Vela Celeste nel quartiere Scampia, sono state ricoverate le bambine. Sono stabili le condizioni di altre tre pazienti, di 10, 2 e 9 anni, ricoverate in ortopedia, sottoposte a intervento chirurgico, "una per frattura di femore esposta, un'altra per frattura chiusa del terzo distale dell'omero sinistro, l'ultima per frattura omero sinistro scomposta prossimale".  Una delle tre sarà sottoposta ad un intervento di chirurgia maxillo-facciale a causa di una frattura mandibolare "non appena sarà risolto lo pneumotorace riportato sempre in conseguenza del crollo". Le condizioni delle altre due bambine di 2 e 4 anni, ricoverate in chirurgia di urgenza, secondo i medici del Santobono, "sono stabili e in osservazione": una ha cominciato ad alimentarsi, l'altra, "con lesioni multiple, continua a non presentare al momento indicazioni chirurgiche, ma e' sotto stretto monitoraggio", conclude il bollettino. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Estate, l’appello del pediatra: “Pedonalizzare lungomare d’Italia dalle 18 alle 2”

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(Adnkronos) – "Pedonalizzare dalle 18 di sera alle 2 del mattino tutte le zone dei lungomare o adiacenti a spiagge e mare". Il climate change incombe e "avremo sempre più ondate di caldo estremo. Per le prossime settimane sono attese temperature molto alte". A fronte di questo scenario presente e futuro, "l'aria marina e l'azione delle piante creano un ambiente salutare di refrigerio" e sono una sorta di "terapia e prevenzione climatica, che verrebbe favorita dalla chiusura al traffico di queste aree". A lanciare l'appello è il pediatra Italo Farnetani, ideatore delle Bandiere verdi che contrassegnano le località marine a misura di bambini. "La mia è una proposta e una raccomandazione indirizzata agli amministratori di tutta Italia", spiega all'Adnkronos Salute da San Benedetto del Tronto dove si è "celebrato l''alzabandieraverde' per il conseguimento della 17esima bandiera verde ottenuta ininterrottamente dalla città marchigiana, una delle prime località indicate all'inizio della ricerca" dei pediatri sulle spiagge ideali per le famiglie. La cerimonia si è tenuta allo chalet Oltremare alla presenza di autorità locali.  "Lancio la proposta proprio dal lungomare di San Benedetto del Tronto – puntualizza l'esperto – perché racchiude tutte le caratteristiche e le potenzialità adatte a contrastare il cambiamento climatico e i danni alla salute conseguenti: l'ampio marciapiede che si estende quasi come un prolungamento di fatto in fondo alla spiaggia permette la salubrità dell'aria, in una città ricca di verde pubblico e viali alberati, che ha come caratteristica stessa della località la presenza di palme. Questo permette di avere lungo tutto il percorso del lungomare un'aria che gode dell'effetto della brezza marina ma nello stesso tempo è purificata dalla respirazione della fotosintesi delle piante. Il risultato è un 'aerosol naturale' estremamente salubre, e un ambiente più fresco rispetto alle strade che si snodano fra palazzi e negozi. E' facilmente intuibile la differenza e per questo chiedo che aree come queste siano protette" dallo smog.  L'invito del pediatra, mentre la colonnina di mercurio nel mondo continua a impennarsi, è dunque di sfruttare queste 'oasi' più fresche, che in Italia si possono trovare da Nord a Sud, liberandole dalle auto e regalandole ai cittadini, "con il doppio vantaggio di aria salubre e temperatura più bassa. I lungomare pedonalizzati diventano così 'terme marine' terapeutiche e amiche della prevenzione. E' importante tenere lontano il traffico veicolare che è sorgente di calore, oltre che di inquinamento, e rischia di far fare invece un aerosol di aria calda e gas di scarico, vanificando gli effetti positivi" di ambienti baciati dal mare e dal verde. "Il lungomare di San Benedetto del Tronto – conclude Farnetani – mette a disposizione attività di ristorazione, animazione e accoglienza legate agli chalet, aperti per un lungo periodo dell'anno, ed è importante dunque consentire la permanenza delle persone in un luogo salubre e fresco, e poter creare ulteriori attività di aggregazione dopo il lungo periodo di isolamento portato dal Covid, particolarmente dannoso per i bambini".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ascolti tv, la replica di Ciao Darwin 9 vince il prime time

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(Adnkronos) – Canale5 con la replica di 'Ciao Darwin 9 – Giovanni 8.7' ha vinto il prime time di ieri sera con 1.708.000 spettatori con uno share del 15.9%, seguito da Rai1 con la serie 'Sophie Cross 2 – Verità Nascoste' vista da 1.502.000 spettatori pari al 10.8% di share. Al terzo per ascolti, su Italia1 'Le Iene presentano: Inside' ha incollato davanti al video 969.000 spettatori pari all'8,9% di share.  
Fuori dal podio 'In Onda Prima Serata' su La7 raggiunge 962.000 spettatori e il 6.6% di share, seguito dai 'Delitti ai Caraibi' su Retequattro con 632.000 telespettatori e uno share del 4,1% al pari di 'Filorosso Revolution' su Rai3 con 655.000 telespettatori. Su Rai 2 il doc 'Generazione di fenomeni – La miglior squadra di pallavolo del XX secolo' ha ottenuto 546.000 telespettatori e uno share del 3,8%, mentre su Tv8 'Quattro Matrimoni' totalizza 554.000 telespettatori con il 3,7% di share e su Nove il film 'Ip Man 3' visto da 332.000 telespettatori, registra uno share del 2,4%. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Balena attacca barca di pescatori, due volano in mare – Video

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(Adnkronos) – Una balena piomba su una barca e fa volare due pescatori in acqua. L''attacco', nelle acque davanti alle coste del New Hampshire, viene documentato dal video realizzato da un'altra imbarcazione che si allontana rapidamente dall'area.  I due pescatori, scaraventati in mare, se la cavano senza ferite. Illeso, a quanto pare, anche l'enorme cetaceo. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Elezioni Usa, il vignettista Palmaroli – Osho: “Senza Biden almeno ridatemi Toninelli”

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(Adnkronos) – "Dopo Di Maio, il ritiro di Joe Biden è la botta peggiore che mi potesse capitare da un po' di tempo a questa parte. Per carità, mi spiace per la sua salute, ma la sua uscita di scena supera anche quella di Giggino, ora so' disperato, me devono ridà Toninelli. Con ogni rispetto per il paragone". E' un fiume in piena Federico Palmaroli in arte 'Osho' che, intervistato dall'Adnkronos, commenta dal punto di vista della satira il ritiro del presidente degli Usa Biden dall'agone elettorale del prossimo novembre. "Biden è uno degli uomini più potenti del mondo, non si può non ironizzare sulla sua uscita di scena, per me dunque è molto dolorosa -aggiunge il vignettista satirico, che in queste settimane spopola con una serie di vignette sulle elezioni Usa-. Anche perché, viste le condizioni in cui versava, nel prenderlo in giro nessuno poteva dirmi 'fascio de qua', 'fascio de là', era talmente evidente", ironizza.  Ora la situazione è radicalmente cambiata, e vede Trump contrapporsi a Kamala Harris, non troppo conosciuta dal pubblico italiano e forse più difficile da prendere di mira. Ma Osho è già al lavoro: "Premesso che c'è sempre Trump che regala perle, sto cominciando ad avvicinarmi a Kamala, la sua risata potrebbe essere sicuramente una chiave", rivela. Tra i due, però, "io spero che vinca Trump perché è in grado di far parlare più di sé e ispirare l'ironia". Per il momento, l'anziano Biden resta protagonista delle sue vignette: "Mi sto concentrando sul povero Joe alle prese con tutte le cose che bisogna affrontare quando si deve lasciare una casa, in questo caso la Casa Bianca, con lui che cercherà in ogni modo di restare, essendo un anziano non autosufficiente, quindi non lo possono buttare fuori", spiega. Ed ecco la vignetta di oggi, in cui Biden passeggia sul prato della White House con la moglie Jill: "Comunque dice che se ce vive n'anziano, dalla Casa Bianca nun te ponno caccià".
 Dopotutto, Trump qualche tempo fa lo aveva 'avvisato' in una telefonata immaginata da Palmaroli, quando si parlava di Michelle Obama al suo posto: "Occhio che gira 'na coppia de colore che prova a occupare le case per anziani". Ora "Trump è passato da essere quello 'giovane' a quello più anziano, pensa un po'", osserva Osho. Che si dice "curioso anche di vedere la reazione di Zelensky e il suo rapporto con Kamala Harris. Aveva stretto un forte legame con Biden, quindi ora bisogna vedere se farà come uno di quei nipoti coi nonni che non ce stanno più con la testa e cercano de fasse lascià quarcosa…magari nel suo caso la bomba atomica". Del resto, spiega Palmaroli, "la politica italiana ultimamente è di una noia mortale, dunque per me la politica americana è una cannuccia nello stagno, non c'è quella ferocia che respiriamo qui". Il riferimento non ultimo è a ciò che sta accadendo in Rai, su cui gli chiediamo un suo pensiero. "Io penso che non ci siano precedenti -dice- Sappiamo tutti come funziona la Rai, ora accusare la destra di volerla egemonizzare, cosa che ha sempre fatto la sinistra, lo trovo assurdo. Viene visto come una lesa maestà, alcune cose devono averle a sinistra per diritto divino. Se ci si confronta con persone che lavorano in quell'ambiente ti dicono peraltro che prima accadeva molto di più, ma adesso con la destra si grida allo scandalo". Il problema è "che quando lo fa la sinistra è come se fosse dato per assodato, è concepito come la normalità, invece alla destra si chiede imparzialità. Io questo lo vedo anche nel mio lavoro, accade anche nella satira: ai vignettisti, che sinora erano quasi sempre stati di sinistra, non si chiedeva imparzialità, era normale il loro sarcasmo verso la destra. A me invece si chiede 'equidistanza'. Che poi, io cerco di esserlo, imparziale, anche perché altrimenti diventi poco credibile", conclude Palmaroli.  (di Ilaria Floris) —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ironia Mattarella alla cerimonia del Ventaglio: “Spero si possa ancora dire sindaca”

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(Adnkronos) – Un discorso particolarmente intenso e denso di contenuti quello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia del Ventaglio al Quirinale, durante il quale non è mancato un passaggio ironico riferito alle recenti polemiche generate dal disegno di legge – come documentato dall'Adnkronos in esclusiva – presentato e poi ritirato dal senatore della Lega, Manfredi Potenti, per vietare l'uso delle parole al femminile negli atti pubblici. Parlando dei recenti attentati di cui sono stati vittima esponenti politici, il Capo dello Stato ha ricordato quello "all’ex sindaca di Berlino, Giffey", accompagnandolo con l'inciso: "Spero che si possa ancora dire". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Mattarella: “Stop intimidazioni ai giornalisti, pluralismo garanzia di democrazia”

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(Adnkronos) – Informazione come presidio democratico, tolleranza e rispetto reciproco in politica contro la violenza e condanna della guerra sempre. Sono tra i temi affrontati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia del Ventaglio al Quirinale. "Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica", ha affermato Mattarella. "Va sempre rammentato che i giornalisti si trovano ad esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo. Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, se non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione – ha ricordato il Capo dello Stato – è esattamente questo, come a Torino nei giorni scorsi. Documentazione dell’esistente, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione. Canale di partecipazione e appello alle istituzioni. Per citare Tocqueville, 'democrazia è il potere di un popolo informato'".  "Garanzia di democrazia è, naturalmente, il pluralismo dell’informazione. A questo valore le istituzioni della Repubblica devono rivolgere la massima attenzione e sostegno. Si è aperta la discussione – ha ricordato il Capo dello Stato – sulla opportunità di una nuova legge organica sull’editoria, come avvenuto in precedenti occasioni di svolta in questa industria. È inevitabile tenere conto della evoluzione tecnologica che ha mutato radicalmente diffusione e fruizione delle notizie. È responsabilità della Repubblica e della Unione europea che i valori del pluralismo si affermino anche nei nuovi ambiti e si creino le condizioni per accompagnare la transizione in atto". "Ai giornali, alla stampa, alla radio e alle tv, si sono affiancate oggi le piattaforme digitali, divenute principali responsabili della veicolazione di contenuti informativi. Appare singolare che a un ruolo così significativo corrisponda una convinzione di minori obblighi che ne derivano, con una tendenza, del tutto inaccettabile dei protagonisti a sottrarvisi. Gli over the top appaiono distanti dal sentimento comune, dalle relazioni di appartenenza alla comunità entro cui operano, quasi occupassero uno spazio meta-territoriale che li rende veicoli di innovazione, capaci di intercettare opportunità economiche, senza tuttavia considerare che anche per essi valgono i principi di relazioni commerciali e tutela delle regole della convivenza civile propri agli Stati e alla comunità internazionale da cui traggono benefici".  "Ho citato questioni non nuove, tanto è vero -ha proseguito il Presidente della Repubblica- che l’Unione europea ha approvato proprio nell’aprile di quest’anno, in un confronto tra Parlamento europeo e Consiglio Ue, il nuovo Regolamento sulla libertà dei media, ora in fase di progressiva attuazione, a partire dall’8 novembre prossimo per quanto riguarda i diritti dei destinatari dei servizi di media, vale a dire i cittadini".  "In sintesi: promozione del pluralismo e della indipendenza dei media in tutta la Ue, con protezione dei giornalisti e delle loro fonti da ingerenze politiche; pubblicità sui fondi statali destinati a media o piattaforme; garanzia del diritto dei cittadini alla gratuità e pubblicità delle informazioni; indipendenza editoriale dei media pubblici; protezione della libertà dei media dalle grandi piattaforme; istituzione di un nuovo Comitato europeo per i servizi di media per promuovere una applicazione coerente di queste norme".  "Come si vede, un cantiere e un percorso impegnativo per la Ue e per gli Stati membri, coscienti -ha concluso Mattarella- del valore che questo tema ha per la libertà del nostro continente. Tema, aggiungo io, impegnativo per tutti coloro che del mondo dell’informazione sono parte".  "L’Italia è impegnata, con convinzione, a sostegno dell’Ucraina. Insieme alla quasi totalità dei Paesi dell’Unione e insieme a quelli dell’Alleanza atlantica", ha ribadito il Presidente della Repubblica. "Si registra – ha proseguito il Capo dello Stato – una fatica maggiore nelle pubbliche opinioni sull’impegno per l’indipendenza dell’Ucraina. È vero. A nessuno, comprensibilmente, piace un’atmosfera in cui la guerra abbia prolungata presenza, anche se non vi si è coinvolti. Come non lo è l’Italia. Pensiamo a come appare questo spettacolo di guerre agli occhi dei nostri giovani, che ritengono Erasmus e Schengen talmente naturali da non ritenerli più una conquista ma una condizione ovvia, dalla Scandinavia a Malta, da Lisbona a Bucarest".  "Aggiungo personalmente che spinge a grande tristezza vedere che il mondo getta in armamenti immani risorse finanziarie, che andrebbero, ben più opportunamente, destinate a fini di valore sociale. Ma chi ne ha la responsabilità? Chi difende la propria libertà -e chi l’aiuta a difenderla- o chi aggredisce la libertà altrui?" "Uno dei momenti, che fa più riflettere, anche oggi, sugli errori gravidi di conseguenze, si identifica -ha ricordato il Capo dello Stato- con le parole che Neville Chamberlain, Primo ministro britannico, pronunziò, a Londra, al ritorno dalla conferenza di Monaco nel 1938: 'Sono tornato dalla Germania con la pace per il nostro tempo'. Come tutti ricordiamo, Hitler pretendeva di annettere al Reich la parte della Cecoslovacchia che confinava con la Germania –i Sudeti- dove viveva anche una minoranza di lingua tedesca. La Cecoslovacchia –che aveva fortificato quel confine temendo aggressioni– ovviamente rifiutava. Le cosiddette potenze europee –Gran Bretagna, Francia, Italia– anziché difendere il diritto internazionale e sostenere la Cecoslovacchia, a Monaco, senza neppure consultarla, diedero a Hitler via libera".  "La Germania nazista occupò i Sudeti. Dopo neppure sei mesi occupò l’intera Cecoslovacchia. E, visto che il gioco non incontrava ostacoli, dopo sei mesi provò con la Polonia (previo accordo con Stalin). Ma, a quel punto, scoppiò la tragedia dei tanti anni della seconda guerra mondiale. Che non sarebbe scoppiata senza quel cedimento per i Sudeti. Historia magistra vitae".  "L’Italia, i suoi alleati, i suoi partner dell’Unione sostenendo l’Ucraina difendono la pace, affinché si eviti un succedersi di aggressioni sui vicini più deboli. Perché questo –anche in questo secolo- condurrebbe -ha concluso Mattarella- a un’esplosione di guerra globale".  Si registra "un aspetto inquietante: il diffondersi di una sub cultura che si ispira all’ odio. Una violenza che da verbale diventa frequentemente fisica. Nei giorni scorsi il tentativo di grave attentato a Trump; in maggio quello, di più pesanti conseguenze al primo ministro slovacco, Fico; nello stesso mese quello all’ex sindaca di Berlino, Giffey, che ha fatto seguito ad altri attentati contro esponenti politici in Germania, talvolta con conseguenze mortali; due anni fa l’attentato al marito di Nancy Pelosi, sopravvissuto a fatica. È fondamentale e doveroso ribadire la condanna ferma e intransigente nei confronti di questa drammatica deriva di violenza contro esponenti politici di schieramenti avversi trasformati in nemici. Occorre adoperarsi sul piano culturale contro la pretesa di elevare l’odio a ingrediente, a elemento legittimo della vita: una spinta per retrocedere nell’inciviltà".  "Si registrano anche ha ricordato il Capo dello Stato- un crescente antisemitismo, l’aumento dell’intolleranza religiosa e razziale, che hanno superato il livello di guardia. Un odio che viene spesso alimentato sul web, che va non soltanto condannato ma concretamente contrastato con rigore e severità. Vi sono, in giro per il mondo, molti apprendisti stregoni, incauti nel maneggiare, pericolosamente, gli strumenti che generano odio e violenza".  "Alcuni aspetti delle vicende delle presidenziali negli Stati Uniti d’America evidenziano la vitalità del confronto democratico di quel grande Paese. L’Italia ha rapporti di tradizionali amicizia e vicinanza con Washington, maturati all’indomani della Seconda Guerra mondiale con il generoso contributo alla ricostruzione offerto con il Piano Marshall e il sostegno alla nostra democrazia, consolidatosi nell’Alleanza atlantica e in altri numerosi contesti delle organizzazioni internazionali. I vincoli di condivisione di valori dei nostri due popoli rafforzano i rapporti tra gli Stati e ne consentiranno la costante crescita".  "Al Presidente Biden -ha proseguito il Capo dello Stato- va il ringraziamento della comunità internazionale per il suo prezioso servizio e la sua leadership. Sotto altro profilo, rimango sorpreso quando si dà notizia o si presume che vi possano essere posizionamenti a seconda di questo o quell’esito elettorale, come se la loro indubbia importanza dovesse condizionare anche le nostre scelte".  "Nessuno –vorrei presumere– ipotizza di conformare i propri orientamenti a seconda di quanto decidono elettori di altri Paesi e non in base a quel che risponde al rispetto del nostro interesse nazionale e dei principi della nostra Costituzione. Questo vale sia per l’Italia -ha concluso Mattarella- sia per l’Unione europea".  "Vi è un tema che sempre più richiede vera attenzione: quello della situazione nelle carceri. Non ho bisogno di spendere grandi parole di principio: basta ricordare le decine di suicidi, in poco più dei sei mesi, quest’anno. Ma vorrei condividere una lettera che ho ricevuto –per il tramite del Garante di quel territorio- da alcuni detenuti di un carcere di Brescia: la descrizione è straziante. Condizioni angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza. Indecorose per un Paese civile, qual è –e deve essere- l’Italia", ha affermato il Presidente della Repubblica. "Il carcere -ha ricordato il Capo dello Stato- non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza, Non va trasformato in palestra criminale. Vi sono, in atto, alcune, proficue e importanti, attività di recupero attraverso il lavoro. Dimostrano che, in molti casi, è possibile un diverso modello carcerario. È un dovere perseguirlo".  "La lunga attesa della Corte costituzionale per il suo quindicesimo giudice" rappresenta "un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento, proprio l’istituzione che la Costituzione considera al centro della vita della nostra democrazia. Non so come lo si vorrà chiamare: monito, esortazione, suggerimento, invito. Ecco, invito, con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice", ha detto Mattarella.  "Ricordo -ha proseguito – che ogni nomina di giudice della Corte costituzionale –anche quando se ne devono scegliere diversi contemporaneamente– non fa parte di un gruppo di persone da eleggere, ma consiste, doverosamente, in una scelta individuale, di una singola persona meritevole per cultura giuridica, esperienza, stima e prestigio di assumere quell’ufficio così rilevante".  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

L’Italia si svuota, meno 4 milioni di residenti entro il 2050

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(Adnkronos) – La popolazione residente in Italia è in decrescita: da circa 59 milioni al 1° gennaio 2023 a 58,6 milioni nel 2030, a 54,8 milioni nel 2050 fino a 46,1 milioni nel 2080. Sono le nuove previsioni Istat sul futuro demografico del Paese, aggiornate al 2023, che evidenziano tendenze la cui direzione parrebbe irreversibile, pur se in un contesto nel quale non mancano elementi di incertezza.  Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa tre a due nel 2023 a circa uno a uno nel 2050. Con un’età media di 51,5 anni entro il 2050 (50,8 per l’Italia), nel Mezzogiorno ci sarà un processo di invecchiamento più rapido.  
Tra il 2014 e il 2023, sotto l’azione di dinamiche demografiche recessive, il Paese ha perso circa un milione 350 mila residenti (da 60,3 milioni a poco meno di 59). In linea con tale tendenza, sottolinea l'Istat, lo scenario di previsione “mediano” contempla un ulteriore calo di 439mila individui entro il 2030 (58,6 milioni), con un tasso di variazione medio annuo pari al -1,1‰. Nel medio termine la diminuzione della popolazione risulterebbe più accentuata: da 58,6 milioni a 54,8 milioni tra il 2030 e il 2050 (tasso di variazione medio annuo pari al -3,3‰). Nella misura in cui si manifestassero le ipotesi demografiche contemplate sotto lo scenario mediano, entro il 2080 la popolazione scenderebbe a 46,1 milioni, diminuendo di ulteriori 8,8 milioni rispetto al 2050 (-5,8‰ in media annua) mentre il calo complessivo dall’anno base dell’esercizio (2023) ammonterebbe a 12,9 milioni di residenti. L’evoluzione della popolazione rispecchia il principio, tipico delle previsioni demografiche, di risultare tanto più incerta quanto più ci si allontana dall’anno base. Nel 2050 il suo intervallo di confidenza al 90% (ovvero che il suo presunto valore cada tra due estremi con probabilità pari al 90%) oscilla tra 52,7 e 57,0 milioni. Trent’anni più tardi si è tra 39,3 e 53,1 milioni. Nell’ipotesi più favorevole, quindi, la popolazione potrebbe subire una perdita di “soli” 5,9 milioni tra il 2023 e il 2080, di cui 2,0 milioni già entro il 2050. Nel caso meno propizio, invece, il calo di popolazione toccherebbe i 19,7 milioni di individui entro il 2080, 6,3 milioni dei quali già in vista del 2050. In conclusione, nell’ambito di ipotesi ragionevoli e ragionate (quelle cioè potenzialmente prospettabili per il Paese, a meno di ipotizzare scenari da replacement level) la popolazione diminuirà, ma l’entità della riduzione può presentare evidenze numeriche profondamente diverse una dall’altra, che richiamano nell’immagine scenari non solo demografici ma anche sociali ed economici altrettanto diversi. L'Istat nelle sue previsioni segnala il progressivo spopolamento che investe tutto il territorio, ma con differenze tra Nord, Centro e Mezzogiorno che fanno sì che tale questione raggiunga una dimensione significativa soprattutto al Sud. "Secondo lo scenario mediano, nel breve termine si prospetta nel Nord (+1,5‰ annuo fino al 2030) un lieve ma significativo incremento di popolazione, al contrario nel Centro (-0,9‰) e soprattutto nel Mezzogiorno (-4,8‰) si preannuncia un calo di residenti. Nel periodo intermedio (2030-2050), e ancor più nel lungo termine (2050-2080), tale quadro evolutivo si espande, con un calo di popolazione generalizzato in tutte le ripartizioni geografiche ma che conserva più forza in quella meridionale" spiega l'Istat. Guardando al lungo periodo, il Nord potrebbe ridursi di 2,6 milioni di abitanti entro il 2080 ma di appena 50mila se si guardasse al 2050. Ben diverso è il percorso evolutivo della popolazione nel Mezzogiorno, la quale nel 2080 potrebbe ridursi di 7,9 milioni di abitanti, 3,4 milioni dei quali già entro il 2050. Le considerazioni di cui sopra vanno anche valutate alla luce della profonda incertezza che le sovrasta. Nel Nord è potenzialmente possibile anche un percorso di costante crescita demografica (fino a 28,7 milioni di residenti entro il 2080), come rappresentato dai limiti superiori dell’intervallo di confidenza. Viceversa, tanto nel Centro quanto nel Mezzogiorno tale possibilità non è mai contemplata, nemmeno sotto le ipotesi di scenario più favorevoli. E ancora: nei prossimi 20 anni l'Istat prevede un aumento di circa 930mila famiglie in Italia: da 26 milioni nel 2023 si arriverà a 26,9 milioni nel 2043 (+3,5%). Si tratta però di famiglie sempre più piccole, caratterizzate da una maggiore frammentazione, il cui numero medio di componenti scenderà da 2,25 persone nel 2023 a 2,08 nel 2043. Anche le famiglie con almeno un nucleo (ossia contraddistinte dalla presenza di una relazione di coppia o di tipo genitore-figlio) varieranno la loro dimensione media da 2,94 a 2,79 componenti. L’aumento del numero di famiglie deriverà prevalentemente da una crescita delle famiglie senza nuclei (+16%) che salgono da 10 milioni a 11,5, arrivando a rappresentare nel 2043 il 42,9% delle famiglie totali (nel 2023 erano il 38,3%). Al contrario, le famiglie con almeno un nucleo diminuiranno di oltre il 4%: tali famiglie, nel 2023 pari a 16,1 milioni (il 61,7% del totale), nel 2043 scenderanno a 15,4 milioni, costituendo così solo il 57,1% delle famiglie. Un tale calo delle famiglie con nuclei deriva dalle conseguenze di lungo periodo delle dinamiche socio-demografiche in atto in Italia. L’invecchiamento della popolazione, con l’aumento della speranza di vita, genera infatti un maggior numero di persone sole – sottolinea l'Istat – il prolungato calo della natalità incrementa le persone senza figli, mentre l’aumento dell’instabilità coniugale, in seguito al maggior numero di scioglimenti di legami di coppia, determina un numero crescente di individui soli e di monogenitori. L’aumento della speranza di vita e dell’instabilità coniugale fanno sì che il numero di persone che vivono da sole, vere e proprie “micro-famiglie”, cresceranno nel complesso del 15%, facendo aumentare il loro ammontare da 9,3 milioni nel 2023 a 10,7 nel 2043. Tra l’altro, tale aumento, tanto assoluto quanto relativo, è quello che spiega in più larga misura la crescita globale del numero totale di famiglie. Per le famiglie unipersonali le differenze di genere sono sostanziali. Gli uomini che vivono soli vedranno un incremento del 10%, passando da 4,2 a 4,7 milioni nel 2043. Per le donne sole si prevede una crescita ancora maggiore (+20%), che ne determina un aumento da 5,1 a 6 milioni. Le famiglie monocomponente, per via della loro composizione per età, hanno un importante impatto sociale, considerando che è soprattutto nelle età più avanzate che le persone sole aumentano in modo significativo. Già nel 2023, tra i 9,3 milioni di persone sole quelle con 65 anni è più ammontano a 4,4 milioni, costituendo il 47,5% del totale. Negli anni a venire l’incidenza di ultrasessantacinquenni sul complesso delle famiglie unipersonali cresce in misura consistente. Nel 2043, grazie a una crescita di ben il 40%, gli ultrasessantacinquenni soli raggiungeranno i 6,2 milioni, arrivando a costituire il 57,7% dei 10,7 milioni di persone che si prevede vivranno sole. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Tumori al seno e colon, al Sud più anni di vita persi e calo mortalità in stallo

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(Adnkronos) – I dati sulla mortalità per cancro al seno e cancro al colon spaccano in due l'Italia. Il Sud fa registrare per questi due tumori più anni di vita persi e la bassa adesione agli screening per la diagnosi precoce è un freno a mano tirato sul calo delle morti: nel Meridione i decessi scendono molto meno rispetto al Nord e al Centro, e in certi casi addirittura aumentano. Il risultato è che i tassi di mortalità, storicamente più bassi al Sud che al Nord, ora sono paragonabili. E' la fotografia scattata dal primo rapporto del Gruppo di lavoro Equità e Salute nelle regioni dell'Istituto superiore di sanità, pubblicato oggi sul sito dell'Iss. La scarsa partecipazione agli screening, emerge dal report, penalizza il Sud non solo in termini di mortalità: pesa anche sull'indice di fuga dei pazienti, costretti a spostarsi fuori regione per potersi operare. "Questo rapporto, a cui a breve seguirà un lavoro simile sulle patologie cardiovascolari, è un esempio ulteriore di cosa può fare l'Iss per aiutare il Servizio sanitario nazionale", dichiara il presidente dell'istituto Rocco Bellantone, promotore del gruppo di lavoro. "Sono sicuro che gli spunti contenuti nel documento potranno essere molto utili per elaborare strategie che riescano a mitigare le disparità regionali nell'accesso all'assistenza sanitaria, di gran lunga il problema principale della sanità nel nostro Paese", sottolinea.  Gli autori del report – spiega l'Iss – hanno utilizzato i dati di mortalità per cause, i dati sulle coperture degli screening oncologici (ottenuti dai sistemi di sorveglianza, in particolare da Passi e Passi d'Argento) e i dati sulle schede di dimissione ospedaliera. Per i tumori di mammella e colon retto, che rappresentano il 40% di tutte le diagnosi di cancro in Italia, sono state quindi analizzate le differenze regionali nella mortalità totale e prematura; è stato valutato l'impatto dei programmi di screening sulla riduzione della mortalità negli ultimi 20 anni ed è stata esaminata la capacità di presa in carico delle Regioni attraverso l'analisi della mobilità sanitaria extra-regionale.  Per entrambi i tumori, di mammella e colon, il rapporto mostra livelli contenuti di mobilità dei pazienti fuori regione al Centro e al Nord del Paese. Nel Sud e nelle Isole, invece, i livelli di mobilità sono nettamente più alti (circa tripli) rispetto al Centro-Nord. E l'Iss evidenzia che dove si fanno meno screening aumenta anche l'indice di fuga dei malati.  Per quanto riguarda il tumore della mammella, se si guarda alla correlazione tra indice di fuga e screening, emerge che le regioni con coperture di screening più alte presentano indici di fuga più bassi. "Questo dato – commentano gli autori del report – evidenzia come in regioni in cui lo screening mammografico raggiunge una buona parte della popolazione femminile target il sistema è anche in grado si prendersi carico dei casi di tumore della mammella che necessitano di un ricovero ospedaliero per intervento chirurgico, mentre questo non è sempre garantito nelle regioni dove lo screening è ancora lontano dai livelli ottimali. In questo panorama, regioni come Calabria e Molise si distinguono fra quelle con i più bassi livelli di copertura dello screening mammografico e il più alto indice di fuga". Anche per il tumore del colon, tendenzialmente, le regioni con alti livelli di copertura dello screening tendono a presentare livelli bassi dell'indice di fuga, benché esistano alcune regioni in controtendenza (Puglia e Campania, con bassa copertura e basso indice di fuga). Si conferma invece per regioni come Calabria e Molise la compresenza di elevati indici di fuga e bassi livelli di copertura dello screening.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)